Le detenute non la vogliono, non la sopportano e soprattutto non intendono stare nelle stesse stanze di chi è accusata (e condannata in 2 gradi di giudizio) di avere ucciso il figlio Lorys. Oggi si torna a parlare di Veronica Panarello a Pomeriggio 5 dopo le ultime novità emerse in questi giorni in merito alle condizioni della ex sig. Stival. Come ha raccontato il settimanale Cronaca Qui, lo scorso 11 agosto la Panarello è stata scortata dalla Polizia Penitenziaria dalla Sicilia fino a Torino, Aeroporto Caselle: «Studiando e lavorando, seppur dietro le sbarre. Lo potrà fare nel carcere di Torino, da sempre fiore all’occhiello, in un sistema penitenziario italiano che fa acqua da tutte le parti, quando si tratta di dare un senso a quella funzione rieducativa che dovrebbe accompagnare la detenzione», scrivevano allora i colleghi della cronaca. Oggi si ritrova sempre a Torino ma completamente isolata, proprio per quel “isolamento imposto” dalle altre detenute. (agg. di Niccolò Magnani)
“NON HO NOTIZIE DI MIO FIGLIO”
Nuove dichiarazioni di Veronica Panarello dal carcere de Le Vallette di Torino, con la madre accusata dell’omicidio del figlio Lorys Stival che ha chiesto di tornare a Catania, denunciando di non avere notizie dell’altro piccolo. L’avvocato Daniele Scrofani, che difende il marito David Stival, ha replicato così alle accuse della donna: “Non è una informazione corretta, Davide ha sempre onorato il provvedimento: ha mandato foto e lettere, l’avvocato Villardita sa che Davide lo ha fatto anche prima della sentenza, a luglio e anche pochi giorni fa”. L’avvocato Villardita, legale della Panarello, è poi tornato sul paragone con Annamaria Franzoni e la disparità di trattamento: “L’esito della prima perizia è che ci sono dei tratti disarmonici di personalità, che sono la causa dell’improvvido comportamento processuale. Se l’improvvido comportamento processuale è derivato da un tratto disarmonico di personalità talmente forte, le generiche potevano essere date. Noi andremo in Cassazione e vedremo cosa succederà, non voglio paragonare due casi: qua il problema è l’omicidio del figlio. Fermo restando la responsabilità penale. Generiche sì, generiche no in situazioni analoghe”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“VOGLIO TORNARE A CASA!”
Giungono nuove dichiarazioni di Veronica Panarello dal carcere di Torino, riportate in esclusiva da Storie Italiane: “Non sto bene, voglio tornare a casa mia. Sono isolata, le altre detenute non mi vogliono. Non so più nulla di mio figlio, mi manca il mio bambino. La condanna a 30 anni è ingiusta. Voglio conoscere le motivazioni della sentenza per capire perché devo restare in carcere”. Circostanza confermata anche dal suo avvocato Villardita: “Lo confermo, l’ex coniuge era obbligato a dare notizie e a mandare fotografie del figlio, ma non l’ha fatto”. E sorge un interrogativo più che lecito: “Trattamento diverso rispetto alla Franzoni (agli arresti domiciliari, ndr)? Io sono abituato a rispettare le sentenze e appellarle nelle sedi giudiziarie. La differenza la intravedo nelle richieste fatte dalla difesa: noi abbiamo richiesto una prima perizia psichiatrica e ne abbiamo chiesta un’altra in appello, che non ci è stata concessa, a differenza di quanto accaduto alla Franzoni”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
LA NUOVA VITA DI VERONICA PANARELLO
Veronica Panarello e Annamaria Franzoni: la nuova vita delle due madri condannate per l’omicidio dei figli al centro di Storie Italiane di oggi, giovedì 13 settembre 2018. Veronica e Annamaria sono state al centro dell’attenzione mediatica per la morte dei rispettivi figli Lorys Stival e Samuele Lorenzi. La Panarello, condannata a trent’anni di carcere per la morte del piccolo Lorys, ha iniziato una nuova vita: dopo aver chiesto il trasferimento dal Carcere di Piazza Lanza a Catania al penitenziario Le Vallette di Torino, la donna ha voluto ripartire da zero e avere la possibilità di tornare a studiare e a lavorare nell’ambito di un programma rieducativo che in Sicilia non sarebbe stato possibile seguire. Secondo quanto riporta Giallo, la Panarella è in prova per tre mesi: saranno le autorità competenti a vagliare la sua condotta in questo periodo per una possibile permanenza nella struttura piemontese.
LA NUOVA VITA DI ANNAMARIA FRANZONI
Come per Veronica Panarello, anche Annamaria Franzoni ha iniziato una nuova vita. La donna, protagonista del primo grande evento mediatico su un infanticidio, risalente al 2002 a Cogne, è stata condannata in via definitiva a 16 anni di reclusione per la morte del figlio Samuele Lorenzi. La Franzoni ha trascorso sei anni dietro le sbarre prima di poter ritornare a casa ai domiciliari: secondo quanto riportato recentemente proprio da Storie Italiane, oggi vive con la famiglia in una nuova casa in provincia di Bologna. Il marito Stefano Lorenzi non l’ha mai abbandonata fin da quel lontano 30 gennaio 2002. Ricordiamo che la donna continua a dichiararsi innocente, attribuendo la morte del piccolo (Samuele aveva appena tre anni, ndr) a una persona sconosciuta. Inoltre, l’arma del delitto non è mai stata rinvenuta ma numerosi indizi hanno incastrato la madre: su tutte, le tracce ematiche su ciabatte e vestiti.