In risposta all’episodio di Cagliari, il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, Filippo Anelli, ha proposto in una nota ufficiale di indire una campagna per sensibilizzare e mettere al bando il razzismo e l’intolleranza dal nostro Servizio sanitario nazionale”. Oltre a quello di Cagliari nell’Ospedale San Giovanni Di Dio, col tempo si sono accumulati altri casi di comportamenti o insulti razzisti nei pronti soccosi o nei presidi medici. Anelli vuole: “Coinvolgere anche gli altri professionisti sanitari e le associazioni dei cittadini. La collega Maria Cristina Deidda, con la sua denuncia ferma e lucida ma al contempo pacata nei toni ha testimoniato in maniera encomiabile quelli che sono i valori fondanti della nostra professione e della nostra società, dinanzi alle quali tutti gli uomini sono uguali, a prescindere dal colore della pelle, religione, opinioni e censo.” (agg. di Fabio Belli)



SCATTO DI IMPAZIENZA E RAZZISMO

Il caso di razzismo registrato in un ospedale in Sardegna, nello specifico il San Giovanni di Dio di Cagliari, ha scatenato l’opinione pubblica che si è espressa in queste ore via social, assecondando le parole della dottoressa Maria Cristina Deidda. Quest’ultima si è sentita di intervenire su Facebook per scusarsi a nome dei cittadini che hanno manifestato intolleranza nei confronti di un paziente straniero, reo a loro dire di averli fatti attendere eccessivamente. Situazione notevolmente aggravata dal colore della sua pelle che li avrebbe portati a sbottare contro di lui con il tipico appellativo razzista di “negro”. La vicenda è diventata emblematica dal momento che ha messo in luce il modo piuttosto repentino con il quale si è passati da uno scatto di impazienza ad un vero e proprio episodio di razzismo che ha spinto ad accusare il paziente di origine senegalese di averli attendere troppo prima del rispettivo turno. La dottoressa Maria Cristina Deidda, di contro, su Facebook ha ricordato come il Giuramento al quale lei e le sue infermiere sono state chiamate a fare molti anni addietro, prevedesse l’assistenza rivolta a chiunque ne avesse bisogno, “senza discriminante di razza, sesso, religione, ideologia politica ecc”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



SOCIAL CON DOTT.SSA DEIDDA

Si è sentita in dovere di chiedere scusa Maria Cristina Deidda, medico del ‘Day service’ di cure antalgiche e palliative dell’ospedale San Giovanni di Dio di Cagliari, a nome “dei concittadini sconosciuti ma intolleranti nei riguardi del paziente” colpevole, a loro dire, di averli fatti attendere troppo. Un “troppo” aggravato da un fatto per loro evidentemente non secondario: ovvero che si trattasse di un “negro”. Inutile sottolineare come la notizia abbia fatto in brevissimo tempo il giro d’Italia, con gran parte dell’opinione pubblica che si è schierata a favore della dottoressa. Su Twitter c’era chi commentava:”Complimenti di cuore, alla drssa Deidda: anche in questa occasione ammirevole esempio di grande umanità oltre che professionalità!”. E ancora:”Non discriminano gli stranieri, ma i neri! Nessuno parla mai dei cinesi, filippini, sudamericani, afghani…. I neri! È il colore nero della pelle che li fa andare fuori di testa! Sono doppiamente razzisti!”. (agg. di Dario D’Angelo)



CANCELLATO IL POST DELLA DOTTORESSA

«Chiedo scusa, a nome dei concittadini sconosciuti ma intolleranti nei riguardi del paziente». A scriverlo è Maria Cristina Deidda, in un post su Facebook che fino a poche ore fa era visibile, ma che è stato cancellato (o eventualmente sono cambiate le impostazioni sulla privacy). La dottoressa che lo scrive ha voluto denunciare un episodio di razzismo verificatosi nell’ambulatorio da lei gestito sito in San Giovanni di Dio, azienda ospedaliera universitaria di Cagliari. Non si capacita il medico specialista in oncologia e cure palliative all’ospedale, che nel suo sfogo social aggiunge: «Pur sentendo in tutta Italia di comportamenti intolleranti e discriminanti, mi ero illusa che nel nostro ambulatorio, proprio a causa della delicatezza delle patologie trattate, l’animo umano fosse più compassionevole verso l’altrui persona». Rimane il dubbio in merito alla cancellazione del post in questione, forse per gli insulti ricevuti? (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

“TUTTA COLPA DEL NEGRO”

Episodio di razzismo avvenuto nei giorni scorsi presso l’ambulatorio del san Giovanni di Dio di Cagliari, in Sardegna. Alcune persone in attesa di ricevere la terapia per le cure palliative, si sono lamentate per l’elevato periodo di attesa. “Tutta colpa di un negro”, avrebbero sbottato alcuni di loro, come riferisce la dottoressa Maria Cristina Deidda, responsabile del day service. Ad un certo, racconta l’Huffington Post, si è allontana per accompagnare un paziente senegalese ad una visita specialistica da lei richiesta, quando ha sentito la reazione razzista.

LA DENUNCIA DELLA DOTTORESSA

«Ben quattro persone – denuncia la dottoressa attraverso la propria pagina Facebook – accompagnatori di miei pazienti, si sono lamentate di dover attendere per ‘colpa di un negro’». Non si capacita Maria Cristina Deidda, che poi aggiunge: «Nel mio ambulatorio – prosegue – ci prendiamo cura di pazienti delicatissimi, con imponente dolore o per accompagnarli in ogni modo al loro termine ultimo Tutto il personale lo fa con cortesia, amorevolmente e con dolcezza, come da formazione specialistica (avrei, altrimenti, fatto un altro lavoro). Io e le mie infermiere abbiamo fatto, molti anni addietro, il Giuramento di assistere chiunque ne avesse bisogno, senza discriminante di razza, sesso, religione, ideologia politica ecc». La dottoressa ha quindi concluso il post scusandosi con il paziente di origini senegalese: «Mi vergogno profondamente».