Sono cominciate le operazioni di installazione dei sensori che dovranno sorvegliare i tronconi del ponte Morandi che rischiano di crollare. Con l’ausilio di una gru per poter operare restando lontano dal ponte ancora pericolante, i vigili del fuoco hanno raggiunto diversi punti della struttura e installato i sensori che forniranno le informazioni sulle condizioni del ponte ed eventuali vibrazioni in tempo reale. I tecnici potranno stabilire anche se e quando gli sfollati potranno rientrare nelle loro abitazioni per recuperare oggetti personali, di valore e ricordi di famiglia. Intanto la Guardia di Finanza ha consegnato ai pm di Genova una lista di 60 nomi che potrebbero essere coinvolti nell’inchiesta sul crollo. Ora i magistrati dovranno analizzare il documento e stabilire se iscrivere altre persone nel registro degli indagati, oltre alle 20 già presenti. Tra i nuovi nomi ci sarebbero dipendenti, tecnici dirigenti di Autostrade, del ministero dei Trasporti e di Spea, persone che a vario titolo erano a conoscenza delle condizioni del ponte. (agg. di Silvana Palazzo)
FELICITÀ GIANLUCA: DA VITTIMA DEL CROLLO A PAPÀ
E così succede che da una tragedia come quella del viadotto Morandi di Genova, che proprio ieri ha compiuto un mese di vita, possano nascere delle storie piacevoli, quasi delle favole. E’ quella che vede come protagonista Gianluca Ardini, ragazzo di 29 anni che quel giorno di un mese e un giorno fa, rimase incastrato fra le lamiere del suo furgone nei detriti del ponte. Giovedì scorso, poco prima della mezzanotte, Gianluca è diventato papà: «E’ nato giovedì, due minuti prima della mezzanotte – le parole della vittima, intervistato dai microfoni del quotidiano LaRepubblica – Mi hanno avvisato per telefono: praticamente è come fossi stato lì». E’ ancora in ospedale Gianluca, ricoverato presso il San Martino di Genova con evidenti busti e tutori per sistemare le fratture, ma si sente un miracolato: «Non ho ancora visto mio figlio – dice – è una sofferenza essere distante dalla mia compagna. Ma potevo non esserci, quindi va bene così. Ora voglio una vita tranquilla». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
IL COMMENTO DI TOTI
Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti incalza il governo all’indomani dell’annuncio del premier Giuseppe Conte della nomina del commissario straordinario alla ricostruzione del ponte di Genova tra una decina di giorni. «Non tollereremo più ritardi», ha dichiarato il governatore mentre vanno avanti i lavori per la messa in sicurezza dell’area sotto il ponte Morandi. «se i tempi per la ricostruzione del ponte Morandi non saranno quelli previsti da noi ne risponderanno davanti ai liguri e agli italiani», ha dichiarato su Facebook Toti. Il commissario per l’emergenza si aspetta entro settembre l’inizio della demolizione ed entro novembre l’apertura del cantiere. «Non tollereremo un’ora di ritardo, per nessuna ragione al mondo», ha ribadito il presidente della Regione Liguria. Ad un mese dal crollo sono state trovate le case per gli sfollati, mentre mercoledì Toti inaugurerà col sindaco Bucci la nuova strada a mare, realizzata in trenta giorni; si lavora anche per il montaggio dei sensori. «Grazie per la fiducia e l’affetto che ci avete dimostrato ieri nella nostra bellissima piazza», ha concluso Toti. (agg. di Silvana Palazzo)
COMMERCIANTI DI CERTOSA FRA LE VITTIME “NOI IN GINOCCHIO”
Nella giornata di ieri Genova si è fermata. Alle 11:36 il capoluogo ligure ha ricordato il crollo del viadotto Morandi, a esattamente un mese da quei tragici eventi. La città si è unita ancora una volta, segno che quanto accaduto ha colpito tutti i genovesi, anche chi risiede lontano dalla zona rossa. Quella di ieri è stata anche una giornata per dare voce a quelle persone che hanno visto la loro vita cambiare dopo la caduta del Morandi. Oltre ai parenti delle vittime e agli sfollati, anche i commercianti del quartiere Certosa hanno provato a sfogarsi. Quella parte della città ligure risulta praticamente isolata dopo il crollo del Morandi, e i negozi ne stanno ovviamente risentendo. In quella zona vi sono in particolare attività storiche di Genova, quasi tutte a conduzione famigliare, come ad esempio la polleria e gastronomia Ivaldi di via San Bartolomeo: «Noi siamo aperti dal 1958, il negozio l’hanno aperto i miei genitori – spiega Domenico Ivaldi, il titolare, parlando a IlSecoloXIX – stiamo reagendo passivamente alla situazione. Dobbiamo accontentarci dei clienti rimasti in zona, perché siamo di fatto isolati e chi prima passava e si fermava per fare la spesa non può più farlo con l’istituzione della zona rossa. Abbiamo perso anche i clienti di via Porro e di via Fillak, che abitualmente venivano a comprare». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
GENOVA SI E’ FERMATA
Ad un mese dal crollo del Ponte Morandi, oggi la città di Genova si è fermata per ricordare le 43 vittime della tragedia. Toccanti le lacrime sul palco in piazza De Ferrari di Tullio Solenghi che, soprattutto al momento della lettura dei nomi delle vittime più piccole ha fatto fatica ad andare avanti. Il sindaco Bucci ha inevitabilmente paragonato la tragedia di Genova al ground zero per New York, città che, come ribadito dallo stesso primo cittadino, è riuscita a rimettersi in piedi esattamente come riuscirà a fare anche Genova. Applausi in piazza anche per Toti, intervenuto con Bucci. A commuovere sono state poi le parole del premier Giuseppe Conte che, durante la commemorazione delle vittime ha reso noti i suoi pensieri. “Il mio primo pensiero lo voglio rivolgere al dolore che ancora soffre chi ha subito la perdita di affetti cari, all’ingiustizia di chi si è dovuto allontanare repentinamente dalla propria abitazione e dal proprio luogo, e a chi soffrirà i postumi di questa immane tragedia”, ha detto. “Un secondo pensiero lo rivolgo a tutti coloro che hanno partecipato alla macchina dei soccorsi”, ha poi aggiunto il presidente del Consiglio che si è detto testimone dei tempestivi interventi e del lavoro svolto notte e giorno. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
TOTI: “ANDARE AVANTI OLTRE LE POLEMICHE”
Secondo il Governatore della Liguria e Commissario all’emergenza di Genova, la giornata di ricordo e commemorazione per la strage del Ponte Morandi deve aiutare a ristabilire nel più breve tempo possibile le esatte priorità dei prossimi mesi su Genova. «La giustizia è la prima cosa, sapere cosa è successo, cos’ha prodotto una cosa così. La procura sta facendo uno straordinario lavoro e l’aula di giustizia ci dirà cosa è successo», spiega davanti al ponte crollato il Presidente della Regione, non prima di sottolineare come «Non sarà la caduta di un ponte a piegare Genova, una città che ha voglia di tornare a correre nel più breve tempo possibile. Oggi in piazza De Ferrari, la piazza delle grandi adunate di quel popolo che ha saputo dire no ai terroristi quando fu ucciso Guido Rossa, ribadiremo a tutti questa volontà». In questo primo pomeriggio, davanti all’ennesima domanda dei cronisti sulle polemiche e tempi del Decreto Genova, Toti ha ribadito «Dobbiamo continuare ad andare avanti, al di là delle polemiche».
BUCCI: “IL NOSTRO GROUND ZERO”
Il sindaco di Genova Marco Bucci ha commentato anche con i giornalisti dopo la commemorazione sotto il ponte Morandi, il livello di dolore e la necessità di rinascere sotto quel dramma: «Per noi genovesi il crollo del Morandi è stata una tragedia terribile. Come ground zero per New York, città che ha saputo uscire dal disastro molto bene. Noi vogliamo fare la stessa cosa. Genova non è in ginocchio. Oggi ricordiamo le vittime e pensiamo alla ricostruzione per uscire dalla tragedia con la città più forte e grande di prima». Molte le lacrime ma tante anche le polemiche, specie vicino a quella “zona rossa” che rappresenta ancora un monito su tutto quello che non ha funzionato attorno a quel drammatico ponte: il padre di una delle 43 vittime, Giuseppe Matti Altadonna (papà di Luigi, morto nel suo furgoncino sotto il viadotto) urla tutta la sua disperazione «Noi chiediamo solo la verità. Ci dicano perché è crollato quel ponte. Ce lo devono. Al momento non abbiamo ricevuto aiuti dallo Stato. E’ passato un mese e abbiamo zero notizie e zero sostegni dalle istituzioni».
MINUTO DI SILENZIO ALLE 11.36: IL VIDEO
Alle 11.36 un silenzio surreale si è alzato su Genova: ad un mese esatto dal crollo del ponte Morandi, l’intera città si è fermata con due unici “rumori” che sovrastavano su tutta la quotidianità di nuovo ferma, 30 giorni dopo il dramma. Prima le sirene del porto che “urlano”, quasi piangono davanti ad un dolore enorme che ancora non può essere “riempito” da polemiche, speranze e futuro; poi i 43 rintocchi delle campane, come quei volti che oggi non ci sono più e che sono rimasti sepolti sotto quel maledetto viadotto crollato ancora non si sa bene perché. Il sindaco di Genova Marco Bucci, in totale silenzio durante il lungo e “infinito” minuto di silenzio, ha commentato subito dopo con pochissime parole: “oggi è il nostro Ground Zero”. Impressionanti i video della gente comune da ogni luogo di Genova (e non solo, anche alla Camera hanno fermato i lavori alle 11.36 e in tanti altri luoghi di lavoro sparsi per l’Italia): li potete trovare a questo indirizzo, mentre qui sotto un lungo estratto di quei minuti intensi che la città ferita ha “ascoltato”, dalle sirene fino alle campane.
GENOVA, UN MESE FA IL CROLLO DEL PONTE MORANDI
Erano le 11.36 quando il 14 agosto la città di Genova si “svegliò” spaccata a metà: il ponte Morandi cadde proprio in quel momento, il simbolo di una innovazione e tecnologia di 60 anni fa che permise alla Liguria collegamenti e commercio molto più che triplicati rispetto a prima, viene giù sotto una pioggia torrenziale. Il crollo ancora oggi, ad un mese dalla tragedia in cui persero la vita 43 persone, non ha una spiegazione chiara: le indagini sono ancora in corso e finora sono stati indagati in 20, tutti i responsabili delle società che hanno avuto a che fare col viadotto sopra il Polcevera (Autostrade per l’Italia, Spea fino al Ministero delle Infrastrutture), ma i reali motivi della caduta mancano ancora. Gli scontri politici, il caos sulle concessioni ad Aspi e poi la demolizione la ricostruzione, il nuovo ponte progettato da Renzo Piano fino al dramma degli sfollati (circa 300 famiglie) e le case nuove da ridistribuire entro l’autunno: sembra passata un’eternità e invece è “solo” un mese, dove però la vita a Genova è ancora “spezzata” e lo sguardo sul futuro tutt’altro che sereno. Oggi scattano le operazioni per mettere i sensori ai piloni rimasti in piedi, mentre il premier Conte nel pomeriggio incontrerà i vertici locali per presentare il Decreto Genova appena nato e già sommerso di polemiche e critiche (qui tutti i dettagli e le ultime notizie).
TOTI: “GENOVA SI RIALZERÀ”
In questi minuti è cominciata la cerimonia di commemorazione (qui le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella) cui partecipano fra gli altri il governatore della Liguria, Giovanni Toti, il sindaco Bucci, il prefetto Fiamma Spena e il vescovo Anselmi. Alle ore 17.30 invece, tutti i vertici locali incontreranno il premier Giuseppe Conte nella zona rossa, mentre alle 19 si conclude la giornata ad un mese dal crollo con la Santa Messa nella Cattedrale di San Lorenzo celebrata dall’Arcivescovo di Genova Card. Angelo Bagnasco. Arrivando nei pressi della zona rossa, il Governatore e Commissario all’emergenza Giovanni Toti ha scritto su Facebook «14 settembre, un mese esatto dal crollo del #pontemorandi. Oggi il pensiero di tutti noi è per le 43 vittime, per le loro famiglie, per i feriti, per i genovesi che hanno perso la loro casa. Oggi il pensiero di tutti noi è per Genova, che non dimentica, che non si arrende, che si rialzerà». Parlando invece ad Agorà su Rai3, il Ministro dei Trasporti Danilo Toninell (accusato dall’amministrazione ligure di aver perso tempo e prodotto un Decreto senza minimamente consultare i vertici amministrativi di Genova, ndr) ha rilanciato «Il nome del nuovo commissario dovrà rappresentare l’intera Liguria e dovrà dare a Genova entro il 2019 un risultato che io penso abbia dello straordinario, cioè un nuovo ponte che ricollega Genova e tutta l’Italia. Faremo l’impossibile per ricostruire il ponte entro il 2019».