Nella lettera inviata al dirigente scolastico dell’IIS Majorana di Cesano, Antonio Cangiano, la giovane 23enne pakistana racconta tutto il suo dolore per una vicenda che la vedrebbe costretta a casa e imprigionata per costringerla a sposare un coetaneo in patria (e sconosciuto). «A me piace un ragazzo pakistano ma a loro no. Io voglio stare con lui, mentre vogliono che mi sposi con un altro», scrive nell’ultima parte della missiva giunta alle cronache nazionali dopo il possibile intervento della Farnesina per provare a far luce sul caso. Pare che l’ultimo contatto con i carabinieri risalga all’11 luglio scorso, mentre ad oggi la giovane riferisce di trovarsi nella città di Lahore, assieme alla sorella. Sarebbe poi anche impossibilitata a lasciare il Pakistan a causa della privazione dei suoi documenti: «Ma io voglio tornare, vi prego aiutatemi». (agg. di Niccolò Magnani)
“VOGLIONO COSTRINGERMI A SPOSARMI”
Sta vivendo un vero incubo la 23enne portata in Pakistan con l’inganno dal padre. Privata dei documenti e costretta a lasciare la scuola, la giovane ha chiesto aiuto al suo ex istituto per non sposare l’uomo che la famiglia ha scelto per lei. Dopo aver assaporato il gusto della libertà, però, la 23enne non vuole arrendersi al volere del padre e ha lanciato un appello per chiedere aiuto. Nel 2017 è stata riportata in Pakistan per punizione dal padre che non ha accettato la sua mentalità occidentale. La ragazza, infatti, è stata costretta a lasciare la scuola ed è stata riportata nel suo paese d’origine dove dovrebbe sposare un uomo scelto dai genitori. Un destino che la 23enne non intende accettare. La sua speranza è che la lettera inviata alla sua ex scuola possa aiutarla a tornare in Italia non avendo più passaporto, codice fiscale e permesso di soggiorno. “Ho provato a chiedere aiuto alla mia ambasciata ma non mi hanno ascoltata, vi prego, voglio tornare, è in Italia che vedo il mio futuro”, ha dichiarato la ragazza all’Ansa in Pakistan (aggiornamento di Stella Dibenedetto).
LEGA: “INTERVENGA SUBITO FARNESINA”
L’onorevole deputato della Lega – nonché vicepresidente della Commissione Esteri della Camera – Paolo Grimoldi ha chiesto che la Farnesina intervenga subito sul caso della povera 23enne ingannata dalla famiglia e portata in Pakistan, dove ora è “prigioniera”. «Chiedo al nostro ministero degli Esteri di attivare immediatamente le sue strutture per fare luce sul caso che arriva da Monza, […] ragazza trattenuta lì senza documenti, impossibilitata a rientrare in Italia, per decisione dei genitori, per la solita inaccettabile decisione del padre di non farla vivere alla occidentale e di volerle impedire un matrimonio libero con un ragazzo scelto da lei», spiega la nota del leghista, non prima di aggiungere che se fosse realmente confermata l’intera storia brianzola «allora chiediamo alla Farnesina di attivarsi immediatamente con le autorità del Pakistan per favorire il suo ritorno in Italia, ovviamente lontano da questa famiglia. Avremmo l’ennesima conferma che un certo Islam radicale, quello più oltranzista, in Italia non ha fatto progressi, che non è diventato più moderato e conciliante ma è rimasto su posizioni estreme». Il caso ricorda da molto vicino il dramma di Farah, la studentessa che da Brescia venne “imprigionata” dalla famiglia in Pakistan dove venne fatta anche abortire. (agg. di Niccolò Magnani)
MONZA, 23ENNE PORTATA IN PAKISTAN CON L’INGANNO
Monza, portata in Pakistan con l’inganno: “la scuola mi aiuti”, questa la tragica vicenda con vittima una giovane di 23 anni. Secondo quanto riportato da Repubblica, la ragazza è stata costretta con l’inganno a lasciare la scuola brianzola per tornare in patria: suo padre infatti non voleva più che studiasse, ma che sposasse un uomo scelto dalla famiglia. Una situazione che ha spinto la ventitreenne a scrivere alla sua vecchia scuola per chiedere aiuto: “vi prego aiutatemi, mi hanno preso tutti i documenti e mi hanno lasciata qui”. La scuola ha contattato immediatamente i carabinieri e la Procura di Monza, con la documentazione che è stata trasmessa alla Prefettura di Monza e Brianza: l’obiettivo è che la questione arrivi sul tavolo del Ministero degli Esteri, presieduto da Enzo Moavero Milanesi.
“IL MIO FUTURO E’ IN ITALIA”
Ora la 23enne ha conosciuto un ragazzo in Pakistan e, come raccontato all’Ansa, adesso vive con lui:”Ora vivo con lui ma i miei genitori non vogliono che stia con lui, perché la cultura nel nostro Paese non permette alle giovani di scegliere con chi stare. Ho provato a chiedere aiuto alla mia ambasciata ma non mi hanno ascoltata. Vi prego, voglio tornare in Italia, è lì che vedo il mio futuro”. Repubblica sottolinea che il ritorno in Pakistan risale al 2017, dopo che due anni prima il padre l’aveva costretta ad abbandonare gli studi e a rimanere a casa. Studi abbandonati contro la sua volontà, tanto da scrivere alla sua ex scuola. I professori avevano anche provato a contattarla, ma la famiglia le aveva tolto il permesso di soggiorno, il passaporto e il codice fiscale.