Far credere a una ragazzina di essere innamorati lei è facile, a quell’età si crede a tutto o quasi, e si desidera essere felici. Convincerle, dopo averle fatto credere questo, a farsi mandare foto “hot” è già più difficile, ma a quanto pare non impossibile. Ci sarebbe da indagare su questa “libertà”, ma così ha fatto un ragazzo 21enne residente a Ischia ma di origine modenese. Una volta ottenute le prime foto a contenuto sessuale, ne chiedeva di sempre più spinte: se rifiutavano le avrebbe ricattate. Fortunatamente un padre di una di queste ragazze ha scoperto il brutto gioco e si è risaliti al ricattatore: a casa sua apparecchiature elettroniche come pc, smartphone, hard disk contenenti materiale pedopornografico. Adesso il giovane è in carcere (Agg. Paolo Vites)
MATERIALE PEDOPORNOGRAFICO
Ci è voluto un bel po’ di mesi prima di riuscire ad avere tutto il materiale possibile per identificarlo e poi incastrarlo, ma i carabinieri questa mattina sono finalmente riusciti: un 21enne è stato arrestato dal Commando di Ischia a Prignano sulla Secchia, in collaborazione con i carabinieri di Sassuolo (il giovane era originario del Modenese, ndr). Le accuse sono gravissime: produzione e divulgazione di materiale pedopornografico, oltre che ricatti a minorenni e minacce. Il giovane presunto pedofilo adescava online alcune ragazzine con cui intratteneva diverse relazioni a distanza, poi però al culmine del rapporto sentimentale le spingeva a mandargli foto e video hot tramite Instagram e WhatsApp, e a quel punto scattava il piano diabolico. Nel momento in cui le ragazzine si sentivano turbate nel mandare pose e video sempre più “spinti”, lui le ricattava dicendo che avrebbe diffuso le immagini precedentemente avute se non avesse acconsentito ad altro materiale pedopornografico.
DECISIVA LA DENUNCIA DI UN PADRE DELLE 26 VITTIME
La segnalazione decisiva è giunta da un papà delle 26 vittime, residenti su tutto il territorio nazionale: sono state tutte “intercettate” dal pedofilo 21enne (B.A.) ma una di loro ha raccontato tutto ai genitori che si sono subito messi all’opera denunciando alla polizia e ai carabinieri e permettendo l’inizio delle indagini. Nel corso delle investigazioni coordinate dalla Procura di Napoli, i carabinieri hanno sequestrato diverse apparecchiature elettroniche (pc, smartphone, hard disk) ma anche ritrovato ulteriore materiale pedopornografico nell’abitazione dell’arrestato. Addirittura, spiegano gli inquirenti, in qualche caso la minaccia mandata alle minorenni consisteva in alcuni filmati del terrorismo islamico per suscitare ancora più timore e panico tra le ragazzine.