Parlando da piazza De Ferrari gremita, il premier Conte presenta come promesso il decreto Salva Genova approvato ieri sera in CdM dopo le tante polemiche anche con le autorità locali (su tutti, il Commissario Toti), subito dopo aver salutato commosso le vittime del ponte Morandi: «Oggi non mi limito a rendere una testimonianza, avevo anticipato che non sarei venuto a mani vuote. Ho portato dei fogli, sono fogli bianchi? No, sono pieni di fatti, di misure concrete. Qualcuno ha detto che siamo stati a litigare al Cdm, no siamo stati ad operare per confezionare questo decreto». Riguardo al nome del Commissario per la ricostruzione, manca ancora del tempo anche se il Premier ha fissato la scadenza: «A dieci giorni dall’entrata in vigore del decreto ci sarà il commissario con un mio decreto, ed è un commissario che avrà pieni poteri», rilancia Conte non prima di lanciare un’ennesima “pizzicata” pesante al board di Autostrade per l’Italia, «Non abbiamo ceduto al ricatto di offrire ad Autostrade la ricostruzione del ponte, lo faremo a spese di Aspi ma la procedura per la revoca della concessione resta in piedi e si completerà». 



CONTE: “ASCOLTERÒ TOTI E BUCCI”

Oggi il Premier Conte sarà a Genova per le commemorazioni ad un mese da quel terribile 14 agosto: come ha anticipato sui social, «avevo promesso che sarei tornato presto a Genova. Domani (oggi, ndr) ad un mese dalla tragedia del Ponte Morandi, tornerò ma non a mani vuote. Porterò con me il Decreto Emergenze che contiene misure per famiglie e imprese colpite e una soluzione per ricostruire presto il ponte». I problemi però ci sono eccome, a cominciare dal nome del Commissario che ancora manca e che pare sia stato “bloccato” dal M5s che non voleva Giovanni Toti con ancora più poteri nei prossimi mesi di ricostruzione. « Non fate campagna elettorale su questo. Il “decreto Genova” è un decreto costruito all’insaputa delle istituzioni locali, di Regione e Comune», spiegava ieri sera a Porta a Porta il Presidente della Liguria, infuriato con il Governo per aver ritardato ancora il Decreto e perché, pare, non sia stato letto da quasi nessuno all’infuori di Toninelli e Di Maio prima di arrivare ieri sera in Consiglio dei Ministri. «A me interessa poco quello che succede fuori dalla regione. Io chiedo che questo ponte venga ricostruito in fretta. Qualsiasi misura acceleri mi vedrà sostenitore, mentre qualunque cosa faccia confusione mi vedrà ferocemente ostile», ha rilanciato ancora Toti, parzialmente “calmato” da Conte che giusto questa mattina ha fatto sapere che «incontrerò e ascolterò Toti e Bucci, poi decideremo». (agg. di Niccolò Magnani)



PD CHIEDE NUOVO SOSTEGNO ECONOMICO

Il Decreto Urgenze per Genova è stato approvato dal Governo, ma per il Partito Democratico ci sono ulteriori passi in avanti da compiere per garantire e aiutare la popolazione colpita dalla tragedia del Ponte Morani. In particolare, il PD ha chiesto aiuti economici più ingenti in favore dei familiari delle vittime con un DDL a firma della senatrice Roberta Pinotti e del senatore Vito Vattuone e sottoscritto da tutti i senatori del Partito Democratico. Si spiega nella nota che illustra il DDL: “Si tratta di un contributo finalizzato ad affrontare le difficoltà, anche di natura economica, determinatesi all’indomani dell’evento. Il ddl prevede lo stanziamento complessivo di 50 milioni di euro per l’anno 2018. Per ciascuna vittima è attribuita ai familiari una somma complessiva non inferiore a 500.000 euro, determinata tenendo conto anche dello stato di effettiva necessità. Ai soggetti che hanno riportato lesioni gravi e gravissime è attribuita una somma determinata in proporzione alla gravità delle lesioni subite e tenendo sempre conto dello stato di effettiva necessità, non inferiore comunque a 200.000 euro.” (agg. di Fabio Belli)



IN ARRIVO AGENZIA INFRASTRUTTURE

“Salvo intese”, così è stato dato il via libera al Decreto urgenze per Genova. Verrà quindi sottoposto a Giovanni Toti e Marco Bucci, che potranno dare dei suggerimenti. «Presenterò loro il lavoro del governo e ascolterò i loro contributi. Mi sono sentito ieri sera e oggi due volte con Toti, c’è un dialogo continuo», ha spiegato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in conferenza stampa. Sul Dl “Disposizioni urgenti in materia emergenziale”, modificabile nei prossimi giorni prima di essere sottoposto al Parlamento, si evidenza comunque la distanza tra Movimento 5 Stelle e Lega. Non è stato infatti scelto il commissario per la ricostruzione: verrà individuato «successivamente» con un Dpcm, precisa il premier. «Ci sarà un commissario straordinario ad hoc che avrà ampi poteri di procedere e di disporre, e consentire a Genova di avere un ponte più bello, più nuovo e un rilancio della sua immagine», si è limitato a dire. Il decreto prevede anche una «facilitazione fiscale per le imprese», ma è stato anche «disposto di istituire un contribuito di sostegno per i privati le cui abitazioni sono dichiarati inagibili e contributo forfettario per i beni immobili o danneggiati e abbiamo contributo di sostegno una tantum alle imprese danneggiate dal crollo».

Al ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli il compito di presentare i tre punti chiave del decreto. Il primo riguarda l’istituzione di un’Agenzia nazionale per la sicurezza sulle infrastrutture. Verranno assunti 250 ingegneri e altrettanti esperti. Tra i suoi compiti il monitoraggio costante delle infrastrutture: «Passiamo dalla logica dell’emergenza con le lacrime agli occhi alla logica della prevenzione», ha spiegato in conferenza stampa il ministro Toninelli. Il secondo punto del decreto è la creazione di un archivio centrale nazionale che faccia una fotografia dello stato delle nostre infrastrutture. Infine, il monitoraggio: «Quei dati andranno a collegarsi con le nuove tecnologie che i concessionari andranno ad applicare sulle infrastrutture da tenere sotto controllo attraverso sensori». Dopo l’approvazione del decreto ci sarà anche una revisione delle tariffe: «I pedaggi autostradali potrebbero addirittura diminuire», ha concluso Toninelli. (agg. di Silvana Palazzo)

COMMISSARIO, DOPO NO M5S A TOTI E BUCCI SPUNTA RIXI

Il decreto sul ponte di Genova non è slittato. Sembrava che sarebbe andata così a causa del braccio di ferro tra Movimento 5 Stelle e Lega, invece così non è stato. E quindi c’è stato il via libera del Consiglio dei ministri al decreto “urgenze” su Genova, Ischia e Centro Italia, oltre che al decreto “concretezza”. Lo ha annunciato ai cronisti uscendo da Palazzo Chigi il ministro per il Sud Barbara Lezzi. Alcune fonti contattate da Quotidiano.net prima della diffusione dell’ordine del giorno ventilavano le ipotesi di un via libera parziale, con le formule “salvo intese” o “approvazione con avvio esame”. E infatti è stata adottata la prima formula. Uno dei nodi chiave era quello del commissario per la ricostruzione di Genova: era stata proposta la nomina diretta del commissario già nel decreto legge, con in pole position il sottosegretario alle Infrastrutture Edoardo Rixi (Lega), genovese, su cui non ci sarebbe l’ok dei Cinque Stelle. Si attendono dunque aggiornamenti sulla nomina. «Io domani torno a Genova a celebrare con le autorità locali e i cittadini la triste ricorrenza, ma non a mani vuote. Portiamo questo decreto che introduce disposizioni urgenti per il ripristino delle normali condizioni di vita della popolazione locale», il commento del premier al termine del Consiglio di ministri. (agg. di Silvana Palazzo)

DECRETO GENOVA, TOTI: “PUÒ SLITTARE”

È atteso questa sera il Decreto Genova in consiglio dei ministri. Luigi Di Maio, vicepresidente del Consiglio, ha assicurato che «arriverà un nuovo decreto che è il decreto urgenze», e lo stesso ha confermato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti. Il dl conterrà tutte le manovre straordinarie in merito alla demolizione del ponte Morandi, e alla successiva ricostruzione dello stesso, e bisognerà capire se verrà svelato o meno il nome del super commissario che si occuperà dell’intera questione. Nel frattempo si è tenuta una telefonata chiarificatrice fra il governatore della Liguria, Toti, e il premier Conte, dopo le frizioni degli scorsi giorni, in merito ai contenuti del decreto: «Va concordato, condiviso e poi portato in Consiglio dei Ministri – dice l’esponente di Forza Italia – se ce la facciamo per oggi pomeriggio, chapeau, ne sono molto felice, se non ce la facciamo non morirà nessuno se dovesse slittare di una settimana». È ancora “in progress” il lavoro di limatura del decreto “urgenze” che riguarderà la città di Genova. L’Ansa parla di divergenze tra M5S e Lega sul nome e i poteri da attribuire al nuovo commissario per la ricostruzione. Ma si cerca di smussare ogni tensione. «Si tratta di limature, non di contrasti. Tutto si aggiusta», spiegano fonti dell’esecutivo. Clicca qui per il nostro precedente approfondimento sul decreto Genova

IL 25 SETTEMBRE L’INCIDENTE PROBATORIO

Prima delle demolizione e della ricostruzione del nuovo viadotto, si terrà l’incidente probatorio (il primo dei due), precisamente il prossimo 25 settembre, con tre periti che sono stati nominati: si tratta del professor Gianpaolo Rosati del Politecnico di Milano, del professor Massimo Losa dell’università di Pisa e del professore Bernhard Elsener, dell’ateneo di Zurigo, tutti ingegneri ed esperti in materia di demolizioni e costruzioni. Infine, per quanto riguarda la ricostruzione, sembra sempre più certa la presenza di Fincantieri, con Autostrade che dovrebbe comunque mantenere la concessione, di modo che possa pagare la rinascita del ponte progettato da Renzo Piano.