Tensione nel centrodestra: l’alleanza tra Lega e Forza Italia è a rischio rottura. Il leader del Carroccio Matteo Salvini non ha apprezzato l’avvicinamento di Silvio Berlusconi al Partito democratico. «Alla quarta volta che voti con il Pd, mi girano le balle. Se preferisci Renzi, basta dirlo», ha dichiarato al Papeete Beach di Milano Marittima. Qualche tensione è emersa, a dir la verità, anche all’interno della maggioranza, visto che Alessandro Di Battista è tornato a ripetere il no alla Tav e al gasdotto pugliese Tap. Salvini a tal proposito ha ribadito che «il contratto di governo prevede l’analisi costi benefici delle opere. E dai dati, mi pare che il rapporto sia favorevole per Pedemontane e Terzo valico». Per quanto riguarda invece il Tap, «consentirebbe alle famiglie e alle imprese un risparmio del 10% sulla bolletta energetica. E il costo dell’energia è proprio uno dei parametri che mettono fuori mercato le aziende italiane». Infine, sulla Tav,: «Mi pare che si parli di penali per 2 o 3 miliardi. Noi ragioneremo su ogni centesimo, è giusto. Ma ovviamente preferirei che quella cifra fosse spesa per gli italiani e non per le penali. Come approccio, preferisco sempre il costruire allo smontare».



No all’aumento dell’Iva

Cerca di rassicurare i mercati e l’Europa Luigi di Maio e lo fa davanti ai giornalisti parlando dei tempi di approvazione del decreto Dignità. Per il capo politico del movimento cinque stelle il programma economico dell’esecutivo di cui fa parte è ben delineato, esso contempla notevoli passi avanti sulla Flat Tax ed esclude l’aumento dell’Iva. Di Maio vuole evitare strappi con l’unione europea, ma alla ricerca delle risorse economiche chiede di avere più flessibilità in maniera da poter varare una manovra economica espansiva. Intanto il movimento va avanti con il decreto dignità escludendo per il momento il ricorso al voto di fiducia, e calenderizzando la norma nella prima seduta parlamentare utile. 



Scontro tra tir morti quattro braccianti

Avevano appena finito di raccogliere i pomodori e dopo l’ennesima giornata di duro lavoro nei campi si stavano recando nuovamente a casa, ma la loro vita è stata tolta per un pauroso incidente stradale. Sono morti cosi quattro braccianti in un incidente sulla statale 105 all’altezza di Castelluccio dei Sauri in provincia di Foggia. I quattro viaggiavano su un furgone bianco quando il loro mezzo è stato travolto da un TIR. Nell’impatto il mezzo dove viaggiavano i bracciati è stato letteralmente distrutto. I morti sono tutti cittadini del nord Africa, due di loro sono stati riconosciuti per gli altri il riconoscimento risulta più difficile stante le condizioni delle salme. Nello scontro sono rimasti feriti altri cinque braccianti, uno di essi versa in condizioni gravissime. Le indagini sono state affidate al locale personale della polizia stradale. 



Tre morti nella laguna di Venezia

Sabato tragico nella laguna di Venezia dove in due distinti incidenti hanno perso la vita tre persone. I primi due, pescatori del luogo, sono stati travolti da un motoscafo che attraversava i canali a forte velocità, nell’impatto i due Renzo Rossi e Natalino Gavagnin sono finiti in mare. Le indagini puntano ad accertare se le vittime stavano pescando a luci spente. In un altro incidente avvenuto invece nel pomeriggio un barchino si è rovesciato a causa di un’onda anomala, nella caduta un 76enne ha sbattuto la testa rimanendo incosciente nell’acqua. Per la vittima recuperato dagli uomini dei vigili del fuoco pochi minuti dopo non c’era più nulla da fare. 

Si dimette il “deputato velista”

Troppo forte le polemiche che hanno colpito Andrea Mura, un politico sardo eletto nelle fila del movimento cinque stelle e vero recordman di assenze in parlamento. Mura ha annunciato le sue dimissioni da parlamentare, dopo che lo stesso Di Maio lo aveva attaccato pubblicamente. Mura lascia ma non senza polemica verso il partito che lo aveva portato in parlamento, per il deputato “velista” le sue assenze non solo erano giustificate ma in alcuni casi richieste dalla sua attività di parlamentare sul territorio, per lo stesso Mura inoltre l’espulsione del Movimento, senza neppure essere ascoltato, è l’immaggine di un partito che ormai si racchiude all’interno delle stanze di potere.