Dopo quanto accaduto all’alba di oggi all’esterno del Panificio Toscano di Prato, lo stabilimento che produce pane per i supermercati di Unicoop Firenze, dove sono andati in scena degli scontri tra i lavoratori e la polizia che ha sgomberato il picchetto di protesta, i Si Cobas non sembrano avere alcuna intenzione di porre fine all’agitazione. La sigla sindacale in un comunicato spiega il suo punto di vista:”Dopo il fallimento delle trattative con la Cooperativa Giano (che ha l’appalto per il panificio, ndr) e dopo il vergognoso tavolo in Prefettura che ha escluso il SiCobas e portato al tavolo il sindacato complice Uil a fare da spalla al padrone”. I Cobas chiedono “la riassunzione dei delegati sindacali licenziati e rispetto il del Contratto nazionale di categoria, la fine dell’utilizzo illegittimo del Contratto nazionale Multiservizi” e attaccano:”Altro che “codice etico” tanto sbandierato dalla Coop… Il pane che finisce sugli scaffali dei supermercati puzza di sfruttamento. Al Panificio Toscano, infatti, si lavora con salari da fame, contratti truffa e sotto finte “cooperative” che da anni si sostituiscono nell’appalto. L’agitazione sindacale continua ad oltranza fino a che la Cooperativa Giano non deciderà di ricevere le richieste dei lavoratori, a maggior ragione dopo i gravissimi fatti di questa notte”. (agg. di Dario D’Angelo)
POLIZIA NEGA USO DELLA FORZA CONTRO LAVORATORI
Per i Si Cobas c’è stata una «carica violenta», invece la polizia assicura che c’è stato «un intervento senza uso della forza». I video di quanto successo all’esterno dei cancelli del Panificio Toscano di Prato, stabilimento che produce pane per i supermercati di Unicoop Firenze, sono finiti su Facebook. Una cinquantina di operai erano in picchetto per impedire ai camion che trasportano il pane di uscire. Una forma di protesta per «il reintegro di due lavoratori licenziati per la propria attività sindacale, il riconoscimento dei diritti e delle retribuzioni previste dal contratto nazionale». Nel frattempo – come riportato dal Tirreno – un picchetto è stato organizzato nel secondo stabilimento di Collesalvetti. Alle 4 l’intervento delle forze dell’ordine. Questa mattina gli operai sono tornati in presidio ma davanti alla sede di Unicoop in via XX settembre, a Firenze. «Stanotte i lavoratori sono stati trattati come criminali. Chiediamo alla Coop di intervenire», ha dichiarato Luca Toscano, delegato Sì Cobas. Unicoop Firenze fa sapere di aver mandato i loro ispettori per verificare la qualità del prodotto e i diritti del lavoratori: non hanno trovato niente che permettesse di sciogliere il contratto con il Panificio Toscano. (agg. di Silvana Palazzo)
PROTESTA AL PANIFICIO TOSCANO, INTERVIENE POLIZIA
La Polizia li ha sgomberati al termine di una lunga protesta alle quattro di notte. Alcuni operai del Panificio Toscano di Prato avevano protestato formando un vero e proprio picchetto davanti ai cancelli dello stabilimento per impedire ai camion pronti per trasportare la merce. Proprio da questo si muovono i prodotti da forno che poi vengono venduti presso i supermercati della catena Unicoop. Sono quattro gli operai che sono stati poi portati in Questura e rilasciati solo la mattina dopo. Questi sono stati denunciati per violenza private e anche resistenza. Le immagini che ci giungono da Prato sono decisamente forti e non possono che provocare risentimento negli occhi di chi osserva incredulo i video trasmessi in giornata come quello pubblicato dal portale ufficiale di Repubblica. Clicca qui per il video.
LA PROTESTA DEL SINDACATO
Per difendere gli operai sgomberati dalla polizia nel Panificio Toscano alle 4 di notte è sceso in campo il Sindacato che ha sottolineato: “E’ stata usata violenza contro i lavoratori, sono stati trattati da veri criminali”. La Repubblica riporta anche le parole dei Sì Cobas, specificando: “La protesta per chiedere il reintegro di due lavoratori licenziati per la propria attività sindacale, il riconoscimento dei diritti e le retribuzioni previste dal contratto nazionale“. Sui social network poi sono arrivate le forti proteste da parte dei cittadini, perché l’aggressione è stata considerata un po’ troppo violenta soprattutto se si considera il fatto che gli operai non stessero protestando in maniera violenta. L’obiettivo era appunto quello di ribadire dei diritti che sembravano a tutti gli effetti già concordati.