«La crisi degli abusi sessuali sono l’11 settembre della Chiesa cattolica»: alla presentazione del libro “The The Benedict option” alla Camera dei Deputati ha lanciato il grido di allarme Monsignor Georg Gaenswein, prefetto della Casa pontificia e segretario particolare del Papa emerito Benedetto XVI. Dopo lo scandalo cileno e irlandese è sorto quello ancora più grave della Chiesa americana in Pennsylvania: la lettera al Popolo di Dio di Papa Francesco e il conseguente “dossier” di accuse che Mons. Viganò ha lanciato contro gli ultimi tre papati, hanno dato l’ultimo “giro di volta” ad una vicenda che vede molti uomini di Chiesa responsabili ma soprattuto in “ballo” il messaggio centrale del Cristianesimo. L’amore di Cristo e il perdono santo devono convertire cuori e menti verso una maggiore libertà “cosciente”, non sporcare quel Sacro Corpo di Gesù che è il sacerdozio con ignobili atti e abusi: «Nessun vide arrivare l’alluvione, un autentico diluvio universale», spiega nell’incontro odierno organizzato dalla Fondazione De Gasperi – presieduta da Angelino Alfano nella sala Aldo Moro di Montecitorio – lo scrittore del volume su Benedetto XVI, Rod Dreher. «Nel 2012 l’allora Pontefice disse che la crisi spirituale che sta colpendo l’Occidente è la più grave dalla caduta dell’Impero Romano, occorsa verso la fine del V secolo. La luce del cristianesimo sta spegnendosi in tutto l’Occidente», riporta ancora Dreher.
“INASCOLTATO IL GRIDO DI BENEDETTO XVI”
Secondo il ragionamento fatto dal segretario particolare di Papa Ratzinger, «La Chiesa guarda con sconcerto al proprio undici settembre, anche se questa catastrofe purtroppo non è avvenuta in una sola data, ma in tanti giorni, mesi, anni, che hanno creato innumerevoli vittime. Non fraintendetemi: non confronto né le vittime né gli abusi con le 2.996 persone che persero la vita in quegli attentati». Nessuno sinora ha attaccato la Chiesa cattolica con aerei passeggeri, la basilica di San Pietro è ancora in piedi così come le basiliche e le cattedrali europee, da Firenze a Chartres, passando per Monaco di Baviera, «e tuttavia le notizie che arrivano dall’America, tutte queste anime ferite mortalmente, per noi sacerdoti è un messaggio più terribile della notizia che fossero crollate tutte le chiese della Pennsylvania e la Basilica del santuario nazionale dell’Immacolata Concezione di Washington», spiega ancora il prefetto della Casa Pontificia. Gaenswein ricorda poi l’importantissimo viaggio di Papa Benedetto nel 16 aprile 2008 negli Usa: «accompagnai Papa Benedetto a quel santuario nazionale che cercò di scuotere i vescovi convenuti da tutti gli Stati Uniti per la profonda vergogna causata dagli abusi sessuali sui minori e l’enorme dolore sofferto dalla comunità per questi uomini di Chiesa che hanno tradito il loro ministero con questi comportamenti gravemente immorali. Evidentemente invano, come vediamo oggi». Le continue denunce fatte da Ratzinger avevano ben inteso il grado di serietà e gravità degli atti compiuti da parte del clero americano: «la gravità del crimine della pedofilia è paurosa. Gli abusi del clero sono come un attacco alla stessa Chiesa dal suo interno».