La svolta nel caso dell’omicidio di Yara Gambirasio è potenzialmente pericolosa. Potrebbe essere stata contaminata la prova “regina” per cui Massimo Bossetti è stato condannato all’ergastolo in appello. Lo rivela l’ultima puntata di Quarto Grado, secondo cui il muratore di Mapello nutre fiducia in vista della sentenza della Cassazione sul ricorso avanzato dai suoi legali. Il verdetto è atteso per il prossimo 12 ottobre. «Ci crede ancora, crede nella giustizia, la sua è un’attesa drammatica, il percorso fatto finora è stato faticosissimo, è rimasto solo, ha perso i genitori, gli è rimasta solo Marita e i figli», ha dichiarato ai microfoni di Rete 4 il legale di Bossetti, l’avvocato Claudio Salvagni. Nello studio di Quarto Grado ha sollevato parecchi dubbi sul modus operandi degli inquirenti nel corso del primo sopralluogo sul cadavere di Yara, a Chignolo. La difesa di Bossetti sostiene che la traccia genetica repertata sugli slip della ragazzina potrebbe essere stata contaminata.
YARA GAMBIRASIO, VERDETTO RIBALTATO IN CASSAZIONE?
La prova “regina” non è altro che la traccia 31G20 che portò all’arresto di Massimo Bossetti. Un video che riprende il sopralluogo degli uomini della Scientifica li mostra in tuta e calzari mentre repertano la zona. Alcuni di loro però non indossano i calzari, e questo si nota chiaramente. Così come si vedono altri che prendono un lembo di slip della piccola vittima, quello in cui è stato rinvenuto il Dna del muratore di Manoppello, senza le pinzette. E uno addirittura sembra non indossare neppure i guanti. E quindi i legali di Bossetti sostengono per questo che non sarebbero state seguite le procedure internazionali. Per la difesa il lavoro di repertazione sarebbe stato inquinato e compromesso. Ed è su questi aspetti che punta la difesa per Bossetti. Il prossimo 12 ottobre è il giorno del verdetto della Cassazione: potrebbe confermare quello arrivato in Appello e chiudere definitivamente il muratore di Mapello dietro la porta di una cella o dare spazio ad un altro colpo di scena.