Alla fine ha dovuto scegliere tra la sua carriera professionale e la credibilità dell’Italia: un bivio impossibile da procrastinare per Giuseppe Conte, il premier che alle 19 di ieri di fronte alle pressioni della stampa e delle opposizioni si è visto costretto a pronunciare il verbo che nei giorni scorsi aveva accuratamente evitato, “rinuncio”. E come riportato da Il Corriere della Sera, il tirarsi fuori dalla cattedra di diritto privato all’Università La Sapienza di Roma è per Conte un sacrificio importante. Non solo perché quel concorso lo avrebbe vinto, e neanche per il fatto che avrebbe rilevato il suo maestro e mentore Guido Alpa. No, spiega Il Corriere, per Conte si trattava del suo “sogno, la sua più grande ambizione professionale”. Venuta meno, per ragioni di opportunità e dietro il pressing – ufficialmente smentito, ma in realtà effettuato – di Di Maio e Salvini. (agg. di Dario D’Angelo)
CONTE RINUNCIA MA “NESSIN CONFLITTO D’INTERESSI”
“Nessun conflitto di interessi. Rinuncio esclusivamente per una personale sensibilità”. Il Premier Conte ha tenuto a sottolineare come, al di là della sua scelta di rinunciare a sostenere l’esame di inglese giuridico per ottenere una cattedra di diritto privato presso l’Università La Sapienza di Roma, la scelta di sostenere la prova e di candidarsi per il lavoro non sia comunque da considerare in conflitto col ruolo di Presidente del Consiglio ricoperto. Conte si era candidato prima di essere incaricato a candidare il Governo, e uno spostameno di cattedra (Conte è già professore universitario ordinario) non veniva considerato dal Premier come motivo di scandalo: ma le polemiche che si sono moltiplicate hanno portato Conte alla rinuncia definitiva, annunciata nella serata di lunedì. (agg. di Fabio Belli)
“NON CERCO SECONDO LAVORO”
Il Premier Conte ha deciso dunque di fare un passo indietro definitivo riguardo la richiesta di una cattedra presso l’Università La Sapienza. Una scelta che ha portato molti ad ironizzare, alcuni avevano avanzato l’ipotesi che Conte volesse “spianarsi la strada” per il futuro nel caso l’Esecutivo avesse avuto breve durata. Un’eventualità che il Presidente del Consiglio ha voluto respingere con forza: “Mi hanno accusato di cercare addirittura un dopolavoro non confidando sulla durata di questo Governo: fatevene una ragione, lo dico a tutti gli oppositori, questo Governo durerà 5 anni.” Conte aveva espresso il suo parere evidenziando come per un Presidente del Consiglio, partecipare a un concorso come un comune cittadino fosse una nota di merito e non di biasimo, ma alla fine è arrivata la scelta del ritiro nella corsa alla cattedra, per senso di opportunità. (agg. di Fabio Belli)
“MI RITIRO PER SENSO D’OPPORTUNITA'”
«Non avrei mai pensato di essere premier quando ho fatto domanda per la cattedra a Roma»: si difende così il premier Conte, come potete osservare in tutti i dettagli della sua video-spiegazione dei motivi che lo hanno portato alla rinuncia definitiva al posto in cattedra nella Capitale. A chi in queste ore hanno più volte segnalato che sarebbero state le “pressioni” dei due vicepremier di Lega e M5s a portare alla rinuncia, replica Palazzo Chigi in una breve nota «La decisione di rinunciare al concorso per una cattedra alla Sapienza è stata presa autonomamente dal premier Giuseppe Conte». Fonti del President del Consiglio assicurano all’Adnkronos che non vi sarebbe stata alcuna telefonata o “pressing” da parte di Salvini e Di Maio contro il premier Giuseppe Conte. Intanto fa riflettere la scelta ultima di ritirarsi: non per aver fatto qualcosa di sbagliato o di illegale – salvo che non escano questioni in merito, ma finora non ve ne sono – ma per non «dare adito a qualcuno che possa dire che mi avvantaggio della mia posizione, noi siamo il Governo del Cambiamento». In questo modo però Conte rinuncia alla possibilità di una cattedra futura per questioni di “trasparenza” e non di effettiva pratica vietata.
LA DIFESA DEL PREMIER CONTE: “RINUNCIO PER SENSIBILITÀ”
Il premier Giuseppe Conte questa volta ‘cala’ il video per annunciare la sua personale “linea difensiva” dopo l’ennesimo caso-mediatico sul concorso alla Sapienza: in poche parole, chiude la polemica con un messaggio destinato comunque a far discutere per qualche “punzecchiatura”, specie contro i media nazionali. «Ho deciso: rinuncio per ragioni di personale sensibilità. Siamo il governo del cambiamento, non voglio che anche solo il sospetto di poter lucrare un vantaggio da questa posizione possa offuscare la mia carriera personale e possa agli occhi dei cittadini che ci hanno votato creare un qualche sentimento negativo», spiega il Presidente del Consiglio, dopo aver elencato tutte i motivi e le ragioni per cui non ha nulla da difendere o da spiegare nel merito delle sue scelte, “tutte legali dal punto di vista giuridico e istituzionali”. Voleva trasferirsi a Roma per stare più vicino a suo figlio e quella domanda al concorso universitario «l’ho fatto a inizio anno quando ancora neanche lontanamente pensavo di diventare premier; non ho mai pensato di ricavare una poltrona a vita da questo incarico” ha detto Conte riferendosi al suo ruolo da premier. Ecco perché mi sarebbe piaciuto partecipare a questo concorso come un semplice cittadino». Ad inizio video era stato lo stesso Conte ad attaccare il “circo mediatico” creato ad hoc con il caso sollevato da Politico.eu, «alcuni giornali ci sono state palesi falsità, alcuni sono fortemente denigratori. Su un quotidiano si parla di bando cucito su misura non riporto il nome del giornale e dell’articolista perché come presidente del Consiglio rispetto la libertà di stampa, anche se questo è un esercizio della libertà di stampa davvero inaccettabile». QUI IL VIDEO INTEGRALE DEL PREMIER CONTE
IRA DEL PD
Nuova polemica che coinvolge il governo, questa volta al centro dell’attenzione il premier Giuseppe Conte e il concorso per la cattedra all’Università La Sapienza. Vi abbiamo riportato il commento di Dino Giarrusso, che ha escluso un suo coinvolgimento nella vicenda, ma il Partito Democratico ha messo nel mirino l’ex inviato de Le Iene. Su Twitter dilagano i messaggi degli esponenti del Partito Democratico contro l’esponente del Movimento 5 Stelle: da Alessia Morani (“Visto il passato da giornalista d’assalto cosa aspetta #Giarrusso a interrogare il professor #Alpa? Magari ci da’ qualche spiegazione sul concorso di #ConteBarone”) a Simona Malpezzi (“Quindi possiamo evitare le interrogazioni? Noi andiamo avanti e quello che #giarrusso ha accennato al telefono ce lo spiegherà nei dettagli #bussetti in commissione e in aula. Perché il fatto è che loro comunque ci provano sempre a fregare gli italiani.#ConteBarone”), passando per Andrea Marcucci (“Il premier #Conte ha mentito anche sul concorso a La Sapienza. Un consiglio spassionato, il professore, mentre studia diritto privato, ripassi anche un po’ di storia dell’Italia contemporanea. In modo particolare il capitolo sull’8 settembre #conteBarone”).(Aggiornamento di Massimo Balsamo)
GIARRUSSO: “NON SONO RESPONSABILE”
Una settimana fa era scoppiato il “caso” Dino Giarrusso, con l’ex Iena nominato dal sottosegretario al Miur Lorenzo Fieramonti nuovo “responsabile del controllo sui concorsi universitari” per via del suo “passato” di inchieste al programma Mediaset. Ecco, appena scoppia il caso-Conte “bis” l’Huffington Post pensa bene di contattare Giarrusso per provare a farsi “spiegare” cosa possa essere successo nel concorso di Roma: «Non sono il responsabile dei concorsi universitari, sono il segretario particolare del sottosegretario Lorenzo Fioramenti. Non sono il responsabile dei concorsi. Ma mi faccia pure la sua domanda», spiega al telefono con la giornalista Gabriella Cerami. Ecco che però, a domanda sul caso Conte, Giarrusso stizzito butta giù il telefono, «Ho capito il perché della chiamata…». Maggioranza “nervosa”? Può essere, di certo il caso politico del giorno è diventato un test universitario: forse, al netto delle possibili gravi conseguenze di un premier che dice la verità “a metà”, ci sono casi e questioni ben più urgenti in questo Paese..
L’IRONIA DEL NEW YORK TIMES
In attesa che il diretto interessato faccia chiarezza in merito alla vicenda o, in alternativa, alle parole di smentita pronunciate l’altro giorno, continua a tenere banco il concorso per una cattedra di Diritto Privato presso l’Università La Sapienza di Roma che vede, tra i vari candidati, anche il premier Giuseppe Conte. E l’eco della querelle è arrivato anche Oltreoceano se pure il New York Times dedica un pezzo al Presidente del Consiglio italiano dal titolo “Il Primo Ministro sta cercando un lavoro di riserva?”. Nell’articolo, il giornalista del Nyt riassume la vicenda e, utilizzando l’arma dell’ironia, si chiede tra il serio e il faceto se Conte non stia già pensando al futuro dato che al momento ricopre un impiego (vale a dire quello di Presidente del Consiglio, NdR) “tradizionalmente precario” e quindi sarebbe interessato a una posizione di riserva come professore in vista di eventuali tempi più grami. (agg. di R. G. Flore)
AVANZATI DUBBI SU LEGITTIMITA’ PROVA
In attesa di ulteriori chiarimenti sulla vicenda, e della eventuale replica del diretto interessato, potrebbe scoppiare nuovamente la polemica attorno all’oramai noto concorso universitario per il “professor” Giuseppe Conte: il Presidente del Consiglio dei Ministri era infatti in ballo per via di una cattedra di Diritto Privato all’Università La Sapienza di Roma ma aveva precisato che, visti i sopraggiunti impegni istituzionali da qualche mese a questa parte, avrebbe dovuto “riconsiderare” la possibilità di partecipare alla prova di inglese assieme agli altri due candidati. Adesso si apprende che la prova è stata solamente rinviata e dunque la precedente dichiarazione del premier potrebbe causargli notevole imbarazzo, mentre dal punto di vista del concorso gli altri due candidati (Mauro Orlandi e Giovanni Perlingieri, figlio del noto giurista Pietro) si sono visti chiedere dalla commissione esaminatrice se volessero posticipare l’esame di inglese vista l’impossibilità di Conte e pare che i due abbiano accettato il rinvio, facendo però mettere a verbale la valutazione di una possibile questione di legittimità circa il rinvio stesso della prova. (agg. di R. G. Flore)
“SOLO RINVIATO ESAME DI INGLESE”
Qualche giorno ga il premier Conte era stato “travolto” da una bufera mediatica per la sua candidatura ad una cattedra di diritto privato all’Università La Sapienza di Roma (dopo un articolo di Politico.eu, ndr): in conferenza stampa il 6 settembre, appena dopo il CdM, lo stesso Presidente del Consiglio aveva spiegato che «Il mio nuovo ruolo mi impone di riconsiderare la domanda». Ecco, la novità di oggi – giorno in cui era fissata la prova d’inglese – arriva proprio dalla Sapienza dove gli altri due candidati si sono presentati per il test: come riporta Repubblica, Giovanni Perlingeri, figlio del giurista Pietro, e Mauro Orlandi, allievo del professor Natalino Irti hanno ricevuto dalla commissione esaminatrice la seguente richiesta, «se volevano sostenere l’esame subito o in futuro con l’altro candidato che aveva chiesto lo spostamento dell’esame per motivi istituzionali». Se tutto fosse confermato, significherebbe che la versione data da Conte è quantomeno “non veritiera” nel proprio contenuto: è vero che ha rinunciato di presentarsi, come premier in carica, ad un esame di inglese ma è altrettanto verso che non si è ritirato bensì avrebbe solo rinviato “per motivi istituzionali”.
QUI LA VICENDA NEL DETTAGLIO DALL’INIZIO
IL “FINTO” PASSO INDIETRO DI CONTE?
Insomma, quel passo indietro del Premier pochi giorni fa potrebbe essere considerato come un “mezzo passo falso” anche nei termini della comunicazione politica: è già infatti scattata la seconda bufera dopo che i due candidati hanno deciso, e messo a verbale, di rinviare l’esame aspettando il Presidente del Consiglio. Non solo, hanno chiesto fosse segnato in via ufficiale «la possibilità di una valutazione di legittimità circa il rinvio della prova», scrive ancora Repubblica. La cattedra della Sapienza si libererà il prossimo 31 ottobre con il pensionamento del professor Guido Alpa, di cui il premier è stato allievo prediletto e favorito: lo stesso Alpa in più occasioni ha spiegato, «Conte è uno studente eccezionale, una persona molto per bene». Inevitabili le ironie sul curriculum di Conte però dopo questo ennesimo “intoppo” che seguono gli altri emersi prima di essere nominato a Palazzo Chigi; su tutti, quando scrisse e inserì nel CV di avere avuto «esperienze alla New York University e in altri quattro atenei internazionali», scoprendo poi di avere invece “gonfiato” il tutto.