Grande tensione in casa Lega, la questione dei 49 milioni di fondi potrebbe costringere il partito guidato da Matteo Salvini alla chiusura. E’ scattato l’allarme nel Carroccio, l’opposizione si scaglia duramente all’attacco per chiedere la restituzione della cifra “intascata”. Ecco il commento su Twitter di Dario Parrini: “Ridiciamolo per favore. Il partito di Salvini e Giorgetti deve ridare 49 milioni agli italiani. Questo obbligo incomberà su Salvini e Giorgetti sempre e comunque. Possono cambiare un nome ma questo dato di fatto non potranno cambiarlo mai”. Questa l’analisi di Romina Mura: “Ho capito bene? Il vice premier ministro dell’interno #Salvini cambierebbe nome alla #Lega per non restituire i #49milioni di soldi nostri imboscati impropriamente? ‘E io pago’ avrebbe detto Totò!”. Infine, segnaliamo il tweet di Tommaso Eredoclite: “La Lega cambierà nome per non ridarci i 49 milioni che ci deve. #LegaFraudolenta”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



L’AALLARME IN VISTA DELLA SENTENZA

Se i magistrati di Genova dovessero confermare il sequestro dei beni della Lega, Matteo Salvini sarebbe pronto a dire addio al Carroccio per fondare un nuovo partito per inglobare tutto il centrodestra. Su questo è intervenuto Giancarlo Giorgetti che ha messo una sorta di timbro ufficiale a questa indiscrezione. «Se il tribunale del Riesame dovesse stabilire la confisca delle entrate future della Lega, noi come partito siamo finiti. Il 6 settembre la Lega chiude». Per il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio non ci sono strade alternative. Ci sono però diversi dubbi sul fatto che l’eventuale sentenza possa essere effettiva ed immediata. Ma al di là degli aspetti giudiziari la Lega sembra pronta ad un percorso di restyling politico per consolidare la propria dimensione di partito nazionale. Sarà un autunno caldo per la Lega. Giorgetti non esclude di sforare il 3% del deficit/Pil «per mettere in sicurezza questo Paese, non soltanto i ponti, qui ci sono le scuole e gli edifici pubblici a rischio». (agg. di Silvana Palazzo)



“SALVINI? IL SUO PEGGIOR DIFETTO È…”

Nel corso della lunga chiacchierata con cui Giancarlo Giorgetti ha annunciato la possibilità che la Lega chiuda i battenti il prossimo 6 settembre in seguito alla probabile confisca dei conti da parte del Tribunale di Genova, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ha anche fornito qualche dettaglio personale rispetto al grande protagonista di questa stagione politica: Matteo Salvini. Intervistato da Peter Gomez alla festa del Fatto Quotidiano a Marina di Pietrasanta, Giorgetti ha detto:”Il difetto principale di Salvini? Se devi fargli una critica devi essere attento a come gliela fai. È permaloso. Sì”. Poi un aneddoto relativo ad Umberto Bossi:”Caro Umberto, mi hai insegnato tutto in politica. Mi dicevi che ero troppo buono per fare politica e forse sono diventato cattivo a cominciare da te”. (agg. di Dario D’Angelo)



GIORGETTI, “IL GOVERNO RESISTERA'”

La Lega potrebbe essere vicina alla fine. No, non è un titolo sensazionalistico per attirare visite, ma la nuda e cruda verità. Per la prossima settimana è attesa la sentenza in merito ai 49 milioni di euro di fondi che lo stesso carroccio dovrebbe restituire all’erario, e se l’esito sarà negativo, a quel punto lo stesso partito terminerà la propria attività non avendo a disposizione quell’enorme ammontare monetario. Ma come riporta Agi.it, il governo non subirà alcun contraccolpo, così come ha passato indenne la questione della nave Diciotti. A rassicurare l’elettorato è Giancarlo Giorgetti, uno dei massimi esponenti della Lega, nonché sottosegretario alla presidenza del Consiglio, intervenuto nella giornata di ieri in occasione della festa de Il Fatto Quotidiano in provincia di Lucca. Insomma, la prossima settimana sarà cruciale per il futuro leghista, ma i suoi esponenti continueranno ad esistere, in un modo o nell’altro. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

IL PUNTO SULLE PENSIONI D’ORO

Durante il suo intervento alla festa del Fatto Quotidiano, il Sottosegretario Giorgetti ha parlato anche di un altro tema scottante, quello delle Pensioni d’Oro che il Governo gialloverde ha promesso di ridurre. Giorgetti ha sottolineato come le pensioni che rispondono a un quadro chiaro di contributi versati non saranno toccate, ma al contrario non ci sarà pietà sulle irregolarità che emergeranno: “Se è oro vero rimarranno pensioni d’oro, ma se è oro finto saranno riviste,” ha spiegato Giorgetti, “Nel momento in cui si riesce a fare il ricalcolo contributivo per le pensioni che superano certi ammontare, è legittimo che la pensione venga erogata a quei livelli se ci sono stati i contributi a fronte.Se invece i contributi non ci sono e qualcuno ha fatto il furbo, ha pompato le ultime retribuzioni, la pensione verrà ricalcolata.” (agg. di Fabio Belli)

“MA NIENTE CRISI DI GOVERNO”

Le parole pronunciate da Giancarlo Giorgetti, Sottosegretario alla Presidenza del Governo Conte, nel corso dell’intervista rilasciata a Peter Gomez in occasione della oramai tradizionale festa de Il fatto Quotidiano alla Versiliana, hanno allarmato non pochi militanti leghisti, soprattutto per il tono e il modo secco con cui sono state pronunciate. Infatti, il braccio destro di Salvini ha ricordato come, in caso di decisione sfavorevole da parte del tribunale del riesame di Genova il prossimo 5 settembre, dove la Lega e i suoi vertici sono a processo, il partito di fatto sarebbe finito e chiuderebbe i battenti proprio perché non potrebbe più ricevere finanziamenti, che sarebbero posti sotto sequestro dalla magistratura, e dunque si porrebbe la necessità di dare vita a un nuovo soggetto politico. Ad ogni modo, Giorgetti ha negato che quest’eventualità possa influenzare in qualche modo la stabilità del Governo gialloblu e che non servirà certo come pretesto a Salvini per staccare la spina all’esecutivo: inoltre, come è noto, la Lega dispone già oggi di altre “strutture” sul territorio per raccogliere i fondi ed aggirare la spinosa vicenda dei fondi posti sotto sequestro, come ad esempio “Noi con Salvini”, associazione che potrebbe raccogliere tali somme senza finire nel mirino della magistratura. (agg. R. G. Flore)

“IL 6 SETTEMBRE SIAMO FINITI SE…”

È un Giancarlo Giorgetti a tutto campo quello che, tra gli ospiti principali del parterre convocato per la decima edizione della festa de Il Fatto Quotidiano alla Versiliana, ha risposto alle domande di Peter Gomez, toccando diversi temi tra cui quello della durata del Governo Lega-Movimento 5 Stelle, la vicenda della nave Diciotti, i giudizi politici su quel Matteo Salvini di cui è il braccio destro e soprattutto il futuro della Lega. E proprio su quest’ultimo punto, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dell’esecutivo guidato da Giuseppe Conte ha espresso, con un parere secco e difficilmente equivocabile, cosa ne sarà del Carroccio nel caso in cui il prossimo 5 settembre il tribunale del riesame dovesse esprimere una decisione a loro sfavorevole: “Il 6 settembre il partito chiuderebbe” dice Giorgetti a proposito del sequestro dei fondi della Lega e a seguito della condanna di Francesco Belsito, il tesoriere, e Umberto Bossi per truffa ai danni dello Stato. A tal proposito, Giorgetti nega che in relazione a ciò possa essere in bilico anche la tenuta del Governo, spiegando che la vera conseguenza sarebbe “la chiusura del partito” dal momento che se da ora in avanti tutti i proventi che arriveranno alla Lega saranno sequestrati, allora “è evidente che il partito non può più esistere perché non ha più soldi”. (agg. R. G. Flore)

GIORGETTI, “SFORARE IL 3%? SE…”

Sono molti gli argomenti toccati dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, intervenuto durante la festa del giornale Il Fatto Quotidiano. Si parla di immigrazione e di Matteo Salvini, come potete trovare qui sotto, ma anche di economia, con il leghista che afferma, facendosi portavoce del governo, di non essere assolutamente soddisfatto dell’andamento attuale del nostro paese: «Non siamo assolutamente soddisfatti di come sta andando l’economia – ammette – abbiamo ambizione, qualcuno dirà la temerarietà, di portare l’Italia a un tasso di sviluppo sopra il 2-3%. Sforare il 3%? Se è necessario per mettere in sicurezza il Paese, anche sì. Credo che sia interesse anche dell’Europa». Quindi, sempre in tema di economia, ha aggiunto: «Il fatto che negli ultimi 20 anni non si siano stati fatti più investimenti seri, soprattutto per il mantenimento delle infrastrutture di questo Paese, rende indispensabile e urgente mettere mano non solo ai ponti, ma anche a scuole, edifici pubblici a rischio, situazioni per cui dobbiamo intavolare con la Ue un negoziato serio». Infine uno sguardo all’opposizione, con un eloquente: «non esiste e facciamo tutto noi». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

“SALVINI L’HA SPARATA GROSSA”

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, è stato intervistato dai microfoni del noto giornalista Peter Gomez, in occasione della festa de Il Fatto Quotidiano a Marina di Pietrasanta (Lucca, Toscana). Tanti gli argomenti trattati dall’esponente della Lega Nord, a cominciare dal lavoro fin qui svolto da Matteo Salvini. Il leader del Carroccio aveva parlato di 500 mila rimpatri di clandestini durante la campagna elettorale, e secondo Giorgietti: «L’ha sparata grossa, ma ora l’importante è che non ne arrivino più». Quindi, sul rischio che l’elettorato della Lega possa stancarsi del suo leader, ha ammesso: «Salvini ha un intuito pazzesco, e la capacità di tenersi tarato sul sentimento delle persone. Quando sentirà che la pancia dell’elettorato dice di frenare, lui frenerà».

“MACRON PIU’ CATTIVO DI CONTE E SALVINI INSIEME”

Si parla anche del presidente della Francia, Emmanuel Macron, acerrimo nemico del ministro dell’Interno. Giorgietti non ha dubbi: «Macron è molto più cattivo di Conte e Salvini sommati assieme. Che i migranti non possano entrare in Europa lo stabiliscono i trattati Ue, non Salvini». Fra gli argomenti trattati anche il centrodestra, che negli ultimi mesi ha visto una crescita esponenziale della Lega, a differenza invece di Forza Italia, che continua a perdere: «Le idee della Lega e di Salvini son più attrattive per gli elettori di Forza Italia rispetto a quelle di Tajani – spiega il sottosegretario alla presidenza del Consiglio – se portiamo via gli elettori non è colpa nostra ma semmai è colpa loro».