«Ora i miei figli sono liberi, gli ho dato la libertà». Così Alice Sebesta, la 33enne tedesca che ha ucciso i due figli nel carcere di Rebibbia lanciandoli dalle scale, ha spiegato le ragioni del suo gesto tremendo. Nel frattempo emergono particolari sulla vicenda che fanno pensare ad una possibile sottovalutazione dei problemi della donna. «Ho mandato mio figlio a Dio», ha spiegato nell’interrogatorio, come riportato dal Messaggero. Quando ancora non si conoscevano le sorti del bambino più piccolo ha dichiarato: «Spero che anche il secondo bambino muoia, non sarà normale dopo questo incidente. Sono una mamma leone, non voglio che questo mondo li distrugga». La donna però aveva dato molti segnali di malessere che sono stati sottovalutati: il Messaggero racconta che Alice Sebasta è stata sottoposta a un primo colloquio psicologico con i medici della ASL Roma 2, ma all’incontro non era presente un interprete dal tedesco e la donna si è dovuta esprimere a gesti. Gli operatori sanitari non l’hanno segnalata come soggetto a rischio e non hanno scritto che era stata in strutture psichiatriche fin dall’adolescenza, un’informazione che però potrebbe non essere stata fornita dalla stessa Sebasta, la quale davanti al giudice ha raccontato di aver tentato il suicidio a 16 anni. L’indagine penale e quella disciplinare chiariranno se ci sono responsabilità nella catena di controllo del carcere. (agg. di Silvana Palazzo)



“VOLEVO PROTEGGERLI DALLA MAFIA”

Emergono nuove dichiarazioni da parte di Alice Sebesta, la donna di 33 anni che pochi giorni fa ha ucciso i suoi due figli gettandoli nell’androne delle scale del carcere di Rebibbia. «Sono una buona madre, sono consapevole di quello che ho fatto – le parole della donna di origini tedesche – volevo liberare i miei figli, avevo paura della mafia e li volevo proteggere. Ero impaurita dalle cose che leggevo sui giornali». Alice ha parlato in occasione dell’interrogatorio di convalida dell’arresto davanti al gip Antonella Minunni, che in seguito ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.



LE PAROLE DELL’AVVOCATO

L’avvocato della donna, Andrea Palmiero, ha ricostruito quanto avvenuto dopo l’interrogatorio svoltosi nel reparto di psichiatria dell’ospedale Sandro Pertini: «Nei giorni successivi al suo arresto – dice il legale di Alice Sebesta, come riferito dai colleghi dell’agenzia Ansa – ho presentato una istanza al gip per ottenere gli arresti domiciliari. Avevo trovato anche un alloggio per Alice e i suoi figli. Il giudice però ha respinto la mia richiesta ritenendo che non ci fossero elementi nuovi per potere concedere la scarcerazione». Emerge una donna psichicamente instabile e soprattutto incapace di restare in un ambiente come quello carcerario, insieme ai suoi due figli piccoli.

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