«Se il Lussemburgo è così generoso, se li becchino loro i migranti. Sono stufo che l’Italia sia considerata il campo profughi d’Europa»: così ieri sera Salvini dalla festa della Lega a Fano nelle Marche. Il senso degli ultimi giorni del uomo-copertina Time è ormai chiara: se infatti la rotta libica è “quasi chiusa”, come ha spiegato il Ministro degli Interni al vertice Ue di Vienna venerdì scorso, il nuovo problema per il fronte immigrazione potrebbe essere la rotta dalla Tunisia fino alle nostre coste (come evidenziato dall’ultimo sbarco a Lampedusa di due giorni fa). «Non abbiamo l’esigenza di avere nuovi schiavi per soppiantare i figli che non facciamo più», aveva detto poco prima dello scontro-battibecco con il Ministro del Lussemburgo Asselborn. Il guanto di sfida è lanciato: Salvini punta dritto l’Ue, per ora rimanendoci dentro ma provando a cambiare le dinamiche e gli assi per nuove alleanze, ma per farlo ora tratta la Tunisia come principale obiettivo nel risolvere la questione migranti.



MIGRANTI, LA REAZIONE DI TUNISI

La ricetta dei “rimpatri lampo”, studiata dal Viminale per porre un freno alle possibili nuove rotte dalla Tunisia, non è ovviamente piaciuta né a Bruxelles né tanto meno a Tunisi che ieri ha tuonato contro Salvini e il Governo italiano. «Non potranno essere rimpatriati tutti quanti nel giro di pochissimi giorni», fanno sapere all’Ansa fonti del Governo tunisino, l’esatto opposto di quello che sperava Salvini nel vertice di Vienna. «Non ci saranno procedure diverse da quelle previste dagli accordi in atto», hanno chiarito ieri le autorità nordafricane, di fatto “smentendo” il colloquio informale avuto tra Salvini e l’omologo Hichem Fourati. A questo punto è necessario eccome un vertice istituzionale tra i due Paese e in effetti, come annuncia il Messaggero, è stato fissato per martedì prossimo l’incontro a Tunisi delle due diplomazie per provare a trovare un inizio di intesa sul fronte migranti e sicurezza. «Stiamo lavorando sul flusso in arrivo dalla Tunisia. Martedì avrò un incontro a Roma perché lì non c’è guerra, non c’è carestia e non si capisce perché barchini o barconi devono partire dalla Tunisia e arrivare in Italia – ha detto ieri il vicepremier – stiamo lavorando anche per cambiare accordi che altri ci hanno lasciato e che non sono assolutamente soddisfacenti. Voli charter già ne partono per la Tunisia settimanalmente, l’importante è che ne partano di più e con più gente a bordo», conferma il tutto proprio Matteo Salvini.

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