Radio Globo, conduttore shock: “Schifo vedere due uomini che si baciano”, scoppia la bufera in quel di Roma. Protagonista del fattaccio Roberto Marchetti, al timone del Morning Show, che è finito nel mirino delle associazioni a difesa dei diritti degli omosessuali. E, sottolinea Repubblica, la curiosità riguarda il dettaglio che Radio Globo è stata partner proprio del Roma Pride, con gli organizzatori della manifestazione che sono sul piede di guerra. Sui social network centinaia di persone si sono scagliate contro Marchetti, a partire da Vladimir Luxuria: “Chi dice che due gay che si baciano fanno schifo ha dei problemini suoi da risolvere, chi lo dice in radio è un problema da risolvere perché non si deve usare la radio per istigare al ribrezzo”. Tra chi chiede provvedimenti immediati e chi propone il boicottaggio dell’emittente, spicca l’analisi su Facebook del portavoce del Roma Pride Sebastiano Secci: “Dopo le scontate polemiche nessuna reazione è pervenuta da Radio Globo che, con il proprio atteggiamento, ha di fatto avallato quanto detto durante la trasmissione di cui ha la piena responsabilità editoriale. Radio Globo si è offerta come media partner del Roma Pride eravamo felici che una radio generalista si impegnasse a divulgare i valori del Pride. Per questo la vicenda ci ha provocato delusione e rabbia, non solo per la gravissima affermazione del conduttore ma anche, e soprattutto, per il silenzio colpevole dell’editore”.
LA REAZIONE DI ROMA PRIDE
Come evidenzia Repubblica, Secci ha poi proseguito: “Il Roma Pride, nei suoi ormai quasi 25 anni di storia, ha fatto della propria piattaforma valoriale e politica l’elemento centrale della sua azione, senza aver timore di rifiutare sponsorship e partnership con aziende e marchi noti ma che non avevano delle policy rispettose dei diritti e della dignità di tutte e tutti. Per questo abbiamo intenzione di interrompere qualsiasi partnership con Radio Globo riservandoci di agire in ogni sede per tutelare il nostro nome e la nostra storia”. E il portavoce del Roma Pride ha evidenziato il suo rammarico: “Nel merito della vicenda ci dispiace dover spiegare a professionisti che lavorano nel campo della comunicazione che la libertà di espressione non è libertà di insulto e che si esercita contro chi è detentore di potere, non contro le minoranze oppresse della società. Questa è solo vigliaccheria che qualifica chi se ne rende autore e complice. Quelle parole gravissime possono avere un impatto ingiustamente doloroso sulle tante persone che ancora oggi lottano per accettarsi pienamente e per ottenere piena dignità nella nostra società. Dispiace che si sia scelto di speculare sulle loro vite e sulle loro difficoltà per ottenere qualche momento di visibilità”.