Dopo il via libera arrivato finalmente in Vigilanza Rai dopo una lunga impasse, pare non ci sia proprio pace per il neo presidente della Rai, Marcello Foa dato che nelle ultime ore i senatori del Partito Democratico, attraverso il proprio profilo Twitter, hanno sollecitato la Presidente di Palazzo Madama, Maria Alberta Casellati, a fare luce su quello che si configura come un vero e proprio giallo. I dem non parlano certamente di brogli ma mettono infatti in dubbio la regolarità del voto che ha portato all’elezione di Foa e chiedono alla Casellati di “garantire tempestivamente l’accesso agli atti della Commissione di Vigilanza e di chiarire perché le schede siano conservate se no chiaramente per essere visionate quando necessario”. Allegato al tweet c’è la richiesta del capogruppo dem Andrea Marcucci che chiede al numero uno di Palazzo Madama di rispondere ai dubbi già sollevati in precedenza da Barachini, dato che vi sarebbero due schede nulle ma non ci sarebbe (ancora) accesso agli atti. (agg. di R. G. Flore)
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“PORTERO’ ARIA FRESCA E NUOVI DIRETTORI TG”
Lunga intervista rilasciata da Marcello Foa, nuovo presidente Rai, ai microfoni del Corriere della Sera. Il giornalista ha subito commentato il possibile ricorso giuridico: “I legali interpellati lo escludono. Non esisteva alcuna norma che vietasse la riproposizione dello stesso candidato. Senza contare che il 1° agosto non fui bocciato: mancò solo il quorum perché Pd, Forza Italia e Leu non votarono. A parte una scheda bianca, gli altri 22 commissari erano a mio favore”. “Sfide, novità di Rai 3 degli anni Novanta, per la sua tensione narrativa, e Virus di Nicola Porro, bell’esempio d’informazione imparziale. Infatti fu chiuso” le cose che più gli piacevano della Rai “vista da lontano”, con Foa che ha poi commentato il mandato proposto dal Governo: “Ampio e fiduciario. La parola d’ordine è portare aria fresca in Rai. Cambiare i direttori del tg? Fa parte del mandato. Sono stati nominati dal precedente consiglio di amministrazione e non tutta l’informazione è sembrata esente da settarismi”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
27 VOTI A FAVORE
Marcello Foa è il nuovo presidente della Rai. Era tutto già scritto dopo che la Commissione di Vigilanza aveva riammesso la candidatura del giornalista, e ieri si è tenuta la votazione: 27 sono stati i voti in favore, sui 30 elettori. Ne mancano quindi tre all’appello, fra cui i due previsti di Liberi Uguali. Il gruppo del Partito Democratico ha invece deciso compatto di non partecipare alla votazione per protesta, considerando Foa non candidabile dopo la bocciatura dello scorso primo agosto. Totalizzando 27 voti, il nuovo presidente della Rai non ha raggiunto la maggioranza, ma è stato comunque ottenuto il quorum previsto di due/terzi che permette appunto l’eleggibilità. Il leghista Massimiliano Capitanio, ha commentato così il voto: «Non credo ai franchi tiratori, l’obiettivo è stato raggiunto». Questo invece il pensiero di Giorgio Mulè di Forza Italia: «Se ci fosse stato un disegno politico, non si sarebbe raggiunto il risultato. Dentro Fi nessuno di certo ha lanciato alcun segnale». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
“VOTO TAROCCATO”
Marcello Foa è il nuovo presidente della Rai. La Vigilanza ha dato il via libera alla sua nomina: 27 voti favorevoli, tra cui quelli di Forza Italia per il “patto di Arcore” tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, tre voti contrari, una scheda bianca e una nulla. Raggiunto il quorum di legge, quindi la Rai può voltare pagina dopo una lunga fase di stallo. Non sono mancati i brividi durante lo scrutinio segreto: il dem Michele Anzaldi, assente in commissione come tutto il Pd, ha parlato di rischi di “voto taroccato” e ha chiesto l’accesso agli atti della seduta. Nel mirino due schede che avrebbero riportato anche il nome di Foa accanto all’indicazione del sì. «L’indicazione di voto era chiara», ha replicato il presidente della Vigilanza, Alberto Barachini, che ha votato scheda bianca come la prima volta. Al blocco M5s-Lega-FdI con “l’appoggio esterno” di Forza Italia mancano due voti: la scheda nulla e il terzo voto contrario che si è sommato a quelli di LeU. «Potrebbe essere un errore», ha minimizzato Massimiliano Capitanio (Lega). Domani la fase due con il vertice operativo. (agg. di Silvana Palazzo)
“MAI INSULTATO MATTARELLA”
“Sarò garante del pluralismo”: con queste parole Marcello Foa, nel corso dell’audizione in Commissione di Vigilanza Rai, di fatto si appresta ad essere eletto alla Presidenza del servizio pubblico, dopo che anche Forza Italia ha dato il suo placet. Il candidato, nel suo lungo intervento, ha spiegato che il suo sarà un mandato professionale e non politico e che in merito alla famosa questione del retweet contro il Presidente della Repubblica, aspetto sul quale si sono concentrate le critiche del Pd e di LeU che hanno parlato di una figura tutt’altro che di garanzia, ha spiegato di non aver mai “voluto offendere Mattarella”. E, in vista del voto atteso nella serata di oggi, proprio i dem non parteciperanno dato che la giravolta di Forza Italia, annunciata da Giorgio Mulè, rende praticamente ininfluente il voto del Pd. Ad ogni modo i senatori dem hanno annunciato comunque che presenteranno ricorso dato che quella di Foa è una figura lontana dai criteri di equilibrio necessari a guidare la Rai. (agg. di R. G. Flore)
IL PD ANNUNCIA RICORSO
Nel corso dell’audizione di oggi in Commissione Vigilanza, il candidato a presidente Rai Marcello Foa ha iniziato il suo discorso con una battuta, anche per stemperare il clima di tensione: “Domenica è il mio compleanno: chissà che non riceva un bel regalo, lo spero col cuore”. Il giornalista ha poi sottolineato: “Sono stati due mesi difficili dal punto di vista personale, ho scelto il silenzio anche in segno di rispetto per le istituzioni e per le persone coinvolte”. Ma il Partito Democratico preannuncia battaglia: “nomina illegittima” secondo la consigliera dem Rita Borioni, che ha inoltre preannunciato ricoso. Delrio e Marcucci, capigruppo Pd, hanno chiesto ai presidenti di Camera e Senato (Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati, ndr) di sconvocare la Vigilanza, sottolinea l’Ansa. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
FI: “LO VOTIAMO”
Alle 19.30 si voterà in Commissione Vigilanza il nuovo presidente Rai, con Marcello Foa che dovrà ottenere la maggioranza di due terzi per il via libera. Il giornalista è stato chiamato in audizione, come vi abbiamo raccontato, e potrà contare sull’appoggio di Forza Italia, con il capogruppo azzurro Giorgio Mulè che ha ribadito ai microfoni dell’Ansa: “Sui vari temi Foa mi ha rassicurato rispetto a una funzione che sarà di garanzia del pluralismo informativo e quindi del compito che spetta al presidente della Rai. Forte di questo, l’orientamento è quindi di votare la sua nomina”. Dopo un primo no, il partito di Silvio Berlusconi ha cambiato orientamento, ecco perchè: “E’ cambiato moltissimo, sono cambiati il metodo e il merito. Nel metodo c’è stato un percorso condiviso rispetto all’indicazione di Foa. Nel merito l’audizione ha permesso ai commissari di formarsi un’opinione autentica e vera”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
FOA: “MAI MILITATO IN PARTITI”
E’ in programma per oggi il voto della Vigilanza Rai per la nomina di Marcello Goa a presidente, l’ex editorialista de Il Giornale è intervenuto in audizione: “La Rai deve promuovere un pluralismo politico, culturale, religioso autentico e nel rispetto di tutti”. E il giornalista ha tenuto a precisare: “Io non ho mai militato in un partito politico e non ho mai cercato appoggi per fare carriera: sono sempre stato coerente con me stesso”. Indicato come presidente dal Consiglio di Amministrazione, il candidato di Lega e Movimento 5 Stelle ha poi aggiunto: “Il mandato ricevuto dal governo non è politico, ma professionale: fa appello al mio percorso professionale, intendo onorarlo in nome dei valori del giornalismo”, sottolineando di essere “un liberale antico, della scuola di Indro Montanelli”. “Ritengo molto importante difendere la qualità dell’informazione”, ha poi evidenziato. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
PD E LEU: “NON E’ UN TRIBUNALE”
Non è piaciuto, a Pd e Leu, il termine usato da Marcello Foa al posto di audizione, quella che terrà oggi a partire dalle ore 13, davanti alla Commissione di vigilanza Rai: “Alle ore 13 inizierà la mia deposizione davanti alla Commissione di Vigilanza Rai”. Non è un tribunale, hanno commentato gli esponenti dei due partiti: “Parlare di deposizione riferendosi all’udienza in vigilanza è una battuta che non fa ridere” ha detto Davide Faraone del Pd aggiungendo trattarsi di una presa in giro nei confronti della commissione ancora prima di essere stato eletto. Per Federico Fornaro di Leu si tratta “di una brutta gaffe: oggi Foa non sarà sottoposto a nessun interrogatorio”. Di fatto oggi la commissione sentirà il pensiero di Foa sulla Rai prima di esprimere il parere sulla sua nomina (Agg. Paolo Vites)
MARCELLO FOA OGGI IL VOTO
Conto alla rovescia per Marcello Foa presidente della Rai. Dopo la bocciatura a cavallo fra luglio e agosto, quindi la “riammissione” di pochi giorni, e l’approvazione del cda Rai, manca soltanto l’ultimo step, l’ok da parte della Commissione di vigilanza del governo. Non dovrebbero esserci grosse sorprese a riguardo, trattandosi ormai di una sorta di atto formale alla luce del recente patto siglato fra Salvini e Berlusconi. L’organo parlamentare di controllo sulla Rai, come ricorda la Stampa, dovrà esprimersi in maniera favorevole nei confronti di Foa per 2/3, cosa che invece non successe lo scorso primo agosto. A pranzo il giornalista terrà un’audizione, quindi alle 19:30 ci sarà l’elezione.
MINACCE INTERNE, E QUELLE DI PD E USIGRAI
Voci dell’ultima ora parlano di possibile “irruzione” di qualche esponente del Movimento 5 Stelle pronto a votare contro Foa, nonché di qualche scontento in Forza Italia. Del resto al giornalista servono 27 voti per essere eletto, e attualmente dispone di 30 parlamentari in suo favore, un margine stretto che prevede pochissime manovre. A complicare la situazione, c’è il Pd, che ha chiesto ai presidente delle Camere di bloccare il tutto, visto che la candidatura era già stata bocciata dalla Rai in Vigilanza. A fianco del Pd si è schierato infine l’Usigrai, il sindacato dei giornalisti di viale Mazzini, pronto ad azioni legali verso la televisione pubblica.