Una sentenza a tratti sorprendente che potrebbe fare giurisprudenza e soprattutto cambiare le carte in tavola riguardo i diritti di mantenimento dopo il divorzio, materia che è già sotto la lente d’ingrandimento del Governo e che sta subendo profonde trasformazioni. In attesa che venga ridefinito il sistema di distribuzione degli assegni di mantenimento, farà sicuramente discutere quanto deciso dai giudici del Tribunale di Roma che, a fronte delle inadempienze di un ex marito che non paga gli alimenti per le figlie a una moglie separata, ha accolto le istanze dell’associazione “Avvocato del cittadino”, alla quale la donna si era rivolta, e ha stabilito che a pagare debba essere il datore di lavoro. I 700 euro di mantenimento stabiliti dovranno dunque essere corrisposti all’ex congiude dal datore di lavoro dell’uomo, in alternativa al pignoramento di parte dello stipendio.



SENTENZA RIVOLUZIONARIA?

Come si legge nella sentenza, di fronte alla “comprovata e ripetuta inadempienza del coniuge“, il datore di lavoro dovrà corrispondere alla donna “dal mese successivo alla pubblicazione del provvedimento la somma di 700,00 euro mensili da trattenere sulla retribuzione del proprio dipendente“. Ovviamente dai toni trionfali il commento dell’associazione “Avvocato del cittadino” che è riuscito ad arrivare alla sentenza, che ha spiegato in una nota: “Una grande soddisfazione per la signora, finalmente, ogni mese, non dovrà più scontrarsi con l’inerzia e l’incuranza del marito e potrà così garantire alle sue figlie il congruo mantenimento stabilito nell’accordo di separazione.” In attesa delle motivazioni, la decisione apre il fronte ad una possibile rivoluzione in merito, che potrebbe caricare di oneri imprevisti i datori di lavoro di coppie separate.

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