Tornano ad accendersi i riflettori sul giallo di Cornuda che vede la scomparsa di Sofiya Melnyk, 43enne ucraina, della quale si persero le tracce il 15 novembre scorso. Il suo corpo fu ritrovato ai pendii del Monte Grappa la vigilia dello scorso Natale. A distanza di 10 giorni dalla sua scomparsa, muore anche il compagno Pascal Albanese in circostanze ancora più misteriose. Da allora, sono passati numerosi mesi la verità sul duplice giallo non è ancora venuta a galla. Secondo l’avvocato della famiglia di Sofiya, si attendono ulteriori accertamenti relativi alle mail della donna e che dovrebbero arrivare a breve, dai quali potrebbero emergere dettagli importanti. Nel corso della trasmissione La Vita in Diretta, è tornata a parlare anche la difesa della famiglia di Pascal che ha posto dei dubbi in merito al presunto suicidio dell’uomo: “siamo persuasi del fatto che se arriverà a definire morte di Pascal non come un atto suicidario. Stiamo valutando una serie di elementi scientifici e oggettivi perché il corpo delle persone morte parla e forse quello di Pascal ha parlato anche in questo caso”, ha aggiunto l’avvocato. Dalle parole del legale, dunque, potrebbe emergere una strada ben precisa che andrebbe ad escludere il suicidio dell’uomo: “lo stato di conservazione del corpo non potrà mai dare una risposta chiarissima al 100% ma il lavoro prosegue”, dice il legale.
SOFIYA MELNYK E PASCAL ALBANESE: È GIALLO
Tanti gli aspetti ancora poco chiari nel doppio giallo di Cornuda, dalla presunta vita segreta di Sofiya, definita certamente molto movimentata da un punto di vista sentimentale ai presunti bigliettini che Pascal, prima della morte, avrebbe lasciato: “abbiamo fatto richiesta alla procura ma non siamo riusciti ad avere alcun tipo di atto. Da indiscrezioni giornalistiche mi viene da dire che se ci fosse stata la confessione che viene portata alla luce questo sarebbe un caso già chiuso ma così non è”, ha aggiunto la difesa della famiglia Albanese. Intanto si starebbe indagando anche sulla posizione di altri uomini: le indagini sarebbero in corso e la difesa di Pascal starebbe valutando una serie di elementi legati a persone che in un primo momento, da un punto di vista giornalistico, erano stati definiti con un alibi di ferro ma che invece così potrebbe non essere. “Speriamo di riuscire ad avere la verità non una verità”, ha auspicato il legale. A cercare la verità è anche la mamma di Sofiya, Valentina, tornata in Italia e che oggi ha dichiarato ai microfoni de La vita in diretta: “Questo dolore penso che non passa. Ci sono cose interessanti sulla sua vita emerse ma non sono riconosciute da tutti, quindi meglio che io dia questa risposta solo dopo la chiusura delle indagini, forse scrivo un libricino”.