Si profila un braccio di ferro tra il Quirinale e il Viminale sul Decreto Sicurezza che Matteo Salvini vorrebbe presentare lunedì in Consiglio dei Ministri. Mattarella permettendo. Sì, perché stando ad alcuni retroscena pubblicati da La Stampa, il Presidente della Repubblica potrebbe anche arrivare a non firmare il testo nel caso in cui i suoi dubbi sulla presenza di norme che violano principi costituzionali fossero confermati. Le titubanze dell’inquilino del Colle si concentrerebbero in particolare su quel diritto della richiesta d’asilo garantita dall’articolo 10 terzo comma della Costituzione, nonché sulla restrizione dei permessi umanitari, sulla revoca della cittadinanza italiana agli stranieri per reati sempre più numerosi e sulla sospensione del processo di cittadinanza in alcuni casi fissati dal provvedimento. Da Atreju, però, Salvini non mostra particolari preoccupazioni e non teme neanche eventuali rilievi dalla Consulta, come riporta il Secolo XIX:”Io, vuol dire, che ne discuterò amabilmente con la Corte Costituzionale..”. Per poi aggiungere: “Ci saranno ricorsi e controricorsi, ma io me ne frego”. (agg. di Dario D’Angelo)
IL LAPSUS (FREUDIANO?) DI SALVINI
Nell’intervista di un’ora sul palco di Atreju, la kermesse di Fratelli d’Italia, Matteo Salvini è stato protagonista di un fuoriprogramma. «Hai mai visto un presidente del Consiglio in carica che si augura che il governo cada dopo due settimane?», ha chiesto retoricamente il ministro al moderatore, il giornalista Enrico Mentana, che gli ha subito segnalato l’errore. «Vicepresidente del Consiglio», si è corretto il vicepremier, ma la gaffe non è sfuggita ai presenti e alle telecamere. Lo scivolone è arrivato alla domanda: “Perché se Lega e Cinquestelle sono due movimenti diversi si augura che il governo duri cinque anni?”. Matteo Salvini ha quindi risposto con convinzione, parlando però di sé come “presidente del Consiglio”. Poco prima si era soffermato sui rapporti con il Movimento 5 Stelle: «È inutile tornare indietro di quattro mesi; anch’io avrei preferito ci fosse un governo di centrodestra con un programma comune, però se dovessi tornare indietro rifarei la stessa scelta che ho fatto». Clicca qui per vedere il momento della gaffe di Salvini. (agg. di Silvana Palazzo)
“RAGGI? MI ASPETTAVO DI PIÙ”
Il ministro dell’interno, Matteo Salvini, era presente quest’oggi a Roma al festival di Atreju, evento politico che si tiene ogni anno nella capitale dal 1998. Il leader leghista ha parlato del sindaco romano, Virginia Raggi, rispondendo alla domanda specifica di un giornalista: «Io, da utente di Roma – dice Salvini – la penso come molti altri cittadini: penso che dalla Raggi si aspettassero molto di più». Una frase che ovviamente è stata accolta in maniera benevola dal pubblico di Atreju, sostenitori dei Fratelli d’Italia e di Giorgia Meloni. Quindi Salvini ha aggiunto «Ogni giorno in macchina è un rally».
“CON BERLUSCONI SOLO ACCORDI LOCALI”
Chiaro il riferimento alle numerose buche presenti nella strada della capitale, dove ogni giorno automobilisti e cittadini si lamentano per l’impossibilità a procedere ad una velocità normale. Salvini si è dimenticato della presenza di Maurizio Politi esponente della Lega in consiglio comunale a Roma, e qualcuno dal pubblico glielo fa notare: «Sì, siamo gli ultimi arrivati – dice il vice-presidente del consiglio, salvandosi in calcio d’angolo – in punta di piedi. Ma non ci vuole uno scienziato per capire che la città potrebbe essere più bella e più pulita». Infine il ministro ha parlato del riavvicinamento con il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, smentendo l’eventuale “caduta” del governo in favore del centrodestra di nuovo unito «Io vado da Berlusconi e parlo solo di accordi locali, non c’è nessuna strategia del doppio forno».