Denis Verdini è stato condannato a 5 anni e mezzo di carcere per la bancarotta fraudolenta della Società Toscana edizioni. Il Tribunale di Firenze ha condannato invece a 5 anni l’ex deputato di Forza Italia Massimo Parisi. I giudici hanno deciso per entrambi l’interdizione perpetua dai pubblici ufficiali. Gli altri tre imputati nel processo sono stati condannati a tre anni: erano tutti amministratori della Ste, che pubblicava il Giornale della Toscana. Tra loro figura l’ex deputato di Ala, Massimo Parisi. Il pm Luca Turco aveva chiesto tre anni per l’ex senatore Verdini, accusato del fallimento della società editoriale, travestita da cooperativa secondo la Procura, e due anni per Parisi. Secondo la Procura, Verdini avrebbe dato il colpo di grazia alla Ste prelevando sui conti e distraendo i soldi della società per fini personali. Accuse che Verdini ha respinto, addebitando la colpa del fallimento proprio all’indagine della magistratura.
DENIS VERDINI CONDANNATO A 5 ANNI E MEZZO
Il nome del politico toscano negli ultimi tempi è comparso in diverse indagini. Denis Verdini, ad esempio, è finito nell’inchiesta che ha portato all’arresto dell’ex giudice del Cga siciliano Giuseppe Mineo per corruzione in atti giudiziari e in tante altre. Lo scorso 5 luglio è stata chiesta la sua condanna nel processo per la compravendita di un immobile in via della Stamperia, nel centro storico di Roma, acquistato per 44,5 milioni di euro da una società amministrata all’epoca dal senatore di Forza Italia Conti che poche ore prima l’aveva rilevata per 26 milioni di euro. In questo caso il pm ha chiesto due anni per Verdini, estraneo all’operazione di compravendita e imputato solo con l’accusa di finanziamento illecito. Altro processo che ha visto coinvolto Verdini è quello del crac della banca del Credito Cooperativo Fiorentino, di cui è stato presidente dal 1990 al 2010 e fallita nel 2012. L’ex senatore era imputato nel processo in quanto ex presidente dell’istituto bancario e le accuse ai suoi danni erano, tra le altre, bancarotta e truffa ai danni dello Stato. È stato condannato a sei anni e 10 mesi in secondo grado, dopo che nel primo ne erano stati chiesti nove. Ed è in questo filone processuale che entra la vicenda della bancarotta della Ste, i cui giornali sarebbero serviti a drenare fondi pubblici.