Si è aperto questa mattina il processo d’appello per Eddy Tavares, il capoverdiano condannato in primo grado per aver sfregiato con l’acido l’ex fidanzata Gessica Notaro. Il 30enne era stato condannato a 10 anni di reclusione dal Gip Fiorella Casadei per l’aggressione all’ex finalista di Miss Italia. Oltre al processo per lesioni, Tavares è imputato anche in un secondo procedimento, in questo caso le accuse sono di stalking sempre nei confronti di Gessica Notaro. Per questo era stato condannato invece a 8 anni di reclusione. Oggi i giudici della Corte d’Appello hanno ascoltato le richieste dei legali di Tavares che in questo procedimento di secondo grado hanno ottenuto la riunione dei due fascicoli in un unico processo. La Corte bolognese ha accolto la richiesta di accorpamento dei processi e ha rinviato l’udienza al 15 novembre, data in cui si sarebbe discusso l’appello per il reato di stalking.
GESSICA NOTARO: “VOGLIO GIUSTIZIA. PERDONARLO? NON È PENTITO”
Fuori dall’aula Gessica Notaro ha parlato ai microfoni de La Vita in Diretta: «Non è mai semplice tornare in questo contesto, è stato complicato». Ora però la showgirl riminese lo fa con un approccio diverso: «Ora va un pochino meglio, sono più serena, ma la mente gioca brutti scherzi. Ero molto giù ma stringo i denti, non bisogna mai mollare». E infatti Gessica Notaro non intende perdersi un’udienza di questo processo: «Voglio esserci fino alla fine: è giusto continuare a lottare, è giusto che io sia presente, sono ancora viva e voglio seguire la cosa personalmente». L’ex concorrente di Ballando con le Stelle ha poi parlato del processo: «Mi aspetto che la giustizia prenda le giuste decisioni e che le cose vengano trattate separatamente, perché lo stalking è grave quanto lo sfregio». Inoltre, ha rivelato di aver rivolto lo sguardo all’ex fidanzato, che lui non ha ricambiato. «Lui guardava per terra». Per quanto riguarda l’eventualità di perdonarlo, Gessica Notaro non si sbilancia: «Non credo nei “se” nei “ma”. Per il perdono deve esserci il pentimento, finché non c’è non ha senso parlarne di una possibile reazione».