Lanciano è sotto choc dopo l’aggressione subita da una coppia, picchiata e derubata nella sua villa. Una rapina choc perché il marito è stato brutalmente picchiato, mentre alla moglie è stato tagliato un lobo dell’orecchio. E ora la comunità ha paura: il timore è che la banda torni a colpire. Ne abbiamo parlato con lo psichiatra e criminologo Alessandro Meluzzi.
Dottor Meluzzi, nel caso della rapina di Lanciano abbiamo visto l’uso di una violenza spropositata rispetto all’obbiettivo, si direbbe puro sadismo, è così?
Il caso in questione ha avuto grande risonanza ma ricordiamoci che episodi analoghi di crudeltà estrema ai danni dei derubati ne sono successi parecchi e continuano a succedere.
Come mai?
Si tratta di gente strafatta di cocaina, buona parte di queste bande sono composte di persone arrivate dall’est europeo e che sono portatori di violenza estrema, essendo vissuti per decenni in situazioni che abbruttiscono come l’occupazione sovietica o addirittura in mezzo alle guerre come in Bosnia e in Serbia. Altra ragione della violenza estrema è che tentano di estorcere il più possibile e infine agiscono come vogliono perché sanno che se anche verrebbero arrestati un giudice italiano li scarcererebbe nel giro di poche settimane.
Questa è una affermazione un po’ generalista: che cosa consiglia lei davanti a questa situazione?
L’Italia è spaccata da questa criminalità di fronte alla quale nessuno fa niente perché bisogna essere aperti e accoglienti. Questi criminali provenienti dall’estero battono il territorio saccheggiando come cavallette.
Quindi?
Non si può mettere una camionetta di carabinieri fuori di ogni villetta, bisogna andare alla radice, cioè fermare il fenomeno di una migrazione incontrollata e devastante. Abbattiamo tutti i muri compresi i confini nazionali? Lo stato deve sapere chi lo abita, se c’è un milione di persone che non sappiamo da dove vengono e cosa fanno, vivremo sempre nella paura.
(Paolo Vites)