Oggi, 19 settembre, è il giorno in cui si festeggia San Gennaro in quel di Napoli, con il classico rito del sangue. Una giornata fortunata per la città campana, non soltanto perché il sangue si è liquefatto (in caso contrario sarebbe stato un segnale di cattivo presagio), ma anche perché moltissimi napoletani e non hanno giocato il numero 18, che nella smorfia corrisponde al sangue. In base a quanto riferito dall’agenzia specializzata Agimeg, sette delle dieci vincite più alte dell’ultimo concorso sono state raggiunge con i numeri della ruota partenopea, tra cui appunto il 18. A Belizzi, in provincia di Salerno, si è registrata la vincita più importante, ben 45mila euro per il terno 8-18-24. Lo stesso numero era presente anche in un’altra vincita da 23.750 euro finita a Napoli, la terza più ricca del concorso. In totale, fa sapere Agimeg, 5 milioni di euro sono finiti nel capoluogo campano sugli oltre 11.7 assegnati: quasi il 50%. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MIRACOLO AVVENUTO

Il miracolo di San Gennaro è avvenuto: il sangue del Santo Patrono si è scelto all’interno del Duomo di Napoli, gremito di fedeli. Presente anche il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca, che ha parlato proprio della fede del popolo partenopeo ma non solo: “La realtà si cambia con la fatica, non con le chiacchiere. San Gennaro in questo senso dovrebbe ispirare qualcuno a Napoli. Fra le tante cose belle della Campania c’è la presenza di momenti religiosi, di livello mondiale”. Continua Vincenzo De Luca, come riportato dai colleghi di Napoli Today: “San Gennaro ispira alla fede milioni di persone. Grande ricchezza di spiritualità, non so se è legata ai problemi che abbiamo, ma è una risorsa su cui far leva. Questi momenti di raccolta sono opportunità di innescare turismo religioso”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



MALORE PER IL CARDINALE SEPE

Si è compiuto anche quest’anno il miracolo di San Gennaro. Il famoso rito del sangue liquefatto è stato svelato dal cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli. Rito che è stato purtroppo “interrotto” da un malore dello stesso porporato, che forse a seguito del gran caldo di questi giorni, è apparso bianco in volto, quasi come se stesse per svenire. Le persone a lui vicine hanno invitato il cardinale a lasciare l’altare e la chiesa, ma lo stesso ha declinato l’invito, accomodandosi. Per via del malore subito, Sepe non ha potuto portare l’ampolla all’esterno della Cattedrale, così come avviene ogni anno. Durante la celebrazione della messa, in una chiesa come da tradizione gremita da rappresentanti delle istituzioni, residenti e turisti, il cardinale si era rivolto in particolare ai giovani: «Napoli ha bisogno di tornare a volare potendo contare prima di tutto sui suoi giovani. Dire che sono essi il futuro della città è riduttivo: ad essi deve appartenere sempre più anche il presente». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



IL SANGUE SI E’ SCIOLTO

Fin dalle prime ore di questa mattina, mercoledì 19 settembre 2018, centinaia di persone si sono radunate all’interno della Cattedrale del Duomo di Napoli per assistere al Miracolo della liquefazione del Sangue di Sa Gennaro. Pochi minuti fa è stata aperta la cassaforte con il Reliquiario con le ampolle del Sangue, alla presenza del Cardinale Crescenzio Sepe, dell’Abate mons. Vincenzo de Gregorio, del Sindaco De Magistris e del Vice Presidente della Deputazione Carafa. Alle 8:40 circa si è concluso il Cerimoniale d’entrata e pochi minuti fa è giunto l’annuncio atteso: il Sangue si è sciolto, si ripete il Miracolo di San Gennaro: “Il miracolo è di buon auspicio, porterà del bene a tutti”, il commento di Cardinal Sepe, che ora inizierà le celebrazioni con la Santa Messa. Un evento atteso dal popolo napoletano ma non solo: i fedeli di tutto il mondo aspettavano questo momento! (Aggiornamento di Massimo Balsamo)

IL SANTO DEL GIORNO

Gennaro nasce a Pozzuoli nel 272 d.C. in una città di cui non si ha certezza. Incerte, infatti, sono le notizie sulla vita di San Gennaro dalla nascita fino al momento in cui diventa vescovo di Benevento. Alcuni vogliono che sia proprio questa la sua città natale, altri invece attribuiscono la nascita alla città di Napoli della quale è anche patrono. Molto dettagliate, invece, le informazioni sull’episodio che portò al suo martirio. Infatti, in qualità di vescovo di Benevento, nel IV secolo dopo Cristo si reca a Pozzuoli, vicino Napoli, per fare una visita ai fedeli di questa cittadina. Lo accompagnano nel suo viaggio Desiderio e Festo. Per incontrarlo a Pozzuoli di muove anche il diacono di Miseno, che risponde al nome di Sossio, grande amico di Gennaro. Purtroppo però durante il viaggio viene arrestato dai soldati per ordine di Dragonzio, governatore della Campania e grande persecutore dei cristiani. Gennaro insieme ai due compagni si reca subito in visita e prova a convincere Dragonzio a lasciarlo libero ma ottiene invece anche la loro carcerazione. Il governatore decide di condannare a morte tutti e ordina che la loro esecuzione avvenga per opera di belve feroci nell’arena di Pozzuoli. A questo punto le fonti si fanno controverse. Alcune dicono infatti che per un disguido questa esecuzione nell’arena non fu mai fatta, altre che in presenza delle belve Gennaro compì un miracolo facendole diventare mansuete come agnellini.

In ogni caso, Dragonzio irritato dalla mancata esecuzione del suo ordine comandò di giustiziarli tutti per decapitazione. Qualche giorno dopo, nell’attuale Solfatara di Pozzuoli, Gennaro, Sossio e gli altri compagni morirono decapitati dal boia. Era il 19 settembre del 305. Il corpo di Gennaro fu dapprima sepolto nell’Agro Marciano e poi nel V secolo d.C. fu traslato e portato nelle Catacombe che da lui presero il nome di San Gennaro. I testi religiosi sono comunque prodighi anche di altri racconti della vita di San Gennaro e dei suoi miracoli. Secondo uno di questi Gennaro fu una volta arrestato per ordine di Timoteo che lo accusava di fare proseliti per la chiesa cristiana. Dopo atroci torture, non riuscendo a farlo abiurare, decise di condannarlo a morire bruciato nella fornace. Gennaro venne effettivamente buttato dentro ma uscì completamente illeso. Alla sua morte, come avveniva all’epoca, una donna di nome Eusebia raccolse il sangue di Gennaro e ne riempì due ampolle. Ancora oggi quelle ampolle di sangue vengono conservate nel Duomo di Napoli e sono parte integrante del miracolo di San Gennaro. Le ampolle accompagnano sempre il santo anche nell’iconografia classica che lo vede indossare l’abito da vescovo e il bastone pastorale oltre ad essere circondato dai feroci leoni che il Santo rese mansueti.

SAN GENNARO, LE CITTÀ DI CUI È PATRONO

Sono tante le città nel mondo che hanno eletto San Gennaro come proprio Santo patrono. Fra queste possiamo ricordare Folignano e la zona di Little Italy a New York. Sicuramente, però, è la città di Napoli quella che è più legata a Gennaro che ne è il patrono. Secondo la tradizione le ossa e le ampolle di sangue del santo sono conservate proprio nel Duomo della città. Tre volte l’anno – di cui una in occasione proprio del 19 settembre – le ampolle vengono esposte alle preghiere dei fedeli e grazie a queste il sangue contenuto si scioglie, compiendo il miracolo. Una leggenda narra che in assenza della liquefazione del sangue grandi sventure si abbatteranno sulla città di Napoli. Il 19 settembre la chiesta cattolica festeggia anche il vescovo Sant’Abbone, Sant’Emilia Maria Guglielma, i vescovi San Giovanni di Spoleto e San Lamberto, Santa Maria de Cervellon, la martire Santa Pomposa di Cordova, il vescovo San Teodoro e il martire San Trofimo.