Un grande vuoto per la scienza, italiana e mondiale: è quello lasciato da Luigi Luca Cavalli-Sforza, il pioniere della genetica che fu il primo a interpretare la storia degli esseri umani attraverso questa branca della biologia spentosi nella notte a Belluno, dove risiedeva da tempo, all’età di 96 anni. All’attività di studioso prima e di cattedrato poi, Cavalli-Sforza ha dedicato gran parte della sua esistenza. Ma non era soltanto ai suoi “adepti” o agli specialisti del settore che si rivolgeva la sua attività di intellettuale. Importantissimo è stato infatti anche il suo lavoro come divulgatore scientifico, tradottosi in una serie di incontri con il pubblico e mostre aperte. La sua opera più celebre, come detto, resta “Geni, popoli e lingue”, quella che Adelphi, definisce come un’indagine scientifica che riesce “a liberare da presupposti erronei la controversa nozione di razza”. (agg. di Dario D’Angelo)



LUIGI LUCA CAVALLI-SFORZA E’ MORTO

Luigi Luca Cavalli-Sforza è morto nella notte di oggi a Belluno, aveva 96 anni. Studioso di fama mondiale, considerato un pioniere della genetica di popolazioni, Cavalli-Sforza aveva studiato a Torino nella scuola di Giuseppe Levi, maestro fra gli altri di tre Premi Nobel come Salvador Luria, Renato Dulbecco e Rita Levi Montalcini, ma su di lui era stata più forte l’influenza di Adriano Buzzati Traverso, fratello dello scrittore Dino ma soprattutto considerato il “padre” della genetica italiana. Come riportato da La Repubblica, la moglie di Cavalli-Sforza, Alba Ramazzotti, era nipote dei fratelli Buzzati e ne aveva ereditato la casa in cui lo scienziato ha vissuto negli ultimi anni a Belluno. Cavalli-Sforza ha dedicato la sua esistenza a studiare la storia dell’uomo con gli strumenti della biologia arrivando a smontare il concetto di razza. 



L’ALBERO GENEALOGICO DELL’UMANITA’

Gli studi iniziali di Luigi Luca Cavalli-Sforza, a Torino prima e a Cambridge poi, si concentrarono in particolare sula genetica del moscerino della frutta e dei batteri. Ma dai primi anni cinquanta in avanti l’interesse scientifico dello studioso vide al centro soprattutto l’uomo, con l’obiettivo di confrontare la diffusione dei suoi geni (all’inizio dei gruppi sanguigni) e l’evoluzione culturale. Da qui ebbe vita il primo albero genealogico dell’umanità basato non solo su dati biologici ma anche di tipo archeologico e linguistico. Come ricordato da Il Post, Luigi Luca Cavalli-Sforza spiegò i risultati dei suoi studi in una serie di libri divulgativi, diversi dei quali divennero dei best-seller, fra cui il più popolare e di successo resta “Geni, popoli e lingue”. Nel corso della sua carriera accademica, Cavalli-Sforza ha insegnato alle università di Parma, Pavia e Stanford, negli Stati Uniti. 

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