Novità importanti sull’omicidio di Manuela Bailo, la 35enne di Nave, in provincia di Brescia, scomparsa misteriosamente alla fine dello scorso luglio e rinvenuta cadavere il 20 agosto dopo tre lunghe settimane di interrogativi e speranze. Ad ucciderla, il suo amante reo confesso Fabrizio Pasini, il quale dopo il delitto avrebbe nascosto il corpo e sarebbe partito in vacanza con la famiglia. Nei giorni scorsi il suo difensore ha presentato richiesta di scarcerazione per il suo assistito che confida nella concessione dei domiciliari. L’udienza nella quale il giudice per le indagini preliminari di Brescia sarà chiamato ad esprimersi sul destino del 48enne è fissata al prossimo martedì 18 settembre, quando Pasini, attualmente detenuto nel Carcere Nerio Fischione (Canton Mombello), potrebbe fare ritorno nella sua abitazione. Intanto le indagini proseguono anche alla luce dei vuoti ancora esistenti nel giallo di Nave: il telefono cellulare della vittima, rimasto in mano del suo assassino per giorni anche dopo il delitto e dal quale partirono messaggi sospetti diretti ad amici e familiari di Manuela al fine di realizzare un depistaggio, non è ancora stato ritrovato. Ai carabinieri Pasini ha riferito di aver gettato lo smartphone nelle Torbiere di Iseo ma gli inquirenti non lo reputano del tutto credibile. Lo stesso nega di aver sgozzato la Bailo ma afferma che la morte sarebbe sopraggiunta dopo una caduta accidentale dalle scale al culmine di una lite.



OMICIDIO MANUELA BAILO: GIALLO SUL MOVENTE

Ad aver finora smentito radicalmente Fabrizio Pasini sono stati gli esami medico legali eseguiti sul cadavere di Manuela Bailo. Per questo gli inquirenti sono alla ricerca di un’arma da taglio che il 48enne avrebbe potuto usare per uccidere la sua amante. Sparita anche la maglietta indossata dall’uomo al momento del delitto, quasi certamente sporca di sangue. Eventuali tracce ematiche potrebbero incastrare ulteriormente Pasini, che al momento confida nei domiciliari, confermando la tesi della premeditazione avanzata dalla procura di Brescia. Intanto, si continua ad indagare anche sul possibile movente che, secondo la versione del 48enne, sarebbe alla base della lite, poi culminata in omicidio. Si tratterebbe di un tatuaggio che aveva la 35enne. Del giallo si occuperà anche la trasmissione Quarto Grado, in partenza stasera con la nuova stagione e che pone l’accento proprio su una piuma tatuata che potrebbe essere all’origine della morte di Manuela Bailo.

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