Il giallo sulla morte di Manuela Bailo torna al centro della nuova puntata de La vita in diretta, il programma del pomeriggio di Rai1 con tutte le ultime novità. Secondo le indiscrezioni, sarebbero stati negati gli arresti domiciliari chiesti dalla difesa di Fabrizio Pasini, l’uomo in carcere per la morte dell’amante e collega alla Uil, scomparsa misteriosamente alla fine di luglio e rinvenuta cadavere il 20 agosto scorso, dopo tre lunghe settimane di interminabili ricerche. Come riporta Corriere.it nell’edizione bresciana, Pasini continua a ribadire la tesi dell’incidente, smentendo quindi di essere stato lui l’artefice della morte della 35enne di Nave. Nell’ambito dell’udienza davanti al tribunale del Riesame il suo difensore, l’avvocato Pietro Paolo Pettenadu ha chiesto la modifica del capo di imputazione a carico del suo assistito, ovvero il passaggio da omicidio volontario a preterintenzionale, avanzando anche la richiesta degli arresti domiciliari a casa di un famigliare. A queste istanze si p però fermamente opposto il sostituto procuratore Francesco Carlo Milanesi che ha di contro depositato in aula ulteriori documenti relativi ai risultati dei sopralluoghi eseguiti dai carabinieri nella villetta teatro dell’orribile delitto.
BATTAGLIA IN AULA TRA ACCUSA E DIFESA
Secondo la difesa, tuttavia, la ricostruzione di Fabrizio Pasini sarebbe attendibile. Si attendono ora gli esiti dell’autopsia per i quali però ci vorranno novanta giorni, dunque occorrerà ancora attendere, forse fino a novembre. Per la Procura però continuano a non esserci dubbi: Manuela Bailo sarebbe stata uccisa con un’arma da taglio che le ha reciso la carotide destra. La difesa dell’uomo tuttavia non retrocede di un solo passo definendo la versione di Pasini, l’unica attualmente esistente, “non così contrastante” con i risultati resi noti e con le conclusioni della controparte. “Lui ha sempre detto che non c’era sangue sulle scale” e che “ha iniziato a perderne solo dopo che lui l’ha spostata dentro il bagno”, ha ricordato il suo difensore, sfidando il pm e invitandolo a portare “una mole di prove a documentare la sua tesi”. In tal caso, dice, “sarò il primo a prenderne atto”.