Un evidente cold case, quello che riguarda la scomparsa 28 anni fa del sottufficiale della Marina Militare esperto di guerre elettroniche Davide Cervia. Rapito fuori della propria abitazione a Colle dei Marmi, non è mai stato ritrovato, né una richiesta di riscatto è mai stata fatta. E’ stato così deciso di riaprire il processo sul fatto, dopo che la moglie e i figli in questi 28 anni non hanno mai smesso di chiedere la verità. Addirittura il ministero della difesa è stato condannato due anni fa per aver negato il diritto alla verità alla famiglia: dal suo curriculum militare il ministero ha fatto sparire tutte le sue specializzazioni.
DAVIDE CERVIA, NUOVO PROCESSO A DICEMBRE
Ci sono però dei sospetti inquietanti. Cervia potrebbe essere coinvolto nel caso del volo di linea abbattuto il 27 giugno 1980 a Ustica, altre piste invece portano all’imminente guerra in Iraq del 1991. Quattro mesi dopo la famiglia viene contattata da un personaggio misterioso che offre loro un miliardo di lire per tacere e non occuparsi più della faccenda. Arrivano poi lettere misteriose: in una si dice che l’uomo sia rimasto ucciso a Baghdad durante i bombardamenti americani, un’altra lo dà prigioniero in Libia o in Arabia Saudita. Nel 2000 la vicenda viene archiviata dalla Corte di appello di Roma per mancanza di qualunque indizio. Le sue alte conoscenze di guerra elettronica portano i sospetti su Iraq e Libia, mentre alcuni anni dopo la scomparsa viene individuato un biglietto aereo a nome Monsieur Cervia diretto a Parigi.