Decine di persone arrabbiate, che non esitano a definire “animali” coloro che si sono resi protagonisti non solo di quella che qualcuno ha già definito una truffa ma pure un atto profano senza il minimo rispetto per i defunti: a Monreale molte famiglie sono sul piede di guerra dato che molti non hanno più una tomba su cui piangere i propri cari estinti in quello che è giù stato definito il “cimitero degli orrori” e in cui sono sparite a decine le salme, spostate chissà dove se non addirittura nascoste. Nel corso dell’odierna puntata di Pomeriggio 5, infatti, si è appreso infatti come le spoglie di chi era lì seppellito sarebbero state gettate in delle intercapedini ricavate in abitazioni abusive, poi ricoperte da materiale cementizio al fine di non lasciare traccia. Le vittime parlano infatti di falsi contratti di tumulazione, stipulati con persone del paese e di cui si fidavano, solo che in pratica mancando dei posti al cimitero allora si adoperavano prima a trovare dei loculi sbarazzandosi dei resti di chi vi era prima. La rabbia di chi, in diretta con lo studio di Barbara D’Urso, ha denunciato la vicenda, sulla quale peraltro da tempo stanno indagando le autorità, era dovuta anche al fatto che, a loro dire, a Monreale si sta assistendo a una sorta di scaricabarile, con le tombe che non possono essere aperte, per verificare la presenza dei cari estinti, senza l’autorizzazione della magistratura, dal momento chele indagini sono ancora in corso e con il Comune del centro siciliano che non si starebbe occupando della vicenda, lasciandoli brancolare nel buio e senza sapere quale sia la tomba in cui ora sono tumulati i proprio cari. (agg. di R. G. Flore)



TOMBE VIOLATE PER VENDERE LOCULI

Monreale, il Cimitero degli orrori: il caso delle tombe violate per vendere loculi che ha scosso la comunità di Palermo. Come vi abbiamo raccontato in passato, a maggio un’operazione (definita “Cimitero degli orrori”, ndr) delle forze dell’ordine ha portato all’arresto di cinque persone con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, falsità in atti pubblici commesse da privati, falsità in certificazioni, violazione di sepolcro, vilipendio delle tombe, vilipendio di cadavere, occultamento di cadavere, distruzione, soppressione e sottrazione di cadavere. Coordinate dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e dal sostituto Alfredo Gagliardi, le indagini hanno scoperchiato un business tragico: la gestione illegale della compravendita dei loculi del cimitero di San Martino a Monreale.



IL CIMITERO DEGLI ORRORI A MONREALE

Le cinque persone arrestate sono Giovanni Messina, 70 anni,, Salvatore Messina, 38 anni, Salvatore Messina, 24 anni, Antonino Campanella, 33 anni, mentre per Erminia Morini (compagna di Giovanni Messina) è scattato il divieto di dimora a Monreale. L’operazione, sulla quale continuano le indagini dei carabinieri della compagnia locale, ha reso noto che la compravendita di loculi era diventata un business redditizio per la banda, con la richieste per una sepoltura poteva arrivare a 5 mila euro per 20 anni. Come evidenziato inoltre dai colleghi di Repubblica, gli arrestati vantavano una collaborazione con l’abbazia dei Benedettini.

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