Si può definire una relazione problematica quella tra Matteo Salvini e la Tunisia. Il secco no arrivato da Tunisi alla proposta di rimpatrio lampo per i 184 migranti sbarcati in Italia nelle ultime ore è infatti soltanto l’ultimo di una serie di cortocircuiti tra Roma e il Nordafrica. Una fonte tunisina lascia intendere come la Tunisia non abbia dimenticato una recente uscita del leghista. Era il 3 giugno 2018 quando Salvini disse:”La Tunisia è un Paese libero e democratico che non sta esportando gentiluomini ma spesso e volentieri esporta galeotti”. E dopo l’ultima uscita del vicepremier (“Martedì avrò un incontro a Roma, perché lì non c’è guerra, non c’è carestia e non si capisce perché barchini o barconi devono partire dalla Tunisia e arrivare in Italia”, ndr) da Tunisi oggi si prendono una rivincita:”Evidentemente il ministro Salvini ha una visione parziale e non certo benevola della Tunisia, viste anche le sue precedenti scivolate…”. (agg. di Dario D’Angelo)
COSA PREVEDONO GLI ACCORDI
Il no del ministro degli interni tunisino al rimpatrio dei 184 tunisini arrivati in Italia a bordo di sette barchini rischia seriamente di sconfessare Matteo Salvini che, certo di convincere l’omologo nordafricano ad accettare rientri in patria “lampo” con voli charter in Tunisia, aveva promesso:”Se ne vanno tra qualche ora”. Così evidentemente non sarà, se è vero che da Tunisi hanno negato eccezioni rispetto agli accordi in essere con l’Italia. Come ricordato da Il Messaggero, l’intesa con Tunisi “prevede procedure semplificate – e dunque il rimpatrio con i voli charter – esclusivamente per quei tunisini che sbarcano sulle coste siciliane”. Una volta sbarcati sull’isola, infatti, i migranti vengono intervistati dal console di Tunisi a Palermo o da suoi rappresentanti che verificano la loro identità e danno l’autorizzazione al rimpatrio sui charter, a bordo dei quali non possono essere imbarcati più di 40 migranti poiché ognuno di loro dev’essere scortato da due agenti. Per i tunisini intercettati sul suolo italiano valgono le procedure ordinarie, con trasferimento nei Cie e attesa dell’identificazione. (agg. di Dario D’Angelo)
TUNISIA DICE NO A RIMPATRI
Doccia gelata per Matteo Salvini direttamente dalla Tunisia: il ministro dell’interno del Paese nordafricano ha infatti risposto picche alla proposta del leader leghista, che voleva rimpatriare in tempi brevi i 184 migranti arrivati in Italia venerdì a bordo di 7 barchini. Come riportato da La Repubblica, la Tunisia ha infatti detto no a procedure velocizzate e a rientri diversi da quelli previsti dagli accordi in atto, che prevedono il rientro di 80 persone con due voli charter due volte a settimana. Salvini avrebbe voluto procedere ad una identificazione immediata a Lampedusa dei 184, con altrettante immediata accettazione della riammissione in patria da parte della Tunisia e un volo charter straordinario entro domenica. Così non sarà, coi 184 già trasferiti a Trapani e pronti a ingrossare le file dei 1800 irregolari che attendono di essere rimpatriati. (agg. di Dario D’Angelo)
IL PIANO DI SALVINI PER I RIMPATRI
Inizierà molto probabilmente lunedì il rimpatrio dei 184 immigrati tunisini che sono giunti a Lampedusa due giorni fa a bordo di sette piccole barche. Stando alle ultime indiscrezioni riportate da Rai News, i magrebini, attualmente a Trapani, verranno imbarcati su voli charter, 80 alla volta, grazie anche all’accordo con la Tunisia che prevede procedure semplificate per il rimpatrio dei propri cittadini sbarcati sulle coste della Sicilia. E proprio sulla questione ha parlato stamane a Milano il ministro dell’Interno, Matteo Salvini: «Stiamo lavorando sul flusso in arrivo dalla Tunisia – ha detto, come riferisce l’agenzia Ansa – martedì avrò un incontro a Roma, perché lì non c’è guerra, non c’è carestia e non si capisce perché barchini o barconi devono partire dalla Tunisia e arrivare in Italia». Quindi, sui voli charter, ha ammesso: «Già partono per la Tunisia settimanalmente, l’importante è che ne partano di più e con più gente a bordo». Nella giornata di ieri il titolare del Viminale si era scontrato con l’omologo del Lussemburgo: “Non ci servono nuovi schiavi”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SBARCHI IN DIMINUZIONE IN ITALIA
Mentre da Vienna, dove quest’oggi ha partecipato a un vertice europeo assieme agli altri Ministri dell’Interno dei Paesi membri, Matteo Salvini lancia i suoi strali contro Malta, accusata di “fregarsene” a proposito dei 184 migranti diretti a Lampedusa su dei barchini, al Vininale si studiano nuove soluzioni per i rimpatri, definite “innovative” dallo stesso titolare del dicastero. “Stiamo lavorando a soluzioni veloci e innovative” ha detto il vicepremier a margine del meeting tenutosi in Austria, dove ha pure incontrato il suo omologo tunisino per fare il punto sulla situazione. Intanto, stando agli ultimi dati diffusi in merito da Frontex, nel mese di agosto gli sbarchi in Italia si sono ridotto del 62% rispetto allo stesso periodo del 2017, con un totale di 1500 migranti che hanno raggiunto le coste del Bel Paese. Se invece si analizza il dato dall’inizio dell’anno, si nota come nei primi otto mesi del 2018 il totale dei migranti sia di 19600 persone, con un drastico calo dell’80% e con i tunisini che assieme agli eritrei rappresentano le due nazionalità preminenti, ovvero un terzo del totale. (agg. di R. G. Flore)
“MISSIONI IN AFRICA CON UE”
Durante la conferenza stampa con il collega e omologo austriaco Herbert Kickl, Salvini ha riportato alcune novità in merito agli attuali e futuri problemi con gli sbarchi dei migranti presso le coste europee: «abbiamo concordato col commissario europeo Dimitris Avramopoulos missioni congiunte nei Paesi africani di partenza dei migranti per fare capire che l’Italia e l’Ue non hanno intenzione di permettere altri arrivi, come ad esempio i 57mila nigeriani dell’ultimo anno e mezzo». Passando a livello pratico, Salvini spiega nel dettaglio cosa ha proposto oggi a Vienna al tavolo dei Ministri Ue per provare a “svoltare” sul fronte identificazione e maggiore rapidità nello smistamento dei tanti immigrati in arrivo in Europa: «Ho chiesto ai miei tecnici – ha aggiunto in conferenza stampa con Kickl – con se è possibile fare le identificazioni direttamente a bordo delle navi. E’ un principio, quello espresso dal mio amico Kickl, che condivido assolutamente. Lui certe cose le propone – ha concluso il vicepremier -, io le ho fatte. Gli ho solo consigliato di stare attento, perché io per aver trattenuto e identificato dei migranti a bordo di una nave mi sono ritrovato accusato di sequestro di persona. Ma sono pronto a rifarlo».
LE PRATICHE INNNOVATIVE
184 immigrati originari della Tunisia sono sbarcati questa notte sull’isola di Lampedusa, in Sicilia. Un approdo che ha fatto salire nuovamente la tensione a livello internazionale, con l’Italia che accusa Malta di averle scaricato addosso il problema. Il bel paese non intende comunque sobbarcarsi i magrebini giunti su sette barche nelle scorse ore, e starebbe studiando alcune opzioni fra cui un rimpatrio lampo. Come riferisce l’agenzia Ansa, il nostro governo potrebbe mettere su alcuni voli charter i tunisini, di modo che gli stessi possano rientrare nel paese d’origine. Affinché ciò avvenga, bisognerà prima di tutto identificare in tempi rapidi i 184 immigrati, quindi, si potrà procedere al rimpatrio. Intanto il ministro dell’interno, Matteo Salvini, si trova a Vienna per il convegno sull’immigrazione, ed ha dato appuntamento all’omologo tunisino in Italia per trattare meglio la questione: i due si vedranno a Roma nella giornata di martedì. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MALTA NON RISPONDE
«Poi senti parlare di condivisione e solidarietà, noi stiamo aspettando..» conclude il pensiero al vertice di Vienna Matteo Salvini, ricordando come sul caso di Lampedusa il Governo maltese ancora non risponde alle tante sollecitazioni lanciate da Roma. Il caso resta ancora “misterioso”, specie nel capire come possano delle imbarcazioni private essere arrivate, in un momento come questo in cui i porti italiani sono chiusi e pattugliati (dopo il fragore del caso Diciotti, ndr). Secondo alcune fonti del Viminale, una piccola barca con 15 tunisini a bordo sarebbe finita in acque Sar maltesi dopo aver finito il carburante: anche su questo, il Governo Conte sta sollecitando l’intervento de La Valletta, «ma per ora senza risultati». Intanto sempre più a rischio l’accordo politico tra Italia e Germania, con i due Ministri degli Interni che oggi pomeriggio proveranno a ricucire la frattura, affare non semplice visto che Salvini ha garantito «il conto per l’Italia deve sempre essere a somma zero».
IRA SALVINI: “TRAFFICO DI PERSONE”
Intervenendo da Vienna, il Ministro degli Interni torna sul caso di Lampedusa e annuncia di star lavorando a soluzioni innovative ed efficaci: «queste non sono navi in difficoltà, sono veloci e con pochi immigrati a bordo. Si tratta evidentemente di traffico di esseri umani». Per quanto riguarda lo studio delle “pratiche innovative”, il Viminale starebbe mettendo a punto una serie di opzioni per poter finalmente trovare una soluzione ai tanti sbarchi (anche se ridotti rispetto al passato, ndr) specie di rifugiati non da zone di guerra: il rimpatrio lampo dei migranti tunisini è una delle ipotesi, per questo è allo studio un sistema che possa velocizzare enormemente le pratiche di identificazione. «Ci sarebbe bisogno di più collaborazione. In Italia tra la notte e stamani sono arrivati circa 200 migranti provenienti dalla Tunisia, per ore transitati in acque maltesi. Ebbene, abbiamo contattato decine di volte le autorità maltesi, ma risposta zero», ha poi confermato Salvini attaccando il Governo di La Valletta.
SALTA INTESA GERMANIA-ITALIA?
Le imbarcazioni sono più solide, Malta viene “bypassata” (probabilmente con buona pace del Governo, o almeno questa è l’accusa del Viminale) e così i migranti arrivano prima verso le coste italiane senza “crollare” su barconi ignobili in mezzo alle acque del Mediterraneo dove ora non vi sono più le navi Ong che li caricavano a bordo e li portavano poi in Italia, Spagna e Grecia. Questa è parte della strategia dei trafficanti di clandestini che non smettono mai di trasportare corpi e vite al di qua dell’Europa, incuranti dei rischi e dei pericoli. Proprio di questo stanno discutendo a Vienna in questo momento i Ministri degli Interni Ue, dove è giunto anche il caso Lampedusa tra capo e collo a rinfocolare gli animi già piuttosto tesi: non c’è ancora l’intesa tra Roma e Berlino sui migranti secondari (quelli giunti in territorio tedesco dopo essere stati registrati in Italia) anche perché il Ministro tedesco Horst Seehofer non si è presentato alla riunione e forse giungerà solo nel pomeriggio per vedere l’omologo italiano della Lega. Salvini ha ribadito anche questa mattina, «firmerò l’accordo solo a condizione che non comporti l’arrivo “di un solo migrante in più». QUI TUTTI I DETTAGLI DELL’INTESA ITALIA-GERMANIA
184 MIGRANTI SBARCATI A LAMPEDUSA
Si è da poco esaurito (almeno sul fronte cronaca, non quello delle indagini) il fragoroso caso Diciotti e l’Italia rischia di rimettersi nell’ottica di avere nuovi sbarchi e soprattuto nuovi “casi mediatici” infiniti. Nelle ultime ore a Lampedusa sono sbarcati almeno 184 migranti suddivisi in 7 piccoli barchini: sono gli stessi intercettati da un aereo in ricognizione nel Mediterraneo che ieri Salvini aveva annunciato non avrebbe fatto entrare nei nostri confini. Invece hanno beffato tutti i controlli e sono arrivati nella notte scorsa: sono probabilmente partiti dalla Tunisia ma ancora si hanno pochissime indicazioni in merito alla loro provenienza specifica e se soprattutto il Governo di Malta (Paese più vicino alla Tunisia) abbia come in passato chiuso i porti per “dirottare” le imbarcazioni verso l’Italia e la Grecia. Immediato il commento del Viminale, come riportato dall’Ansa: «Malta, per l’ennesima volta, ha scaricato il problema sull’Italia. Il Ministro Salvini sta lavorando a soluzioni innovative ed efficaci per gestire questi arrivi».
NUOVE INDAGINI SU SALVINI PER LA DICIOTTI?
Era giusto di ieri l’annuncio via Facebook, con tanto di foto documentate, il possibile nuovo sbarco che la Guardia Costiera avrebbe dovuto fermare per evitare “nuovi” casi Diciotti. «Almeno 7 di questi barchini, veloci e con pochi immigrati a bordo, sono in questo momento in acque Maltesi (62 persone). Queste non sono navi in difficoltà, questo è evidentemente TRAFFICO di esseri umani. Abbiamo contattato le autorità Maltesi perché facciano il loro dovere, in caso contrario farò tutto il possibile perché i clandestini non sbarchino in Italia. #portichiusi e che mi indaghino pure». Tutto però è stato “evitato” proprio perché alla fine quei barchini sono giusti fin alle coste italiane a Lampedusa, in attesa di capire che sorte avranno dopo tutti i casi del recente passato che hanno rivoltato più e più volte la politica nazionale. Intanto, giusto per rimanere in tema di Diciotti, i colleghi de Il Tempo stamane hanno scritto che «i magistrati contabili del Lazio avrebbero aperto un fascicolo per danno erariale in riferimento ad alcuni episodi che riguardano la gestione degli sbarchi da parte del Viminale. Al centro dell’esposto da cui è partito tutto, presentato da Possibile di Civati, ci sono infatti tre casi, tutti riferibili alla “battaglia dei porti chiusi” portata avanti dal leader della Lega».