Stefano Guarnieri è stato tratto completamente in salvo: la barella su cui era disteso da diverse ore, poco dopo le 12:30 è uscita finalmente dalla grotta sul Monte Canin, in Friuli-Venezia Giulia, dove lo speleologo di 33 anni era entrato sabato con un gruppo di amici. Sembra che le condizioni dell’infermiere siano stabili e non destino preoccupazione. Secondo quanto riporta il sito di Repubblica, è stato intorno alle 10:00 che il team di soccorritori, formato da dieci tecnici, più il medico e l’infermiere che erano con Guarnieri già da sabato, ha superato il punto critico della risalita rappresentato da una cascata. Per le comunicazioni tra interno ed esterno della grotta è stato utilizzato un particolare cavo telefonico. “Le operazioni di soccorso hanno impegnato per quasi quarantotto ore tre elicotteri per il trasporto di uomini e materiali”, “94 tecnici speleologi con varie specializzazioni provenienti da tutta la regione e dal resto d’Italia e 22 tecnici alpini del Soccorso alpino e speleologico nazionale”. (aggiornamento di Bruno Zampetti)
SPELEOLOGO SUL MONTE CANIN, INIZIATA LA RISALITA
Stefano Guarnieri, lo speleologo triestino di 33 anni rimasto bloccato in una grotta sotto il monte Canin, in Friuli Venezia Giulia, sta per essere liberato. Le squadre di soccorso alle 5.40 di oggi, lunedì 6 agosto, hanno cominciato la risalita con il ferito sulla barella. Si sta procedendo senza problemi, quindi si prevede l’uscita di Guerini con i suoi soccorritori entro un paio di ore. Dopo le ultime verifiche, si erano accorti che la grotta conteneva strettoie che rendevano indispensabile l’uso di ulteriori cariche esplosive per far passare la barella. Lo speleologo, che di professione fa l’infermiera, era rimasto bloccato a circa 200 metri sotto terra con ferite all’addome e a un braccio. Le sue condizioni sono considerate stazionarie. Sul posto è già in arrivo anche il primo elicottero della Protezione Civile che si occuperà del recupero dei materiali all’ingresso della grotta. Lo speleologo non è mai rimasto solo: durante tutte queste ore è stato assistito dal personale medico specializzato, arrivato sul posto dopo che intorno alle 16 di sabato è scattato l’allarme. Quando è avvenuto l’incidente Stefano Guarniero si trovava insieme ad alcuni amici. Subito dopo la caduta, uno di loro è rimasto con lui, gli altri invece si sono spostati per dare l’allerta che è scattata appunto verso le 16 di sabato. (agg. di Silvana Palazzo)
SPELEOLOGO BLOCCATO SUL MONTE CANIN
Serviranno ore per liberare lo speleologo sul Canin, mentre ce ne sono volute diverse per liberare altri due alpinisti bloccati, sempre in Friuli Venezia Giulia, sulla Cima Vallone delle Alpi Giulie: si tratta di due scalatori di Kranj, un uomo 34enne e una ragazza di 27, entrambi soccorsi dalla stessa squadra del Soccorso Alpino intervenuta poi dallo speleologo triestino. Erano all’ultima parte della cordata sulla via Krobath-Metzger quando il freddo e la mancanza di luce ha fatto scattare l’allarme presso le squadre di pronto intervento. Come riporta il Messaggero Veneto, «Per il loro recupero è stato impiegato il verricello dell’elisoccorso. I due si trovavano in stato di leggera ipotermia e alle 7.30 di questa mattina sono stati accompagnati nella caserma della Guardia di finanza di Sella Nevea, dopo hanno ricevuto accoglienza e cibo». Intanto si attendono novità positive anche dall’altro salvataggio, con l’attesa che dovrà durare forse fino al primo pomeriggio.
CADUTO IN GROTTA A 200 METRI DI PROFONDITÀ
È durato tutta la serata di ieri e la notte il salvataggio dello speleologo originario di Trieste bloccato a circa 200 metri di profondità sulle Alpi del Friuli Venezia Giulia, più precisamente sul Monte Canin: non è purtroppo ancora stato liberato, anche perché le condizioni ambientali sono tutt’altro che semplici. Stefano Guarniero, 33enne esperto speleologo, è caduto ferendosi in maniera seria in una grotta a 2200 metri sul Canin, dando l’allarme ieri verso le ore 16. Operazioni subito iniziate, con il giovane per fortuna sveglio nonostante la caduta di circa 20 metri mentre stava esplorando le cavità nella roccia alpina. La squadra disostruttori al momento «sta ancora operando all’ingresso della grotta e nei punti più stretti all’interno con piccole cariche di esplosivo per consentire la risalita della barella con il ferito. Il ferito nel frattempo attende assistito ancora a duecento metri di profondità che le operazioni di disostruzione si completino», spiegano i colleghi del Piccolo di Trieste.
PICCOLE CARICHE ESPLOSIVE PER CONSENTIRE LA RISALITA
Notizia dell’ultima ora che giunge direttamente dal Friuli Venezia Giulia è che purtroppo serviranno diverse ore ancora per poter arrivare fin dove è intrappolato Guarniero: il soccorso alpino stima che le operazioni si potrebbero concludere a metà giornata. Nel frattempo, spiegano gli esperti soccorritori, la squadra che sta operando in questi minuti sta posizionando alcune piccole cariche di esplosivo lungo la parte iniziale della grotta per poter allargare lo spazio e rendere più semplice e agile la risalita della barella. Lo speleologo ha un grosso trauma all’addome e diverse altre contusioni che rendono impossibile il suo movimento, specie all’interno di cunicoli e spazi strettissimi.