L’avvocato di Nicholas Pedrotti ha espresso com’era comprensibile soddisfazione riguardo la mancata convalida del fermo del suo assistito, ed ha sottolineato di essere convinto del fatto che il test del DNA possa dar ragione definitivamente alla tesi che vede il 22enne totalmente non coinvolto nella violenza sessuale a Menaggio ai danni di due 17enni. “Il mio assistito, in particolare, ha riferito al giudice di non avere nemmeno sfiorato la ragazza che lo accusa, a parte essersi scambiato con lei qualche bacio nel locale, molto prima dei fatti contestati” ha spiegato l’avvocato di Pedrotti, che si trovava nella località sul Lago di Como come lavoratore stagionale per fare il barista. (agg. di Fabio Belli)
FERMO NON CONVALIDATO
Il fermo dei tre giovani finiti in carcere con l’accusa di aver violentato due minorenni nella zona del lido di Menaggio, poco più di un mese fa, non è stato convalidato dal giudice delle indagini preliminari di Como. Per il magistrato non ci sono gravi elementi per dimostrare la responsabilità degli accusati. La decisione, arrivata nel pomeriggio, ha fatto subito discutere. Ma per il giudice, come riportato da La Provincia di Como, l’unica fonte di prova a carico degli indagati è rappresentata dalle dichiarazioni delle due minorenni, le cui dichiarazioni però non sono convergenti, anzi in alcuni passaggi si contraddicono. Inoltre, nel corso dell’interrogatorio gli indagati hanno «compiutamente ricostruito i fatti con versioni complessivamente convergenti e, astrattamente, plausibili». Queste le ragioni che hanno portato dunque alla scarcerazione dei tre ragazzi. (agg. di Silvana Palazzo)
“NESSUNA PROVA”: MA CI SARANNO ALTRE INDAGINI
“Non c’è alcuna prova certa”: con queste motivazioni il gip di Como, dopo alcuni giorni ha disposto la scarcerazione di tre dei ragazzi (il quarto è ancora ricercato dai Carabinieri) accusati di uno stupro ai danni di due 17enni in quel di Menaggio, sul lago di Como. Non vi sarebbero dunque indizi tali per poter dimostrare la loro responsabilità e così sono stati rilasciati: ma a seguito della decisione del gip, la stessa Procura lombarda ha voluto diramare una nota ufficiale per chiarire meglio la questione e probabilmente anche evitare le susseguenti polemiche: “Questo ufficio si riserva di effettuare ulteriori approfondimenti investigativi” si legge nel comunicato in cui si parla del presunto stupro compiuto dal branco di quattro ragazzi, “evitando allo stesso tempo –si legge ancora- di fornire ulteriori particolari inerenti un episodio che si ritiene abbia certamente colpito persone accusate e vittime e la relativa indagine”. La nota si conclude con la precisazione che si rispetta la decisione assunta dal giudice per le indagini preliminari, comunque non equiparabile ad una pronuncia di assoluzione, attesa la fase interlocutoria in cui è intervenuta”. (agg. R. G. Flore)
GIP COMO, “NON CI SONO PROVE CERTE”
I tre giovani accusati di violenza sessuale di gruppo su due ragazze di 17 anni a Menaggio sono stati scarcerati. Il giudice delle indagini preliminari di Como non ha convalidato il fermo perché per il magistrato non c’erano elementi di prova tali da dimostrare la loro responsabilità. Le accuse delle minorenni, che hanno denunciato di essere state abusate a Menaggio, sulla spiaggia, nella notte tra l’8 e il 8 agosto da quattro persone, una delle quali ancora irreperibile, non bastano. Nella mattinata di oggi i tre fermati – Nicholas Pedrotti, Emanuel Dedaj e Zinabu Muratore – sono comparsi davanti al giudice per l’interrogatorio di garanzia. Hanno risposto alle domande e nel pomeriggio il magistrato, come riportato dal Corriere della Sera, ha sciolto la riserva e ha deciso di scarcerare i giovani. L’unico elemento a loro carico, secondo il giudice, sarebbe la testimonianza delle vittime. (agg. di Silvana Palazzo)
MENAGGIO, DUE 17ENNI STUPRATE: MOLDAVO RICERCATO
La notizia della violenza sessuale di gruppo compiuta su due minorenni di 17 anni ha gettato nel più totale sconforto Menaggio, cuore della movida del lago di Como e definito oggi dal sindaco Michele Spaggiari “un paese sotto choc”. Le due ragazze si trovavano in vacanza quando nella notte tra l’8 ed il 9 agosto sono state stuprate in spiaggia da un branco di 4 giovani. Tre di loro sono attualmente in stato di fermo, mentre il quarto è ancora ricercato dai carabinieri. Il primo cittadino di Menaggio ha definito la sua comunità “colpita profondamente da questa vicenda”. Ora confida nella giustizia ma anche nel silenzio “per tutelare le vittime”, dice al Corriere della Sera, auspicando al tempo stesso che i responsabili possano essere preso consegnati alla giustizia e che, in caso di colpevolezza, “le pene siano severe”. Intanto proseguono le ricerche del ragazzo moldavo che andrebbe a completare il branco e che avrebbe lasciato l’Italia pochi giorni dopo lo stupro di gruppo. Gli altri tre, attualmente in carcere al Bassone di Como, invece, compariranno domani davanti al giudice per l’udienza di convalida del fermo.
UNO DEGLI ACCUSATI NEGA LE ACCUSE
Uno dei tre ragazzi in stato di fermo con l’accusa di violenza sessuale di gruppo sulle due minorenni, entrambe di 17 anni, a Menaggio, si chiama Nicholas Pedrotti, ha 22 anni di Chiesa Valmalenco (Sondrio) e fa il barista. Il giovane si dice pronto più che mai a difendersi, domani, davanti al giudice. Lo ha confermato il suo legale, l’avvocato Francesco Romualdi che ha asserito: “Risponderà sicuramente alle domande e non aveva alcuna intenzione di scappare. Non ha commesso alcun tipo di violenza sessuale e lo ripeterà al giudice come ha già detto una decina di giorni fa, quando i carabinieri hanno perquisito la sua abitazione e ha saputo di essere indagato”. Il giovane ha confermato di aver incontrato le due 17enne la notte in cui sostengono si sia consumata la violenza ed ammette anche un “approccio” con una delle due, ma avrebbe spiegato che si sarebbe trattato solo di “baci e effusioni”. Poi, a suo dire, si sarebbe allontanato. “Le ragazze sono rimaste con gli altri tre ancora per quasi un’ora e il mio assistito non sa cosa sia successo”, dice il suo legale. Il 22enne conosceva bene gli altri due fermati, un albanese 20enne ed un eritreo, anche loro baristi nel medesimo locale in cui lavora, ma nega di conoscere il moldavo in fuga e che avrebbe lasciato l’Italia prima di Ferragosto.