E’ atteso il rinvio a giudizio per Pietro Capuana, il presunto santone di Motta e l’avvocato Mario Brancato ha fatto il punto della situazione sul suo assistito in un lungo intervento a Storie Italiane. Il legale ha commentato a proposito delle accuse di violenza sessuale su ragazze minorenni: “Lo ha negato categoricamente, offrendo elementi certi che le accuse sono false”. Incalzato dai commentatori, il legale ha poi sottolineato: “Avrei mandato le mie figlie da lui? Le mie figlie non le ho mai mandate in nessuna associazione, non le manderei a casa di qualsiasi persona che conosco. Questo senza che sia un giudizio negativo, mia figlia non l’ho mandata neanche dalle suore”. Dopo aver sottolineato che “le madri erano quasi sempre presenti”, Brancato ha tenuto a precisare: “In questa associazione c’erano anche dei sacerdoti, che erano vicini all’associazione: come mai non si sono accorti di nulla”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



“MI SENTO ADDITATO DA FIGURE MALEFICHE”

Pietro Capuana, atteso rinvio a giudizio del presunto santone: nuovi aggiornamenti sulla drammatica vicenda di Motta. Intervenuto a Storie Italiane, l’avvocato Mario Brancato ha tenuto a precisare: “Qua dobbiamo accertare la verità. Non è una setta, ci tengo a precisarlo. Il rinvio a giustizio è scontato, il processo italiano si basa su due pilastri: accuse e difesa, dovrà essere valutato se gli elementi dell’accusa sono sufficienti o sono contraddetti da quelli della difesa”. E la redazione del programma di Rai Uno ha pubblicato un passaggio di un discorso del Capuana, che ha affermato “di sentirsi additato da figure malefiche”: “Questi giovani hanno 12 persone intorno, di questi 12 ognuno appartiene a uno dei 12 gradi. Ma di uno solo, non tutti e 12”, e ancora che “questo è l’ordine. Chi ci vuole stare ci sta, chi non ci vuole stare prende e se ne va. Chiunque non mi ascolta è fuori dalla comunità. Chiunque, anche uno dei 12 anche se grandi”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



“COMUNITA’ RICONOSCIUTA CON ATTO NOTARILE”

Vi abbiamo raccontato l’inchiesta di Storie Italiane su Pietro Capuana, il santone di Motta (Catania) indagato per presunti abusi sessuali su minorenni. Nel corso della trasmissione condotta da Eleonora Daniele è intervenuto anche il suo avvocato Mario Brancato, che ha sottolineato: “Non c’è dubbio che la pedofilia va colpita, ma questo processo ha dimostrato assoluta inconsistenza del reato. E’ vero che la ragazza ha fatto dichiarazioni contro Capuana, ma queste dichiarazioni sono state valutate come inconsistenti. Bisogna attenerci agli atti processuali: non è bieco garantismo, ma la certezza del diritto. Tutto è da verificare nel processo secondo le regole che il nostro codice impone”. E a proposito delle affermazioni del santone: “Capuana non ha mai detto di essere l’incarnazione dello spirito santo, né di essere l’incarnazione dell’Arcangelo. Infine, a proposito della ‘Setta satanica’: “La comunità è riconosciuta con atto notarile”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



PIETRO CAPUANA, IN LIBERTA’ IL SANTONE DI CATANIA

Dal 2 agosto scorso Pietro Capuana, 73enne a capo di una setta spirituale catanese, è tornato in libertà. Il “santone” era finito agli arresti domiciliari a seguito delle gravissime accuse di violenza sessuale ai danni di una serie di ragazze anche minorenni, ma il Gip ha deciso di revocare la misura cauterale, con Capuana che è quindi tornato in libertà. Nonostante le testimonianze di abusi sessuali indicibili, il tribunale ha rimesso a piede il libero il capo della comunità “Cultura e ambiente”, e i suoi collaboratori, Fabiola Raciti, Rosaria Giuffridi e Katia Scarpignato. A Storie Italiane si è tornati a trattare questo caso che ha scosso la provincia di Catania, ma la comunità in questione fa muro, e si stringe attorno al suo capo.

“HO UN GRANDE RIMORSO…”

L’inviato del programma di Rai Uno ha provato a cercare Capuana nella sua abitazione, nonché nella comunità stessa, ricevendo però solamente risposte negative, e un invito, seppur garbato, ad andarsene. Sono state intervistate anche due delle madri delle numerose ragazze (tutte di età comprese fra gli 11 e i 25 anni), abusate dal santone: «Il rimorso più grande è non essermi accorta prima di quello che stava accadendo – racconta una mamma disperata – mi è crollato il mondo addosso. Perché poche ragazze lo hanno accusato? Omertà, paura, vergogna, paura della reazione dei familiari o del marito, molte vittime erano sposate e avevano dei bambini». Quindi la madre aggiunge: «Voglio far capire chi è Capuana e che cos’è l’associazione in questione: la gente che l’ha seguito e che non ha capito, non è più affare mio».