In inglese è definito “Basking shark”, cioè “squalo si crogiola al Sole”, per la sua abitudine a distendersi in superficie come se si stesse rilassando sotto i raggi, ma in realtà sono tutt’altro che “pigri”. Sebbene lo squalo elefante, il secondo pesce più grande al mondo dopo lo squalo balena, non sia noto per la sua agilità, ci sono studi che smentiscono questa tesi. Innanzitutto per risalire velocemente nuotano per una trentina di metri in nove secondi, un dato che lo accomuna allo squalo bianco e ad altri giganti del mare. Dal Regno Unito arriva un nuovo studio, secondo cui questo squalo può raggiungere una velocità massima di 5,1 metri al secondo. La nuova ricerca, pubblicata sul Journal Biology Letters, è stata realizzata dalla Queen’s University di Belfast e dalla London’s University of Roehampton. Il team di ricercatori ha seguito uno squalo elefante che ha accelerato con 10 colpi di coda compiendo 28 metri in circa nove secondi. Ma non è finita qui per quanto riguarda i risultati sorprendenti della ricerca…
“SONO VELOCI, AGILI E SALTANO FUORI DALL’ACQUA”
Dallo studio è emerso che lo squalo elefante è anche in grado di compiere dei salti, infatti ha raggiunto un picco di 1,2 metri sopra la superficie. Per riuscire in questo balzo lo squalo elefante ha aumentato la frequenza del battito della coda raggiungendo una velocità massima di 5,1 metri al secondo. «Questo non vuol dire che gli squali elefanti siano feroci predatori che si muovono a gran velocità. Restano dei giganti che si nutrono di zooplancton», ha spiegato Jonathan Houghton, docente di biologia marina presso la School of Biological Sciences di Queen’s. «Da questo studio emerge che c’è molto di più in questi squali. È un po’ come scoprire che le mucche sono veloci come i lupi, quando non le guardi». Per il dottor Nick Payne, assistente alla cattedra di zoologia al Trinity College di Dublino e coautore della ricerca, questo studio dimostra «quanto ancora abbiamo da imparare sugli animali marini».