Entro domani, Valerio Fioravanti e Francesca Mambro sono chiamati ad effettuare un bonifico a favore dello Stato pari a 2 miliardi 354 milioni 463 mila e 695 euro. Una multa vertiginosa, quella che al termine del già costosissimo processo il magistrato di turno ha comminato ai due ex-Nar condannati in via definitiva quali autori della strage di Bologna del 2 agosto 1980. A rivelarlo è il giornalista Massimiliano Mazzanti, il quale ha coperto per Il Secolo d’Italia nell’edizione online i fatti drammatici legati all’esplosione della bomba nella stazione di Bologna avvenuta oltre 38 anni fa. Il cronista ha ritenuto opportuno informare di ciò che dovrebbe accadere entro la giornata di domani diverse redazioni, inviando il suo articolo anche a Giampiero Mughini che, a sua volta, ha commentato la vicenda su Dagospia. Mughini rientra esattamente tra coloro che non credono affatto nella colpevolezza di Fioravanti e Mambro. Dello stesso parere è anche Mazzanti che si domanda, come molti altri italiani, “per quale oscura ragione i giudici italiani abbiano ritenuto solo Fioravanti e la Mambro – delle migliaia e migliaia di terroristi italiani condannati per i delitti compiuti negli anni ’60/’70/’80 – rei anche d’aver sporcato l’immagine dell’Italia, mentre gli altri loro “camerati” e i ben più innumerevoli brigatisti rossi e i “compagni” delle formazioni eversive comuniste no”. Nel commentare la notizia, Mughini si dice curioso di sapere cosa commenterà il famigerato terrorista Carlos, la cui testimonianza contro Cavallini sarebbe stata accettata dal tribunale di Bologna.



MUGHINI, “PENA ACCESSORIA AI DUE EX NAR? CIALTRONATA”

Parlando della pena accessoria decisa dal tribunale bolognese che ha condannato Fioravanti e Mambro e relativa agli oltre 2 miliardi di euro che i due ex Nar dovrebbero pagare entro domani allo Stato, Mughini definisce il caso senza eguali nella storia della giurisprudenza italiana. Così come scrive Mazzanti anche Mughini ribadisce che quella cifra stratosferica, i due non l’avrebbero né avrebbero la possibilità di pagarla “a rate”, pur lavorando entrambi alla sede del Partito radicale ed ottenendo circa 2000 euro netti al mese. Insomma, per pagare quella cifra a rate, ad esempio a 400 euro al mese, ha ragionato Mazzanti, ci vorrebbero circa 490mila anni. Il debito, tuttavia, passa di generazione in generazione, motivo per il quale figli, nipoti e pronipoti dei due ne avranno a quanto pare per diversi millenni. “A me quella pena accessoria sembra una cialtronata che offende in primis le vittime”, commenta senza mezzi termini Mughini su Dagospia. “Non c’è stata alcuna pena accessoria – mutato quel che è da mutare – per quanti hanno annichilito la scorta di Aldo Moro, né per chi ha sparato alle spalle del mio amico Walter Tobagi che stava andando al suo lavoro”, ha aggiunto, domandandosi ancora che senso avrebbe tale richiesta economica.

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