Ricorre oggi il 25esimo anniversario del delitto di Elisa Claps, la studentessa potentina che, secondo gli investigatori, fu uccisa il 12 settembre 1993. Per 17 lunghi anni, la sua misteriosa sparizione rimase un giallo, fino a quando il 17 marzo 2010 i suoi resti furono rinvenuti nel sotterraneo della Chiesa della Santissima Trinità, in pieno centro a Potenza. Per gli inquirenti, ad uccidere la giovane fu Danilo Restivo, oggi 46enne, spinto dalla follia omicida dopo essere stato respinto dalla ragazza per la quale aveva perso la testa. Oggi, la Chiesa divenuta suo malgrado il simbolo di una ferita che a distanza di 25 anni ancora stenta a rimarginarsi, continua a restare chiusa, in attesa dei lavori di restauro. Per l’omicidio di Elisa Claps Restivo fu condannato con sentenza irrevocabile a 30 anni di reclusione. L’uomo ha sempre ammesso di aver incontrato Elisa nel giorno della sua misteriosa sparizione ma continua a negare di essere stato lui ad ucciderla. Oggi sta scontando la pena in Inghilterra, dove è stato condannato per un altro delitto, quello di Heather Barnett. Intanto, come spiega l’agenzia di stampa Ansa, nei prossimi mesi prenderà il via il processo in Appello sui fatti relativi al ritrovamento del cadavere della giovane. Nel processo di primo grado erano state condannate a 8 mesi di carcere le due donne delle pulizie con l’accusa di false dichiarazioni al pm, ma la loro pena era stata poi sospesa. Intanto, del caso, uno dei primi ad essere stato affrontato dalla trasmissione Chi l’ha visto, potrebbe tornare ad occuparsene proprio oggi Federica Sciarelli, nel 25esimo anno del delitto di Elisa Claps, nel corso della prima puntata stagionale.



ELISA CLAPS: RESTANO LE OMBRE 25 ANNI DOPO

La verità sull’efferato delitto di Elisa Claps, a 25 anni dalla sua sparizione, resta ad oggi un mistero. Per questo l’associazione Libera di Basilicata continua a chiedere che sia fatta luce su quanto accaduto il 12 settembre del 1993 e a tale scopo, come riporta Repubblica.it, ha tappezzato la città di Potenza di manifesti in ricordo della studentessa uccisa. Don Marcello Cozzi, dell’associazione, ha spiegato: “La vogliamo ricordare così, Elisa con un manifesto, come abbiamo fatto dall’inizio, quando ancora la cercavamo, quando le sue tracce si erano perse nel nulla, quando ancora nessuno immaginava l’atroce verità: era lì, è sempre stata lì, in quel sottotetto, a due passi da tutti”. Quella scoperta macabra, avvenuta solo a distanza di 17 anni dalla scomparsa e a causa di alcuni lavori dovuti a delle infiltrazioni resta una ferita ancora aperta. Sul caso, nonostante la condanna a Danilo Restivo, restano ancora numerose ombre proprio in merito al ritrovamento del cadavere della ragazza. “Sono passati venticinque anni da quel 12 settembre e noi vogliamo continuare a ricordarla non solo per la sua dignità di giovane ragazza a cui è stato tolto il diritto di camminare nel futuro, non solo per il dolore incancellabile e inconsolabile della sua famiglia, ma anche e soprattutto per dire a noi stessi che una memoria senza verità, una memoria che diventa semplice commemorazione, una memoria che ricorda ma preferisce voltare pagina, una memoria che si commuove senza indignarsi, è una memoria complice, sterile e offensiva della dignità di chi non c’è più e di una comunità intera”, ha commentato ancora don Marcello.

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