Sono passati 30 anni dall’approvazione delle leggi razziali in Italia, i provvedimenti rimasti in vigore nel nostro Paese dal 1938 e i primi cinque anni del 1945. Oggi se ne è parlato anche nel corso della nuova puntata de La Vita in Diretta con una testimonianza importante, quella di Lia Levi, nota scrittrice e giornalista che ha vissuto in prima persona gli anni in cui erano in vigore le leggi razziali, poiché appena una bambina. Furono proprio loro a toglierle dignità. “Ognuno ha un proprio destino, il momento solenne in cui qualcuno mi spiegasse il perché delle leggi razziali non l’ho avuto”, ha spiegato la scrittrice a Tiberio Timperi nel corso di una toccante intervista. “La mia famiglia ha minimizzato su quello che accadeva e mi veniva presentato come qualcosa di “normale””, ha aggiunto. Il momento in cui però Lia comprese che qualcosa stava accadendo, pur non comprendendone bene il senso fu l’anno in cui la madre le disse di non poter andare a scuola. Per lei quella fu una vera e propria angoscia per tutta “una serie di fatti che non ti vengono spiegati e sentivo che nella mia vita c’era qualcosa da nascondere, qualcosa di vergognoso che non doveva essere detto agli altri”.



LIA LEVI E LE LEGGI RAZZIALI

Il periodo in cui furono promulgate le leggi razziali, per Lia Levi era quello vissuto a Torino con la sua famiglia, sebbene molto presto, insieme ai genitori ed alla sorellina fu costretta a lasciare la sua città. “L’abbiamo dovuta abbandonare perché mio padre ha perso il lavoro per le leggi razziali ed ha cercato un nuovo lavoro in nero ma lo ha trovato solo a Roma, dove ci siamo poi trasferiti a vivere”, ha raccontato oggi a La Vita in Diretta. Per lei il trauma non è stato così grande grazie alla presenza di una scuola ebraica: “stando con altri ebrei si sentiva meno la persecuzione perché eravamo un gruppo. C’era meno tragicità ma occorre far capire cosa significa vivere con la sensazione di qualcosa di misterioso nella propria vita, come se ci fosse qualcosa che non andasse”. In chiusura di ospitata, la scrittrice ha commentato: “la paura era non sapere di cosa dovevo avere paura. Quando l’ho capito ho compreso che dovevo aver paura”. Nella giornata di oggi, inoltre, presso il museo ebraico di Roma si inaugura la mostra “Italiani di razza ebraica: le leggi antisemite del 1938 e gli ebrei”; in occasione degli 80 anni dall’emanazione delle leggi razziali.

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