Mancano giorni se non ore per la presentazione ufficiale del cosiddetto Decreto Genova, una serie di manovre straordinarie inerenti la demolizione del viadotto Morandi, crollato lo scorso 14 agosto, e la ricostruzione del nuovo ponte progettato da Renzo Piano. Ad annunciare il traguardo vicino è stato il ministro della infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, che uscendo allo scoperto stamane a 24 Mattino ha spiegato: «Il decreto Genova è pronto verrà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale nelle prossime ore». Toninelli conferma le indiscrezioni di questi giorni in merito al fatto che il governo sta valutando con l’UE, se si possa togliere o meno la concessione ad Autostrade per l’Italia: «Stiamo dialogando con l’Unione europea – dice Toninelli – perché la ricostruzione del Ponte Morandi di Genova abbia il timbro dello Stato senza una gara che permetterebbe ad Autostrade di ricostruirlo». Il nuovo ponte dovrebbe essere pronto nel giro di 10/16 mesi indicativamente per la fine del 2019 e l’inizio del 2020. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
E’ CAOS ATTORNO AD ASPI
Se Conte spinge per non rinnovare per nulla la concessione ad Autostrade (sulla scia di Toninelli e Di Maio) i fatti e i tempi del Decreto Genova sembrano smentirlo, almeno per il momento. Il ritardo della pubblicazione su Gazzetta Ufficiale del Decreto e la conseguente nomina del Commissario Straordinario è dovuto, secondo quanto riportano i colleghi del Secolo XIX, alla possibilità di vetrificare con l’Ue la dicitura che renda esplicita «la volontà di togliere la concessione ad Autostrade per l’Italia». La bozza rimane ma il caos attorno ad Aspi sta facendo irritare e non poco i vertici locali, Toti in primis: il timore è arrivare in ritardo sulla tabella di marcia con un autunno che non tarderà ad arrivare e con i soliti rischi idrogeologici che ogni anno la Liguria è costretta a subire, quest’anno con dei detriti enormi del ponte Morandi come ulteriore spada di Damocle. Al Foglio intanto oggi ha parlato Giuseppe Bono di Fincantieri che si è detto pronto per iniziare i lavori di demolizione e soprattutto di ricostruzione del nuovo Morandi: «i tempi sono lunghi e in ritardo, ma noi siamo pronti».
ADDIO CONCESSIONE?
Sta per comporsi il decreto Genova, serie di norme straordinarie che ufficializzeranno di fatto la demolizione del Morandi e l’inizio dei lavori per la costruzione del nuovo ponte. Manca ancora qualche giorno, durante i quali l’esecutivo cercherà di capire una volta per tutte, soprattutto in sede europea, se potrà togliere la tanto agognata concessione ad Autostrade per l’Italia. Del resto, la volontà dell’esecutivo giallo-verde è stata resa nota dal presidente del consiglio, Giuseppe Conte, che presente a Salisburgo per un vertice sui migranti ha spiegato e ribadito: «Autostrade è fuori. Non è assolutamente contemplato che faccia parte del consorzio. Parteciperà alla ricostruzione solo sul piano finanziario». Ed è proprio questo il punto: Aspi perderà la concessione ma nel contempo, dovrà pagare le opere di demolizione e ricostruzione, e dovrà farlo al massimo entro 30 giorni dalla richiesta del Commissario Straordinario, il cui nome resta ancora un rebus. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
IL COMMENTO DI TOTI
Da un lato il Governo che esclude praticamente in maniera ufficiale Autostrade dalla ricostruzione – soldi esclusi – dall’altro Aspi proprio oggi presenta (per dovere di legge) il piano di demolizione e ricostruzione del nuovo ponte Morandi. Il presidente della Regione Liguria e commissario per il superamento dell’emergenza Giovanni Toti, con il sindaco di Genova Marco Bucci hanno ricevuto a Genova i vertici di Autostrade per l’Italia: «ha presentato diverse opzioni progettuali di demolizione e connessa ricostruzione, ispirate al disegno donato alla città su richiesta delle istituzioni locali dall’architetto Renzo Piano. I tempi previsti per la demolizione e la ricostruzione del viadotto vanno da un minimo di nove mesi a un massimo di sedici mesi», scrive una nota della Regione, non prima di aggiungere come La Presidenza della Regione e la struttura Commissariale abbiano «sospeso ogni analisi del piano stesso, trasmettendolo per opportuna conoscenza a tutte le autorità competenti, in attesa di consegnare l’intero progetto al competente ufficio del nuovo commissario di governo per la demolizione e la ricostruzione del ponte, cui spetterà, secondo l’approvato decreto Genova, ogni ulteriore valutazione circa le modalità e i soggetti coinvolti nelle future operazioni di demolizione e ricostruzione».
BOZZA DECRETO GENOVA
Il fulcro fondamentale del Decreto Genova pare proprio essere questo passaggio: «Autostrade dovrà mettere a disposizione le somme per ricostruire il ponte entro 30 giorni dalla richiesta del Commissario». Per il nuovo ponte Morandi non si può che attendere quel Decreto ancora in “bozza” (dopo gli ultimi accorgimenti scaturiti dagli incontri con Toti e Bucci, ndr) e soprattuto il nuovo Commissario alla Ricostruzione che tra oggi e domani dovrebbe essere nominato dal Governo Conte, parallelamente alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’intero decreto governativo con tutte le misure straordinarie per i prossimi mesi a Genova. Secondo varie anticipazioni di stampa, il passaggio voluto da Toninelli prevede che «Il concessionario, tenuto a far fronte alle spese di ricostruzione dell’infrastruttura (…), entro 30 giorni dalla richiesta del Commissario straordinario pone a sua disposizione le somme necessarie al predetto ripristino ed alle altre attività connesse, nell’importo provvisoriamente determinato dal Commissario medesimo». Se non dovesse poi avvenire il versamento, allora il Commissario avrà il potere di individuare «un soggetto pubblico o privato che anticipi le somme necessarie alla integrale realizzazione delle opere, a fronte della cessione pro solvendo della pertinente quota dei crediti dello Stato nei confronti del concessionario, potendo remunerare tale anticipazione ad un tasso annuo non superiore a quello di riferimento della Banca Centrale Europea maggiorato di tre punti percentuali».
CONTE, “AUTOSTRADE FUORI DA PROGETTO RICOSTRUZIONE”
Quello che però è certo, al netto dei tanti punti ancora “oscuri” del Decreto Genova che ancora deve essere pubblicato, lo ha garantito il Premier Conte oggi da Salisburgo (per il Vertice Ue sui migranti, ndr): «Sulla società che ricostruirà il Ponte non mi pronuncio affatto, perché il commissario dovrà valutare le proposte e scegliere chi offre più garanzie ai genovesi di ricostruire il Ponte più bello e solido. Autostrade è fuori». Sul nome del Commissario Straordinario, il premier ancora non si scuce e ammette «deve essere nominato entro 10 giorni dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale. Non riesco a dare una data ma nominerò di intesa con la Regione Liguria un commissario che procederà con la massima speditezza». Per quanto riguarda la filiera che dovrà garantire il Commissario nominato dal Governo, ancora il Decreto Genova sul ponte Morandi anticipa che «il Commissario straordinario per la ricostruzione si avvarrà di una struttura di supporto posta alle sue dirette dipendenze, costituita con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri e composta da un contingente di venti unità, dipendenti di pubbliche amministrazioni centrali e territoriali».