Se è vero che la Procura di Agrigento ha trasmesso ai pm di Palermo il fascicolo d’indagine sul ministro dell’Interno Matteo Salvini e sul capo di gabinetto Matteo Piantedosi, finiti sotto inchiesta per il presunto trattenimento illegale dei migranti rimasti per giorni a bordo della nave Diciotti, lo è altrettanto che l’iter che dovrebbe portare il leader della Lega ad essere giudicato dal Tribunale dei ministri sembra farsi ogni giorno più impervio. Non soltanto le titubanze della procura palermitana, ma anche la notifica che ancora tarda ad arrivare. Fonti del Viminale citate da Agenpress hanno chiarito:”In merito all’inchiesta siciliana che vedrebbe coinvolti il ministro Matteo Salvini e il capo di Gabinetto Matteo Piantedosi chiariamo che non è ancora arrivata alcuna notifica ufficiale. Gli interessati stanno apprendendo le presunte accuse a proprio carico solo attraverso la stampa”. (agg. di Dario D’Angelo)
DUBBI DELLA PROCURA DI PALERMO
La procura di Agrigento ha inviato ieri un faldone di 50 pagine alla procura di Palermo sul caso Diciotti per il quale risulta indagato il ministro dell’Interno Matteo Salvini insieme al suo capo di gabinetto. La procura palermitana ha 15 giorni di tempo per leggere gli atti e trasmetterli al Tribunale dei Ministri, che a sua volta avrà 90 giorni per decidere se archiviare il caso o indagare il leader della Lega. Stando a quanto riportato dal Fatto Quotidiano, la procura di Palermo non sarebbe disposta a fare da passacarte, inoltre nutre qualche dubbio. E questo ha creato una divisione sul da farsi tra i due uffici. Sembra che non tutti i reati contestati dal pm agrigentino siano condivisi da quello palermitano. In dubbio l’ipotesi di arresto illegale, visto che non ce n’è stato uno vero e proprio. Secondo il Corriere, c’è qualche dubbio anche sulla competenza, che potrebbe spettare a Catania, visto che la nave Diciotti è stata per qualche ora in rada di fronte al porto di Lampedusa ma poi si è diretta a Catania. (agg. di Silvana Palazzo)
MINISTRO CONTRO UE: “SIAMO IN UN VILLAGGIO VACANZE?”
Sul passaggio dei migranti della nave Diciotti in Albania, c’è un nuovo intoppo che ha causato l’ennesima reazione di stizza del Ministro degli Interni, Matteo Salvini. Infatti, econdo il diritto Ue sui rimpatri non è possibile inviare dei migranti verso paesi da cui non provengono o attraverso i quali non sono transitati, senza il loro esplicito consenso. Una scoperta che potrebbe rallentare di molto le operazioni e che ha portato Salvini a tuonare ancora verso le regole di Bruxelles: “In Europa non muovono un dito per accogliergli, però si indignano se vanno in Albania perché ‘ci vuole il loro consenso’. Dove siamo, in un villaggio vacanze??? Pazzesco…” ha affermato sarcastico il Ministro dell’Interno, con le operazioni per la ridistribuzione dei migranti della Diciotti tra i paesi che si sono offerti volontari per accoglierli che si stanno sensibilmente complicando. (agg. di Fabio Belli)
PARLA GIORGETTI
La Procura di Agrigento ha trasmesso ai pm di Palermo il fascicolo d’indagine sul ministro dell’Interno Matteo Salvini e sul capo di gabinetto Matteo Piantedosi. Sono entrambi indagati per il trattenimento dei migranti soccorsi dalla nave Diciotti. Alla Guardia costiera il compito di portare gli atti del procedimento. Entro 15 giorni la Procura di Palermo dovrà trasmettere al Tribunale dei ministri gli atti con eventuali richieste, anche istruttorie. Nel fascicolo trasmesso alla Procura, oltre ai verbali con le testimonianze dei funzionari del Viminale e degli ufficiali della Guardia costiera che sono stati sentiti, c’è la memoria del pm che fa luce sugli aspetti tecnico-giuridici del caso. «Mi sono fatto il convincimento che il magistrato a tutti i costi volesse in qualche modo indagare Salvini e che a Salvini non dispiacesse di essere indagato. Il risultato di questa vicenda è che sono contenti sia Salvini che il magistrato», ha dichiarato Giancarlo Giorgetti alla festa del ‘Fatto’ sul caso Diciotti. (agg. di Silvana Palazzo)
ALEMANNO CONTRO PM AGRIGENTO
Stando a fonti interne al Viminale, non sarebbe ancora arrivata nessuna notifica al titolare del dicastero, Matteo Salvini, e al suo capo di gabinetto, Matteo Piantedosi, in merito al procedimento aperto dal pm di Agrigento e i cui atti sono stati inviati alla Procura di Palermo che poi li invierà al Tribunale dei Ministri: insomma, per adesso pare che al Ministero le notizie le abbiano apprese solo da fonti di stampa, fatto peraltro sottolineato con una punta di polemica. Tuttavia, il vicepremier ha intenzione di andare al muro contro muro e ha anticipato che si tratta di una relazione di circa 50 pagine in cui sono formulati 5 capi d’accusa, tra cui il sequestro di persona, e che il leader del Carroccio un po’ enfaticamente come possano portarlo a subire una condanna di massimo 30 anni. Ad ogni modo, nel suddetto fascicolo sono presenti non solo i verbali dei vari funzionari del Ministero dell’Intero interessati dalla vicenda della nave Diciotti ma anche una memoria formulata dal pm siciliano Luigi Patronaggio in merito al caso. Intanto, l’ex forzista e sindaco di Roma, Gianni Alemanno, oggi segretario del Movimento Nazionale per la Sovranità, ha presentato una controdenuncia contro lo stesso procuratore di Agrigento con la motivazione di “aver cercato di impedire al Ministro dell’Interno di svolgere le proprie funzioni e di adempiere al proprio mandato elettorale e parlamentare ricevuto dagli italiani”, criticando anche la troppo pubblicità data alla vicenda. (agg. R. G. Flore)
ACCUSE PER SALVINI IN 50 PAGINE
E’ lunga 50 pagine la relazione che contiene le accuse rivolte al ministro dell’interno e vicepremier Matteo Salvini nell’ambito dell’inchiesta sulla nave Diciotti e che vede indagato insieme a lui anche Matteo Piantedosi, campo di Gabinetto. Negli atti, passati dalla procura di Agrigento a quella di Palermo, si parla di sequestro di persona, sequestro di persona a scopo di coazione, arresto illegale, abuso d’ufficio e omissione d’atti d’ufficio a carico del leader della Lega. Dopo la trasmissione dell’intero fascicolo ai pm palermitani, il procuratore capo Francesco Lo Voi avrà a sua disposizione 15 giorni di tempo per trasferire gli atti al Tribunale dei ministri (ovvero una sezione speciale del Tribunale ordinario e incaricata a giudicare i reati commessi dal presidente del Consiglio e dai ministri nell’esercizio delle loro funzioni) che, entro 90 giorni, dovrà a sua volta decidere se ascoltare o meno i due indagati. Dopo la notizia relativa alla relazione contenente le accuse contro Salvini e la trasmissione degli atti sull’inchiesta Diciotti alla procura di Palermo, lo stesso ministro è intervenuto con un commento social riconfermando la sua linea: “50 pagine di accuse nei miei confronti, 5 reati contestati (sequestro di persona!), 30 anni di carcere come pena massima. Voi pensate che io abbia paura e mi fermi? Mai”.
GIALLO SU NOTIFICA SU INCHIESTA SICILIANA
Non sembra indietreggiare di un solo passo il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, anche dopo la notizia delle nuove gravi accuse a suo carico, ovvero sequestro di persona e omissioni atti d’ufficio e sempre sui social ha confidato comunque nella giustizia italiana: “So che in Italia ci sono tanti giudici liberi, onesti e imparziali, per me ‘prima gli Italiani’ significa difendere sicurezza e confini, anche mettendosi in gioco personalmente”, ha detto. Poi ha puntato il dito contro quei “politici ladri, incapaci e codardi” che l’Italia avrebbe avuto in passato ed ha rassicurato il suo popolo: “Contate su di me, io conto su di voi”. Tuttavia, l’HuffingtonPost ha spiegato che, secondo fonti del Viminale non sarebbe ancora arrivata alcuna notifica ufficiale relativa all’inchiesta siciliana che vedrebbe coinvolti Salvini e il campo di Gabinetto Matteo Piantedosi. I due, infatti, avrebbero fino appreso le presunte accuse solo per mezzo stampa. Nonostante questo, il ministro non sembra comunque essere spaventato dall’eventualità di nuove accuse a suo carico.