Non era quel che si definisce solitamente uno stinco di santo, Niccolò Patriarchi, 34 anni e già conosciuto dalle forze dell’ordine per truffa e frode informatica. Ma nessuno a Scarperia, la frazione del Mugello alle porte di Firenze in cui si è consumata la tragedia, lo avrebbe mai pensato capace di uccidere il figlio di un anno con un coltello da cucina, come invece è successo al culmine di una lite con la moglie Annalisa Landini. Chi conosce la coppia, come riportato da La Nazione, parla di un rapporto a dir poco altalenante, con liti frequenti e alle volte sfociate in episodi di violenza, al punto che già in passato si era reso necessario persino l’intervento dei carabinieri per calmare gli animi. Ma il raptus omicida che ha posto fine alla vita del figlio di un anno della coppia no, le coltellate sul terrazzo, davanti agli occhi terrorizzati dell’altra figlia di 7 neanche. Un incubo che Scarperia dimenticherà difficilmente.
LA REAZIONE DOPO L’OMICIDIO
Bisognerà capire, nelle prossime ore e nei prossimi giorni, cos’abbia spinto Niccolò Patriarchi a sfogare la sua furia cieca menando fendenti col coltello da cucina sul corpicino del figlio di un anno, lo stesso che mamma Annalisa ha tentato di proteggere fin quando ha potuto facendo scudo col proprio corpo a rischio della sua stessa vita. Come riportato da La Nazione, quando è stato tratto in arresto dai carabinieri, il 34enne di Figline Valdarno è apparso come imbambolato: non una parola, immobile, in evidente stato di shock e con la camicia sporca di sangue, non ha opposto resistenza agli agenti che lo ammanettavano. Patriarchi, di professione informatico, dopo essere stato arrestato per omicidio e portato alla più vicina caserma dei carabinieri, è stato trasferito nel carcere fiorentino di Sollicciano e nelle prossime ore verrà ascoltato dagli inquirenti.