Tensione fra Austria e Italia in merito alla questione del doppio passaporto, italiano e austriaco, per gli altoatesini. Sulla questione il governo tricolore si è espresso più volte, sottolineando di non essere interessato, alla luce anche della necessità di creare unione e non divisione. Il ministro degli esteri Moavero, a conferma del clima tutt’altro che sereno, ha deciso di dare forfeit agli incontri di Vienna previsti con la collega austriaca. Per cercare di gettare acqua sul fuoco, è intervenuto il cancellerie dell’Austria, Sebastian Kurz, che si trova in Italia, a Palazzo Chigi, per un incontro con il premier Giuseppe Conte: «L’Italia non ha motivo di agitarsi – le sue parole – molti sudtirolesi desiderano il doppio passaporto che è anche previsto dal programma di governo. Abbiamo sempre messo in chiaro che agiremo d’intesa con Roma». Attualmente non esiste alcun disegno di legge, fa sapere il cancelliere austriaco, che poi ha aggiunto: «Appena sarà disponibile inizieremo il processo di confronto con Roma, ma non è ancora il momento». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
MOAVERO NON VA A VIENNA
Dopo lo strappo del governo austriaco guidato da Sebastian Kurz, che ha allo studio una legge per conferire il doppio passaporto ai cittadini italiani dell’Alto Adige di lingua tedesca e ladina, ecco arrivare la forte reazione della Farnesina. Il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi non andrà a Vienna, come inizialmente previsto, per uno degli usuali incontri bilaterali proposto dalla Ministra degli Esteri austriaca. Questa la principale conseguenza della tensione sfociata dall’iniziativa austriaca che, scriveva ieri la Farnesina in una nota “incrina il clima di serenità e fiducia reciproca, che costituisce la premessa indispensabile per la buona riuscita di questo tipo di incontri”. Confermato per oggi invece l’incontro a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il Cancelliere federale austriaco Sebastian Kurz: inutile dire che la questione del doppio passaporto sarà uno degli argomenti sul tavolo. (agg. di Dario D’Angelo)
KURZ, “TENSIONE TRA I PAESI UE”
“C’è tanta tensione tra i Paesi del Sud, del Nord, dell’Est e dell’Ovest” ha affermato il cancelliere Kurz, non nascondendo la tensione con l’Italia, ma in generale fra i 27 Paesi dell’UE che stanno trovandosi di fronte a grandi divergenze per quanto riguarda la questione dei migranti. Una problematica che anticipa come nel vertice a Salisburgo, con ogni probabilità, non sarà individuata nessuna soluzione. I Paesi chiamati ad aumentare le proprie politiche di accoglienza sbandierano dati che dimostrano come gli sbarchi nel Mediterraneo siano considerevolmente diminuiti, con tutto ciò che ne consegue a livello di emergenza che viene definita “inesistente”. Per Kurz rischia di essere decisamente più una patata bollente la decisione di fornire ai cittadini altoatesini il passaporto austriaco, che può portare alla crisi diplomatica con l’Italia. (agg. di Fabio Belli)
“DA AUSTRIA REVANCISMO ANACRONISTICO”
Nuovo caso diplomatico tra l’Italia e Austria, se non pienamente poco ci manca: la polemica infatti scorre diretta dalla Farnesina contro il primo Ministro austriaco, Sebastian Kurz (attuale Presidente di turno dell’Unione Europea) per il ben noto caso del doppio passaporto ai cittadini dell’Alto Adige (qui tutti i dettagli e le precedenti invettive di Fraccaro contro Vienna, ndr). Il Ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi ha scritto una nota pubblica in cui annuncia di aver cancellato l’incontro bilaterale con l’omologo austriaco proprio per la legge allo studio per conferire il doppio passaporto ai cittadini italiani altoatesini, di lingua tedesca e ladina. «Un’iniziativa che incrina il clima di serenità e fiducia reciproca, che costituisce la premessa indispensabile per la buona riuscita di un incontro», si legge in una nota della Farnesina. L’Italia, quando tra l’altro non mancano molti mesi alle Regionali del Trentino Alto Adige, non intende minimamente concedere questa “invasione” di campo su un tema molto delicato dal punto di vista sociale ed economico. «Proprio nella ricorrenza del centenario della Prima Guerra Mondiale, funestata dal sangue di tanti italiani e austriaci, l’idea di conferire il doppio passaporto ai cittadini dell’Alto Adige di lingua tedesca e ladina rischia di assumere potenziali caratteri di un revancismo anacronistico», scrive ancora Moavero, non prima di concludere «All’Austria è stato spiegato ancora una volta che la possibile iniziativa unilaterale appare particolarmente inopportuna, considerate le elezioni in Alto Adige».
FDI “SPINGE” SU CONTE: “NOI SIAMO STATO SOVRANO”
«”Le continue ingerenze di Kurz sul suolo italiano, a cominciare dal voler riconoscere la cittadinanza austriaca ai cittadini italiani dell’Alto Adige, per finire alla sua visita a Bolzano lo scorso venerdì con il preciso intento di condizionare le elezioni sostenendo la SVP, sono intollerabili e non fanno che alimentare tensioni tra le comunità altoatesine di lingua tedesca e italiana, ormai sopite da anni», lo scrive Francesco Lollobrigida, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati dopo che il caso diplomatico tra Italia e Austria sembra ormai esploso, seppur nei canali diplomatici della Farnesina. La linea di Moavero è molto dura, più del solito va detto, specie quanto sottolinea «risulta difficilmente comprensibile, specie se si considera che tutti gli austriaci e tutti gli italiani già condividono la comune cittadinanza dell’Unione Europea, status ben evidenziato da un’apposita menzione sulla stessa copertina dei loro passaporto. È pertanto davvero curioso che un’iniziativa di questo tipo sia discussa proprio nello Stato, l’Austria, che assicura pro tempore la presidenza Ue». Ancora FdI torna a commentare il “caso” Altoatesino, sempre con Lollobrigida «Ci auguriamo che il premier Conte, sulla scia di quanto affermato dal ministro Moavero, nell’incontro di martedì con il cancelliere austriaco faccia valere gli interessi della nazione, chiarendo una volta per tutte che Bolzano è italiana e che mai nessun capo di governo straniero era sceso in campo per sostenere un partito, violando di fatto la campagna elettorale in uno Stato sovrano».