Sono passati otto mesi dall’orribile morte di Pamela Mastropietro, la giovane 18enne romana uccisa e fatta a pezzi a Macerata. per questo incredibile delitto è finito in carcere Innocent Oseghale, mentre per Lucky Awelima e Desmond Lucky sono cadute le accuse più gravi restando in piedi solo quelle per spaccio di eroina. Il nigeriano 29enne attualmente in carcere ha ammesso la morte di Pamela sostenendo però che questa sia avvenuta in seguito ad una overdose. Quindi l’avrebbe smembrata e abbandonato il suo corpo fatto a pezzi in due trolley. La morte della giovane Pamela resta una ferita apertissima in Alessandra Verni, madre della 18enne uccisa in un modo brutale. La donna è tornata a parlare ai microfoni della trasmissione La vita in diretta ed a chiedere più che mai che venga fatta luce su quanto realmente accaduto alla giovane figlia. “La morte di mia figlia ha scoperchiato tutto marchio di questo mondo, la disumanità, la cattiveria, la violenza”, ha esordito la madre di Pamela Mastropietro nella prima parte dell’intervista rilasciata in tv. Sono ancora numerosi i dubbi in merito a quanto accaduto otto mesi fa e la donna non può che tirare le somme di ciò che ad oggi ancora non tornerebbe.
PARLA LA MADRE DI PAMELA MASTROPIETRO
Secondo Alessandra, mamma di Pamela Mastropietro uccisa alla fine dello scorso gennaio, la vicenda ha ancora troppe responsabilità tutte da chiarire. “Non mi torna la comunità, non mi tornano alcune persone che mia figlia ha incontrato durante il tragitto fino alla stazione dove poi ha perso il treno, non mi torna quello che dice Oseghale che è molto contraddittorio”, ha aggiunto la donna. Il 29enne nigeriano, intanto, continua a negare di averla uccisa sostenendo la tesi del rapporto consensuale e dell’overdose: “Vorrei sapere tutta la verità da quell’uomo”, ha aggiunto la madre di Pamela. “Vorrei che parlasse e che un giorno me lo dicesse in faccia, non avrei paura”, aggiunge. A smentire la versione del 29enne sarebbe stata però l’autopsia che parlerebbe di numerose coltellate inferte e non uno choc immediato da overdose. Anche la madre, durante il riconoscimento del corpo, non avrebbe riconosciuto i segni della morte per overdose ma piuttosto quelli di un decesso brutale. Alessandra ha ricordato anche il periodo difficile vissuto dopo aver scoperto della dipendenza della figlia. Al di là dell’indescrivibile dolore, oggi le fa ancora più male la cattiveria delle persone su quanto detto sul conto della figlia. Ciò che a sua detta la gente non ha capito di questo caso terribile, a sua detta, è che “può capitare a chiunque”. Come fa a sopportare tutto questo? “Con la forza della fede, so che c’è l’Aldilà perché l’ho visto quando ho partorito mia figlia”, ha chiosato la donna.