Un bidello di Reggio Emilia è accusato di aver violentato un bambino di quattro anni nei bagni dell’asilo. L’inchiesta è partita dalle denunce della madre, la quale avrebbe notato comportamenti strani del piccolo. Proprio lui, dopo pochi giorni, avrebbe poi raccontato tutti ai genitori, anche alla luce di alcuni problemi fisici che accusava. I genitori del bambino lo hanno portato in ospedale, dove è stato sottoposto ad accertamenti sanitari che avrebbero confermato gli abusi sessuali. Da lì è scattata la denuncia ai carabinieri che, su richiesta del pm Stefania Pigozzi, hanno piazzato alcune telecamere all’interno della scuola reggiana. Durante l’incidente probatorio è stato nominato dal gip Luca Ramponi il perito che dovrà valutare la capacità del bambino di testimoniare. L’uomo, rimasto disoccupato dopo che il suo contratto a termine è scaduto, nega ogni accusa attraverso il suo avvocato difensore Tommaso Lombardini.
REGGIO EMILIA, BIDELLO ACCUSATO DI STUPRO SU BIMBO DI 4 ANNI
Un racconto da brividi confermato dalle visite mediche. Un bambino è stato violentato dal bidello della sua scuola. Tutto è cominciato la primavera scorsa: dopo l’apertura dell’inchiesta, i carabinieri hanno installato alcune telecamere nascoste all’interno dell’asilo. Il contenuto delle immagini è stato messo già agli atti, anche se le indagini stanno ancora continuando. All’uomo per ora non è stata applicata alcuna misura cautelare restrittiva e neppure interdittiva per quanto riguarda il suo lavoro. Ieri però è cominciato il processo. «Dagli atti finora non emerge praticamente nulla a carico del mio assistito che non c’entra niente. Va ancora verificata l’attendibilità del racconto», ha dichiarato – come riportato dal Resto del Carlino – l’avvocato difensore Tommaso Lombardini. Infatti la vicenda è ad una fase giudiziaria embrionale: va valutata la cosiddetta «capacità processuale» e dunque attendibilità e credibilità del racconto, per questo è stato nominato un consulente tecnico.