Ha avuto grandissima eco in Italia lo scontro tra Matteo Salvini e Jean Asselborn, il ministro lussemburghese che ha attaccato il leghista sulla questione migranti chiudendo il suo intervento con un “merde alors!” già diventato un mantra. Ma qual è il profilo del ministro degli esteri lussemburghese? Come riportato dall’Agi, fra i suoi tratti distintivi non si può fare a meno di notare una certa ossessione per Viktor Orban. Asselborn ha duramente contestato la decisione del governo di Budapest di sparare contro i rifugiati che cercavano di entrare nel Paese, senza dimenticare poi le violazioni dell’esecutivo in fatto di indipendenza della magistratura e libertà di stampa. Il ministro degli esteri ungherese, Péter Szijjártó, ha fatto intendere che neanche a Budapest hanno una grande considerazione di Asselborn: “E’ un idiota e il popolo ungherese non ha alcun bisogno delle sue folli idee per decidere cosa è bene e cosa è male per esso”. Non sarà che Asselborn è sbottato contro Salvini dopo aver visto l’amicizia sbocciata tra il leghista e Orban nei giorni scorsi? (agg. di Dario D’Angelo)
COSA NE PENSANO GLI ITALIANI IN LUSSEMBURGO
Ha fatto il giro del web arrivando ovviamente anche in Lussemburgo, la lite di ieri fra il ministro dell’interno, Matteo Salvini, e l’omologo lussemburghese Joan Asselborn. Il collega straniero sosteneva che ad inizio ‘900 molti italiani erano emigrati nel suo paese, mantenendo le famiglie in Italia. Sulla diatriba fra i due, il TgCom24 ha interpellato alcuni nostri connazionali che vivono proprio nel Lussemburgo, come ad esempio Elio Litti, dipendente dell’Eurostat, l’ufficio statistico dell’UE: «Non vedo una contraddizione – afferma – nell’idea di essere aperti ad una immigrazione disciplinata e contemporaneamente avviare una serie di misure a favore della natalità. Salvini usando espressioni agghiaccianti come “sostituzione della popolazione italiana”, ci fa fare solo una pessima figura». Un’altra testimonianza è quella di un uomo che da qualche mese lavora nel Granducato nel settore agricoltura, e che preferisce rimanere anonimo: «Il riferimento che il ministro degli Esteri del Lussemburgo fa in francese ai soldi presi dagli italiani ‘che fanno vivere i figli in Italia’ è stupido, in quanto gli italiani che lavorano qui pagano ovviamente le tasse qui, contribuendo molto di più al futuro della gioventù locale che di quella italiana». Sono 27mila gli italiani che risiedono in Lussemburgo. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
ASSELBORN VIRALE
Da ieri pomeriggio il ministro dell’interno del Lussemburgo, Jean Asselborn, è senza dubbio più conosciuto. Se fino a 24 ore fa domandavate ad un italiano medio chi fosse l’omologo di Salvini nel Granducato, con grande probabilità vi rispondeva “Non ne ho idea”, ma dopo la querelle a distanza fra i due, il lussemburghese ha acquisito senza dubbio notorietà. Dal famoso “Mer*a”, il nome di Asselborn è nei trend topic di Twitter da ore, e sono moltissimi coloro che hanno voluto esprimere il proprio parere su questa vicenda spigolosa. L’opinione pubblica sembrerebbe completamente spaccata a metà: da una parte chi si schiera a fianco del ministro italiano, dall’altro, chi invece ha approvato i modi di fare, senza dubbio sopra le righe, del rappresentante del Lussemburgo. Questo è ad esempio il tweet tagliente di Laccarino «Cioè l’opposizione più dura al genio #Salvini la fa il Ministro lussemburghese che ringraziamo… mentre in Italia la stampa e i media incoronano lui e i dilettanti #M5s forza Fiano la battaglia e lunga e faticosa». Così invece Roberto: «Bhe se non riconosci che #asselborn ha detto una castroneria state veramente messi male». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
TONI ALTISSIMI FRA SALVINI E ASSELBORN
Si sono alzati molto i toni dello scontro tra il Ministro degli Interni del Lussemburgo, Jean Asselborn, e quello italiano, Matteo Salvini, che ha definito senza mezzi termini un “maleducato” Asselborn, per il battibecco avuto sul tema dei migranti. Asselborn ha perso la pazienza ma questo non sembra aver scalfito Salvini, che ha commentato: “Chi non sapeva che ci trovavamo qui grazie al volgare ministro del Lussemburgo ora lo sa,” lamentandosi non solo dei toni coloriti di Asselborn nei suoi confronti, ma anche del fatto di non avergli lasciato finire l’intervento di risposta. Sicuramente la percezione in Europa del lavoro di Salvini non è unanimemente positiva, e Asselborn ha tradito una disapprovazione: il Ministro risponde con dati che parlano di sbarchi di migranti nel mese di agosto inferiori del 60% rispetto all’anno precedente, quando con Minniti al Viminale c’era già stato un primo giro di vite. (agg. di Fabio Belli)
L’IRONIA DI SALVATORE MERLO
Dopo il duro scontro verbale, condito nella sua coda dalle scuse del primo e dall’ironia del secondo, tra il Ministro degli Interni del Lussemburgo, Jean Asselborn, e il suo omologo italiano, Matteo Salvini, continua a tenere banco sui quotidiani italiani la polemica innescata dall’ennesimo scontro sul tema migranti. E il giornalista Salvatore Merlo de Il Foglio, giornale certamente non fra i più teneri nei confronti dell’attuale Governo e delle forze populiste-sovraniste, ha usato il sarcasmo per commentare l’accaduto, riportando quelle che a suo dire sarebbero state le parole realmente pronunciate da Asselborn. In un tweet comparso sul suo profilo, Merlo scrive che il Ministro lussemburghese avrebbe profferito queste parole: “Caro signore, avevamo migliaia di italiani che sono venuti a lavorare da noi, dei migranti, affinché voi in Italia poteste avere i soldi per i vostri figli… e che ca**o!”. (agg. di R. G. Flore)
Cosa ha veramente detto Asselborn: “Caro signore, avevamo migliaia di italiani che sono venuti a lavorare da noi, dei migranti, affinché voi in Italia poteste avere i soldi per i vostri figli… e che cazzo!” https://t.co/9MMJAiK28y
— Salvatore Merlo (@SalvatoreMerlo) 14 settembre 2018
“MA IN LUSSEMBURGO UNO NORMALE C’E’?”
Scontro acceso fra il ministro degli interni del Lussemburgo, Asselborn, e l’omologo italiano, Matteo Salvini. Non è stato il nostro vice-premier ad accendere la discussione, bensì il lussemburghese, che in sostanza ha accusato il governo italiano per la sua campagna anti-migranti. Matteo Salvini ha replicato “live” al collega, e poi ha pubblicato un post su Twitter, per rendere pubblica la notizia ai suoi seguaci: «Paragona i nostri nonni emigrati ai clandestini che sbarcano oggi – le parole del leader del carroccio in merito alla polemica con Asselborn – vuole più immigrati in Europa e conclude urlando: “Merda”. Ma in Lussemburgo, paradiso fiscale che non può dare lezioni all’Italia, non hanno nessuno di più normale che faccia il Ministro???». Un tweet che ha ricevuto moltissime apprezzamenti e repost, e nel contempo ha scatenato il dibattito, con coloro che hanno condiviso le parole di Salvini, e con altri che invece le hanno condannate. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
LA REPLICA IRONICA DI SALVINI
Una volta tanto ad alzare i toni non è stato lui e, scegliendo la strada delle diplomazia e dell’ironia, questa volta il Ministro degli Interni, Matteo Salvini, ha persino alla fine incassato le scuse del suo omologo lussemburghese, Jean Asselborn, con cui durante il meeting in corso a Vienna aveva avuto un pepato scambio verbale culminato nel “Mer** alors!” con cui il secondo lo aveva apostrofato, chiudendo in malo modo la discussione. “Ringrazio il ministro del Lussemburgo che ha dato visibilità a questa riunione” ha detto poi, a margine del meeting, lo stesso vicepremier e leader del Carroccio parlando coi giornalisti, mostrandosi divertito per l’episodio e sottolineando ironicamente “i suoi toni pacati” che hanno contribuito a fare sì che adesso “anche chi non sapeva che ci trovavamo qui grazie al volgare ministro lo sa”. (agg. di R. G. Flore)
MARONI CONTRO IL MINISTRO DEL LUSSEMBURGO
Sta facendo il giro del web il video dello scontro a Vienna tra il ministro dell’Interno Matteo Salvini e il collega del Lussemburgo Asselborn, con quest’ultimo che ha esclamato “mer…” per poi sbattere il microfono. Una lite nata durante un confronto sui migranti, con il capo del Viminale italiano che ha diffuso sui social la sequenza dell’attacco ricevuto. Roberto Maroni, ex ministro dell’Interno e predecessore di Salvini alla guida della Lega, ha commentato su Twitter: “Il ministro del Lussemburgo (grande come un quartiere di Milano) può insultare liberamente @matteosalvinimi e nessuno dice niente. Ma che ci stiamo a fare in una #Europa del genere?”. Segnaliamo inoltre il commento del ministro della Famiglia Lorenzo Fontana: “Salvini vince con la forza delle argomentazioni la maleducazione del ministro lussemburghese pro-immigrazione”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
ASSELBORN SI SCUSA
Pur conosciuto già in ambito europeo, il ministro degli Interni lussemburghese Jean Asselborn, oggi è assurto anche agli “onori” delle cronache nazionali per via del battibecco avuto in quel di Vienna con Matteo Salvini, suo omologo italiano. Motivo del contendere ancora una volta l’annoso tema dell’immigrazione, con da una parte il leader leghista che difendeva le sue politiche all’insegna del “Prima gli italiani” e spiegando che sono in funzione della difesa dei giovani nostrani e dall’altra colui che da 14 anni consecutivamente ricopre quel ruolo in patria e da sempre si batte a favore dell’accoglienza, tanto da essere entrato in collisione con l’Ungheria di Viktor Orban, di cui aveva addirittura chiesto due anni or sono l’espulsione dall’Unione Europea per la chiusura ai flussi migratori. Ad ogni modo, dopo la eccessivamente colorita risposta data a Salvini a microfono aperto, il diretto interessato ha avuto modo di scusarsi col diretto interessato per i toni usati, ma l’episodio resta comunque sintomatico di un diffuso nervosismo su un argomento che continua a spaccare trasversalmente la stessa Unione. (agg. di R. G. Flore)
ASSELBORN CONTRO SALVINI
I toni a Vienna non sono propriamente dei più “candidi” con il tema migranti e futuro dell’Ue sul piano della sicurezza che vede riuniti in Conferenza tutti i Ministri degli Interni: ecco, tra Salvini e l’omologo del Lussemburgo Jean Asselborn diciamo che non scatta quella “scintilla” di stima sperata. Anzi: «Il Ministro del Lussemburgo ha dichiarato stamattina che in Europa “abbiamo bisogno di immigrati perché stiamo invecchiando”. Gli ho risposto che io invece lavoro perché i ragazzi italiani (ed Europei) tornino a mettere al mondo dei figli perché non voglio nuovi schiavi. Guardate la sua reazione, non l’ha presa bene. Ha iniziato a insultare…!!!». Tutto era nato proprio dall’intervento di Asselborn che asseriva come in Europa ogni Paese ha la necessità di “svecchiare” una popolazione sempre meno giovane e con una crisi imperversante delle nascite: a quel punto, il Ministro degli Interni italiano prende parola e inizi a rispondere. «Ho sentito da qualche collega dire che c’è bisogno di immigrazione perché la popolazione europea invecchia, io ho una prospettiva completamente diversa. Io penso di essere al governo e di essere pagato per aiutare i nostri giovani a tornare a fare quei figli che facevano qualche anno fa e non per espiantare il meglio dei giovani africani per rimpiazzare i giovani europei che per motivi economici oggi non fanno più figli».
LO SCONTRO ALLA CONFERENZA DI VIENNA
«Magari in Lussemburgo – ha proseguito ancora Salvini – c’è questa esigenza, in Italia invece abbiamo l’esigenza di aiutare i nostri figli a fare degli altri figli e non ad avere nuovi schiavi per soppiantare i figli che non facciamo più. Siamo assolutamente disponibili a dialogare con tutti». In quel momento è sbottato Asselborn che ha preso il microfono interrompendo più volte Salvini e dichiarando «Io sono il ministro del Lussemburgo e controllo le mie finanze, voi in Italia dovete occuparvi dei vostri soldi per aiutare a dare da mangiare ai vostri figli». Il leader della Lega controreplica, «Rispondo pacatamente al suo punto di vista che non è il mio. Se in Lussemburgo avete bisogno di nuova immigrazione, in Italia preferisco aiutare gli italiani a tornare a fare figli», ma per il Ministro lussemburghese la misura è colma e allora scappa un “merd alors”. Si alza e se ne va, salvo poi ritornare e “chiudere” il caso chiedendo scusa per i modi usati poco prima.