A breve verrà attuata la prima manovra del governo Movimento 5 Stelle, Lega. Una manovra che stando alle anticipazioni degli scorsi giorni, dovrebbe essere di circa 30 miliardi, di cui 16 equamente suddivisi fra i due partiti per le riforme chiave di ciascuno. Sulla questione è intervenuto quest’oggi il ministro del lavoro, Matteo Salvini, che parlando ai giornalisti ad un evento a Milano ha ammesso: «Stiamo lavorando giorno e notte, la settimana prossima metteremo i numeri nelle tabelline». Il leader del carroccio ha di fatto confermato le anticipazioni in merito al fatto che la Lega punterà prima sul rilancio delle imprese, e poi sulle famiglie: «Prima – ha detto il vice-premier – viene la crescita e poi vengono i vincoli». Quindi ha aggiunto: «La manovra deve far crescere questo paese, fare andare in pensione chi ne ha diritto, aprire il mondo del lavoro a ragazzi che altrimenti scappano, ridurre le tasse a milioni di italiani, tagliare la burocrazia e rottamare le cartelle di Equitalia». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



I PUNTI CHIAVE DELLA MANOVRA

La prima manovra del governo formato dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle, avrà un valore di circa 30 miliardi di euro. Di questo enorme ammontare, il carroccio e il grillino avranno 8 miliardi a testa, per i rispettivi interventi. Come vi abbiamo già spiegato, Salvini e compagnia si dedicheranno in particolare alla Flat Tax e alle pensioni, mentre Di Maio e colleghi concentreranno tutti i propri sforzi sul reddito di cittadinanza. Soffermiamoci in particolare su quest’ultimo, per cui servirebbero 10 miliardi, di cui due solo per potenziare i centri per l’impiego. Secondo AdnKronos, la spesa potrebbe comunque diminuire grazie al Rei, il reddito di inclusione varato in precedenza dal Pd. Si dovrebbe anche abolire il Naspi, l’assegno di protezione temporanea della disoccupazione, e attenzione anche al famoso bonus da 80 euro che potrebbe essere eliminato: in questo caso si risparmierebbero ben 9 miliardi di euro, ma tale misura potrebbe causare molta impopolarità fra gli elettori. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



RINVIATO TAGLIO IRPEF

Il governo è pronto a varare la manovra di bilancio e stando alle indiscrezioni circolanti nelle ultime ore, la Lega sarebbe disposta a sacrificare il taglio dell’Irpef (rinviato al prossimo anno), per concentrarsi sul rilancio delle imprese. Secondo l’ala verde dell’esecutivo, il rilancio dell’Italia ricomincia quindi dalle aziende, e a cascata dal lavoro. Poi ci si potrà concentrare sulle famiglie, che nel frattempo verranno “coccolate” dal Movimento 5 Stelle con l’introduzione del Reddito di cittadinanza. La cosa certa è che la manovra economica sarà caratterizzata da pochi punti essenziali, di modo da concentrare le risorse a disposizione solamente su alcuni aspetti chiave. Quindi la Lega si concentrerà su imprese e pensioni, mentre il M5s dedicherà tutti gli sforzi al rdc. La sensazione circolante è che i leghisti stiano pensando di rinunciare al taglio dell’Irpef anche percè permetterebbe un risparmio minimo ai cittadini (circa una decina di euro al mese), ma un costo di quattro miliardi di euro. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MANOVRA DA CIRCA 30 MILIARDI DI EURO

La manovra di bilancio del governo Lega-M5s, in arrivo nei prossimi mesi, dovrebbe valere circa 28/30 miliardi di euro. A svelarlo, citando fonti interne all’esecutivo, sono i colleghi dell’agenzia Ansa, secondo cui 12.4 mld serviranno per le clausole Iva, mentre altri 16 per le misure chiave dei due partiti. 8 i miliardi “dedicati” alla Lega per la riforma del fisco e delle pensioni, mentre il Movimento 5 Stelle destinerà il budget a disposizione interamente per il reddito di cittadinanza. Il 2019 verrà dedicato in particolare alle imprese, per rilanciare l’economia, quindi nel 2020 ci si concentrerà sugli aiuti alle famiglie. In particolare, la Lega si sta dedicando alla flat-tax e all’Ires ridotta.

GLI INTERVENTI CHIAVE

I due interventi chiave dovrebbero infatti essere la flat tax per i “piccoli” e la cosiddetta “super-Ires”, l’imposta ridotta al 15% per gli utili reinvestiti in azienda, mentre il taglio dell’Irpef dovrebbe essere rinviato. Per quanto riguarda le pensioni, si continua a lavorare sulla ben nota quota 100 con 62 anni di età e 38 di contributi, o eventualmente, una pensione con 41 anni e mezzo di contributi indipendentemente dall’età anagrafica. Il punto fermo dei grillini, come detto prima, rimane il reddito di cittadinanza per cui serviranno 8 miliardi di euro. Si inizierà innalzando le pensioni minime a 780 euro, quindi con il reddito vero e proprio che arriverà nel primo trimestre del 2019, per poi divenire operativo da maggio.