Una relazione morbosa ed ossessiva durata ben 13 anni con una suora conosciuta all’oratorio quando era appena una 15enne e che l’avrebbe portata al suicidio. Sarebbe questa la scoperta compiuta dai genitori di Eva, i quali leggendo centinaia di sms intercorsi tra la giovane e suor Maria Angela, hanno compreso il motivo per il quale la figlia avrebbe deciso di togliersi la vita. Tre anni prima di morire, Eva Sacconago aveva scritto anche al parroco, don Alessandro, manifestando il suo tormento: “Non posso sparire, mi verrebbe a cercare”. Quel rapporto speciale tra la figlia e la religiosa era nato sin dal 1998. Nei genitori però, scattò subito un campanello di allarme, come racconta oggi la madre di Eva a Corriere.it: “Una sera, non vedendo rientrare Eva a cena andata a cercarla all’oratorio e l’ho trovata al primo piano, nell’alloggio privato della suora”, dice. Poi si imbatté nel suo diario segreto nel quale erano custoditi i numerosi biglietti scritti proprio dall’educatrice e contenenti dichiarazioni d’amore e patti di silenzio nonché espliciti riferimenti a momenti di intimità vissuti insieme. Questo bastò per spingere la donna a chiedere ed ottenere l’allontanamento temporaneo in Sicilia di Sister Mary (o mamma Mary) come veniva chiamata la suora, 23 anni più grande della figlia. Ciò però non servì a interrompere quel legame con Eva. A distanza di 20 anni dalla morte della giovane catechista suicida, di Eva e di quella relazione tormentata ed ossessiva con la madre spirituale si continua a parlare in un’aula di tribunale, dove i genitori sono in attesa di giustizia.
SUORA A PROCESSO: VERSO IL SECONDO GRADO
Il prossimo 24 settembre si celebrerà il processo di secondo grado a carico di Suor Maria Angela, condannata nel 2015 in primo grado a 3 anni e 6 mesi di reclusione (contro i 9 anni e 9 mesi chiesti dal pubblico ministero) per un solo episodio di violenza sessuale che le è stato contestato e per il quale è stata ritenuta colpevole, risalente a poche settimane prima del suicidio della giovane Eva. In quell’occasione la ragazza fu immobilizzata con manette alle caviglie. In riferimento agli abusi subiti dalla giovane quando ancora minorenne sono ormai caduti in prescrizione ed i giudici non hanno riconosciuto la continuità del reato. I rapporti successivi sono stati confermati da centinaia di messaggi erotici rinvenuti dalla famiglia della vittima ma, come si legge nella sentenza di primo grado, pare che “fra le due donne fosse in essere un rapporto omosessuale, ma non sono emersi elementi che inducano a ritenere che il consenso espresso da Eva a tale tipo di rapporto fosse viziato”. Nonostante le perizie psichiatriche, i giudici non hanno ritenuto che Eva fosse stata circuita e sottomessa da suor Maria Angela per un “disturbo di personalità dipendente”. Né sarebbero certi che le gelosie della religiosa possano aver spinto Eva al suicidio, quanto piuttosto i pettegolezzi del paese e che avrebbero coinvolto anche il prete confidente di Eva.