Stava suonando una delle ultime canzoni della serata, quando un uomo ha avuto un malore. Interrompe la sua esibizione e si avvicina all’uomo che sta male. Solo in quel momento si accorge che è suo padre. Un destino beffardo quello di Martina Salsedo, musicista blues che suona anche con grandi star internazionali. Domenica sera era a Effetto Venezia, tradizionale festa di Livorno tra i canali del quartiere più antico della città. Nella Fortezza medicea la 30enne si stava esibendo. «C’era gente allarmata, che gridava, una persona era a terra, stava male – ha raccontato al Corriere della Sera -. Allora ho gridato alla mia band di fermare la musica immediatamente, perché c’è da aiutare qualcuno e bisogna farlo al più presto». E quindi scende dal palco mentre le luci continuano a illuminare la scena. Arriva l’ambulanza, nel frattempo lo guarda e scopre la terribile verità. «Lo guardo e inizio a urlare: è mio padre Roberto. Ha 68 anni, pochi per morire. Accanto a lui c’è una mia amica infermiera, anche lei stava seguendo il concerto. Fa di tutto per strappare alla morte mio padre, massaggio cardiaco, respirazione bocca a bocca. Io sono disperata, non so più che fare, che dire, che cosa pensare. Prego il Cielo, grido, spero. Ma non serve a niente. Babbo muore». 



LIVORNO, MUORE MENTRE ASSISTE AL CONCERTO DELLA FIGLIA

Non poteva immaginare che avrebbe assistito in diretta alla morte del padre durante un suo concerto. Quando alle 4 di notte torna a casa, Martina trova un nuovo messaggio nel telefono. È proprio del padre Roberto, con un passato da dipendente delle Poste e sindacalista della Cgil. Martina lo legge e scoppia a piangere. «Sono qui che ti ascolto, sei una forza. Un bacio». Il padre glielo aveva mandato all’inizio del concerto, ma lei non lo aveva visto tra la folla né aveva ricevuto in tempo il messaggio perché sul palco c’era poca linea. «Non mi aveva detto che sarebbe venuto allo show e io non ci pensavo neppure – racconta ora la musicista al Corriere della Sera -. Babbo ha ascoltato quasi tutto il concerto, mancavano gli ultimi tre brani che ho appena inciso, ma per fortuna glieli avevo inviati pochi giorni fa via computer e li aveva già ascoltati». Forse era destino che se ne andasse con lei: «Avrei dovuto suonare a Genova, ma poi ho deciso di scegliere l’invito di Livorno, quasi d’istinto e non perché è la mia città. Mi ha detto “sei una forza” per l’ultima volta e adesso sarà lui a darmi la forza per continuare la mia avventura».

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