Il 16 gennaio 2019 è il giorno in cui si aprirà il processo per l’omicidio di Renata Rapposelli, la pittrice teatina scomparsa lo scorso 9 ottobre e ritrovata morta poco più di un mese dopo a Tolentino, nelle Marche. L’ex marito Giuseppe Santoleri e il figlio Simone sono i due imputati: dovranno rispondere dell’accusa di omicidio volontario e soppressione di cadavere. La Procura di Teramo ha firmato il decreto di giudizio immediato. Secondo l’accusa, i due uomini avrebbero ucciso la donna, che era arrivata a Giulianova proprio per incontrare l’ex marito e il figlio, al termine di un’accesa discussione per questioni economiche. Erano stati alcuni amici della donna a denunciare la scomparsa di Renata Rapposelli, il cui cadavere fu ritrovato diversi giorni dopo in una scarpata vicino al fiume Chienti, nelle Marche. Giuseppe Santoleri è detenuto nel carcere di Castrogno di Teramo, mentre il figlio Simone è a Lanciano.
RENATA RAPPOSELLI, EX MARITO E FIGLIO A PROCESSO IL 16 GENNAIO
L’inchiesta sull’omicidio di Renata Rapposelli è stata chiusa nelle scorse settimane, come riportato dal quotidiano online abruzzese PrimaDaNoi.it. I risultati dell’autopsia effettuata sui resti della pittrice hanno evidenziato che la donna è morta soffocata dopo essere stata strangolata. Sul corpo, trovato in un avanzato stato di decomposizione, non sono state trovate ferite d’arma da fuoco né tracce di avvelenamento, mentre sono state riscontrate ferite da corpi contundenti. I medici legali Antonio Tombolini e Loredana Buscemi concordano sulla morte per asfissia. Il movente sarebbe economico: la lite che ha portato all’omicidio sarebbe scaturita dalla richiesta di Renata Rapposelli di ottenere i tremila euro arretrati che gli spettavano per il mantenimento. L’ex marito e il figlio continuano però a respingere ogni accusa, sostenendo di aver accompagnato la donna a Loreto. La Procura è di altro parere: i due uomini avrebbero ucciso la donna e per qualche giorno avrebbero nascosto il corpo della 64enne nella loro macchina, coprendolo con alcuni scatoloni, poi si sarebbero sbarazzati del corpo a Tolentino.