Interviene il presidente della repubblica in merito alla questione del ponte Morandi. A un mese esatto dal tragico crollo del viadotto, Sergio Mattarella alza la voce, rivolgendosi al governo: «Ricostruire è un dovere. Bisogna farlo in tempi rapidi, con assoluta trasparenza, con il massimo di competenza. Con unità di intenti e visione lungimirante». Il capo dello stato non lo cita mai, ma è chiaro il riferimento al decreto urgenza approvato ieri in consiglio dei ministri, e che non soddisfa ancora le molteplici domande in merito alla demolizione e ricostruzione del nuovo ponte. Si sa solo che verrà nominato a breve un commissario straordinario (quando, non si sa), che avrà pieni poteri in merito, ma al 14 settembre 2018 non si può assolutamente dire che la questione demolizione/ricostruzione sia risolta. Nonostante gli annunci da più parti, Genova resta ancora in alto mare: basterà il monito di Mattarella per spronare chi di dovere? (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



IL COMMENTO DEL GOVERNATORE TOTI

Il Governatore Toti, raccogliendo l’invito diretto del Presidente Mattarella, richiede al Governo centrale maggiori sforzi e interventi, a cominciare dal nuovo decreto in arrivo oggi a Genova dopo l’incontro col Presidente Giuseppe Conte (qui i dettagli del Decreto Genova presentato ieri in CdM). «Non credo che importi a qualcuno il nome del commissario. Il problema è fare le cose bene e presto. Non ingarbugliare le carte. Come istituzioni ci siamo fatti carico da un mese dell’emergenza facendo un lavoro straordinario e oggi chiediamo al Governo di poter continuare, di non avere disturbi ma aiuti, perché l’unico compito ora è riaprire il ponte», conclude il Commissario all’Emergenza di Genova, intervenuto a margine della commemorazione per i 30 giorni dal crollo del Morandi. Il Ministro Toninelli, rispondendo indirettamente al monito di Toti e Mattarella, replica «nel decreto c’è un passaggio molto chiaro. I soldi saranno messi da chi ha fatto crollare il ponte. Chi ha fatto crollare il ponte non lo ricostruirà. Autostrade non metterà neanche un sassolino, neanche una mattonella». Ma ancora una volta è polemica e non ancora “azione”, tanto che dentro al decreto pare non vi sia accenno alcuno alla revoca delle concessioni autostradali.. (agg. di Niccolò Magnani)



“RAPIDITÀ E UNIONE”

Invoca a scelte concrete, rapide e condivise, il presidente della repubblica Mattarella. Lo fa in merito al crollo del ponte Morandi, a esattamente un mese dalla tragedia che é ancora purtroppo viva neil ricordio degli italiani. Il governo, in collaborazione con la regione, si sta muovendo da trenta giorni a questa parte per demolire il viadotto in questione e nel contempo, ricostruire il ponte, ma passano i giorni e non si vede ancora la luce in fondo al tunnel, con più di 500 persone sfollate che sono in attesa di conoscere il proprio destino. Intanto Genova, alle ore 11:36 di oggi, si è fermata, con i cittadini che sono stati invitati ad osservare un minuto di silenzio. Le sirene del porto hanno suonato, così come le campane delle varie chiese della città, mentre le bandiere della regione e del comune sono state ammainate in segno di lutto, in ricordo delle 43 vittime del 14 agosto scorso. Presenti in città il governatore della regione, Toti, ma anche il sindaco Bucci, e altre importante autorità. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



ALTRE PAROLE DEL PRESIDENTE

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha diramato un comunicato ad un mese esatto dal crollo del viadotto Morandi di Genova. Il capo dello stato si è voluto complimentarsi con i liguri, che hanno saputo reagire fin da subito, nonostante quanto accaduto: «Una città colpita duramente – le parole di Mattarella – negli affetti, nella memoria, nella funzionalità, nella sua stessa essenza di metropoli dinamica e moderna, aperta al mondo e al futuro, è stata capace di non cadere nella disperazione». Ma ora è tempo di ripartire, di ricostruire, di ricollegare l’Autostrada A10, ferita in maniera indelebile dal crollo di un mese fa: «Vi è bisogno di energia, idee, collaborazione, sostegno – prosegue il presidente italiano – serve un impegno collettivo, nazionale e locale, pubblico e privato. Partendo dal ricordo delle vittime, dai bisogni primari di quei cittadini che hanno perso tutto. E accompagnando via via la ripartenza con provvedimenti che sostengano l`impegno dei cittadini, delle imprese, del mondo del commercio e dell’economia». Il nuovo viadotto sarà infatti fondamentale per l’economia di Genova, nell’ultimo mese fortemente penalizzata proprio per l’interruzione dell’importante via di comunicazione che collega il capoluogo della Liguria alla Francia. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

“SERVONO SCELTE CONCRETE”

Fra poco meno di due ore scatta l’ora X, scatta il primo mese dal crollo del viadotto Morandi. Erano passate da poco le 11:30 del 14 agosto scorso, quando il noto ponte che attraversava il Polcevera, collassò su se stesso, causando 43 vittime. A trenta giorni da quella tragedia immane, il presidente della repubblica, Sergio Mattarella, ha lanciato un appello attraverso le pagine de La Stampa e de Il Secolo XIX: «Genova non attende auguri o rassicurazioni ma la concretezza delle scelte e dei comportamenti». Invita ad agire in maniera tempestiva e concreta il capo dello stato, che poi aggiunge: «La città è stata colpita da una tragedia inaccettabile e ricostruire è un dovere. Ritrovare la normalità, una speranza che va resa concreta. Bisogna farlo in tempi rapidi, con assoluta trasparenza, con il massimo di competenza».

“RICOSTRUIRE E’ UN DOVERE”

Quindi il presidente vuole congratularsi con il capoluogo ligure, e con tutti i genovesi, che in quelle drammatiche ore hanno messo in campo tutta la loro solidarietà nei confronti del prossimo: «L’immagine che la città ha dato di sé in quei giorni di lutto e di smarrimento – scrive Mattarella – non è stata soltanto di profondo dolore, ma anche di grande solidarietà e di forza d’animo. Una città colpita duramente – prosegue – negli affetti, nella memoria, nella funzionalità, nella sua stessa essenza di metropoli dinamica e moderna, aperta al mondo e al futuro, è stata capace di non cadere nella disperazione». Ma ora è tempo di rinascita, che significa ricostruzione. Genova ha bisogno di quel tratto di strada, ha bisogno di rialzare la testa: «Ricostruire è un dovere. Ritrovare la normalità, una speranza che va resa concreta. Bisogna farlo in tempi rapidi, con assoluta trasparenza, con il massimo di competenza. Con unità di intenti e visione lungimirante». Chiaro il riferimento alle polemiche degli ultimi giorni fra la regione e il governo, in merito anche al famoso decreto urgenza.