Una ricerca pubblicata un mese fa mise in discussione l’autenticità delle macchie di sangue presenti sulla Sindone di Torino. Uno studio italiano invece la contraddice spiegando che quelle macchie non erano false. Il sangue presente è vero ed appartiene ad una persona torturata. È rosso, e non marrone come dovrebbe essere sangue antico, perché il telo sarebbe stato esposto alla luce ultravioletta, come quella del sole, che ne ha alterato il colore. La ricerca, pubblicata su Applied Optics, è stata realizzata dai ricercatori coordinati da Paolo Di Lazzaro, dell’Enea e vicedirettore del Centro Internazionale di Sindonologia. Dall’analisi della Sindone, svolta con una tecnica ottica che serve a individuare la composizione dei materiali, è emerso che nel sangue del telo c’è metaemoglobina, frutto della degradazione dell’emoglobina fortemente ossidata e invecchiata. E questo «conferma che si tratta di sangue antico, come avevano dimostrato anche altre ricerche negli anni ’80 che avevano individuato composti tipici del sangue come il siero e grandi quantità di bilirubina», ha dichiarato Di Lazzaro all’Ansa.



“SULLA SINDONE SANGUE VERO DI UNA PERSONA TORTURATA”

Il sangue sulla Sindone di Torino è ricco di bilirubina. Per l’esperto ciò vuol dire che era «una persona malata di ittero» o «persona percossa duramente, perché nel sangue di quest’ultima si rompono i globuli rossi e il fegato rilascia bilirubina». L’obiettivo dei ricercatori era anche quello di capire perché il sangue presente sul telo è rosso, anziché marrone, come dovrebbe essere invece il sangue antico e ossidato. E quindi hanno messo a punto un esperimento – durato quattro anni – per il quale è stato usato sangue compatibile con quello presente sulla Sindone. «Abbiamo usato il sangue di una persona malata di ittero, perché contiene grandi dosi di bilirubina». Dopo aver impregnato un telo di lino con questo sangue, hanno irraggiato il telo con luce ultravioletta, compatibile con quella del Sole, e hanno scoperto che «l’interazione tra raggi ultravioletti e bilirubina altera il colore delle macchie».

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