Lauree false in cambio di soldi. Il sistema fraudolento è venuto alla luce in queste ore in Spagna, precisamente presso l’università pubblica Rey Juan Carlos, facoltà di Legge: undicimila euro per ottenere in cambio la registrazione come avvocato al foro di Madrid. La conseguenza è che una volta ottenuta l’abilitazione spagnola, si è avvocati a tutti gli effetti in ogni stato dell’Unione Europea, Italia compresa. Uno scandalo che ha investito anche la politica iberica, visto che è venuto a galla che anche tre politici spagnoli si sono laureati grazie a questo raggiro. Come riferisce l’edizione online di TgCom24.it, si tratta di Cristina Cifuentes, il presidente conservatore di Madrid, il ministro della Salute socialista Carmen Monton, e infine, Pablo Casado, leader dell’opposizione di destra. Il trio è stato costretto a dimettersi dopo che lo scandalo è stato reso pubblico. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



LAUREE FALSE PER GLI ITALIANI

Sono “bastati” undicimila euro per 500 studenti italiani per ottenere la laurea in legge e l’iscrizione all’albo degli avvocati in Spagna. Tutto questo, necessario, ai futuri avvocati italiani, per evitare i diciotto mesi di praticantato e l’esame di abilitazione alla professione per, così, poter praticare in tutta Europa e, ovviamente, in Italia. Per questi universitari è bastato recarsi in Spagna, più precisamente all’università pubblica Rey Juan Carlos per ottenere, in modo fraudolento, il titolo per poter professare liberamente in Italia la priopria professione.



SPINTI DA UNA SOCIETA’ ITALIANA

Questa, per l’università Rey Juan Carlos, non è la prima volta che finisce nello scandalo: già negli anni passati si parlò di falsi titoli concessi a uomini del mondo della politica spagnola. A far scoppiare questo nuovo caso è stata una denuncia del 2016 dell’osservatorio per la corruzione che ha raccolto i ricorsi contro i titoli ottenuti da 500 italiani che avrebbero svolto la presunta prova nel maggio di due anni fa. Ora le indagini sulla vendita del titolo in diritto è nelle mani dell’unità di criminalità economica e finanziaria della polizia. Secondo i primi risultati, i 500 italiani su cui si indaga sarebbero stati spinti a compiere questo percorso per ottenere la licenza spagnola, riconosciuta in Europa da una società italiana.

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